Ma qualora vincesse il SI -afferma un documento del comitato per il sì- si potrebbe riaprire la discussione sulla realizzazione del centro commerciale a Gavinana al fine di ottenerne un suo ridimensionamento concreto.
"Il referendum locale, è un referendum su una scelta concreta, non è un voto a favore o contro il sindaco, non è un voto a favore di quella o quell’altra maggioranza, non è un voto a favore di questo o quest’altro partito. Questa è l’unica possibilità concreta per i cittadini di bloccare un progetto devastante per il quartiere di Gavinana, i suoi residenti, e i cittadini tutti di Firenze.
Il SI è contro un intervento che non è commisurato alle reali esigenze del quartiere ma è commisurato, in nome alla cosiddetta riqualificazione, ad una operazione speculativa, insostenibile ambientalmente e socialmente.
E' un SI contro le conseguenze negative sulla qualità della vita del quartiere:
12.000 metri quadrati di centro commerciale non sono commisurati al quartiere, ma puntano a un bacino di clientela che riguarda come minimo il Chianti fiorentino e l’intera Firenze.
L’apertura del Centro commerciale comporterà un aumento di traffico e di inquinamento atmosferico ed acustico con l’aggiunta al carico attuale di oltre 6.000 macchine giornaliere e di mezzi pesanti per il rifornimento delle merci;
Le piccole attività commerciali del quartiere sono condannate a chiudere e a sparire definitivamente con la desertificazione delle strade del quartiere.
E' un SI contro le conseguenze negative per la città:
Rischia concretamente di sparire l’esperienza positiva del CPA, Centro Popolare autogestito, uno spazio di aggregazione sociale e culturale che ha ottenuto negli anni indubbi riconoscimenti sul valore e sulla positività dell’attività svolta".