Prostituzione: assessore Lastri, non possiamo ridurlo solo a un problema di Ordine pubblico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 giugno 2001 00:18
Prostituzione: assessore Lastri, non possiamo ridurlo solo a un problema di Ordine pubblico

‘’Il fenomeno della prostituzione non può essere solo un problema di sicurezza e d’ordine pubblico. C’è anche questo, ma l’Amministrazione comunale ha altri compiti, deve fare e fa altro’’. Lo ha detto l’assessore a ‘Progetto Donna’, Daniela Lastri presentando alcune nuove iniziative attuate dall’assessorato in collaborazione con l’Associazione Progetto Arcobaleno e la Cooperativa sociale Cat nell’ambito del progetto di rete CIP (Collegamento Interventi Prostituzione).

Unità di strada, Spazio Intermedio, Accoglienza di quante decidono di uscire dal giro della prostituzione, il numero Verde 800-290290 a cui le donne possono rivolgersi in ogni momento della giornata. ‘’Questi sono alcuni dei servizi già messi a disposizione – ha spiegato l’assessore che ha presentato anche il rapporto del Cip 1998/2000, insieme a Silvana Taglianini del Progetto Arcobaleno e Silvia Ciofi della Cooperativa Cat – ma già stiamo attuando qualcosa di nuovo’’. ‘’Non possiamo pensare di risolvere il problema spostando da una strada all’altra le prostitute o, creando strade dedicate – ha aggiunto l’assessore Lastri -.

Questa è una ‘non soluzione’: sarebbe come dire il fenomeno non c’è perché non si vede. In realtà la prostituzione c’è da sempre e bisogna affrontarla con altri mezzi. Uno di questi è la creazione della figura ‘ad hoc’ del mediatore sociale, capace di intervenire sui conflitti e trovare soluzioni attivando un confronto tra gli abitanti, le prostitute e i clienti’’. Un progetto al quale i diversi soggetti impegnati stanno già lavorando. Secondo l’assessore altro obiettivo deve essere la lotta contro chi sfrutta queste giovani donne.

Un obiettivo che si potrà realizzare attraverso una lotta alla tratta e a chi crea questa nuova schiavitù. Un altro impegno è quello di dare più forza al Tavolo permanente sul fenomeno della prostituzione che è stato attivato ormai dal 1999 e che vede impegnati insieme Comune e Provincia di Firenze, CIP, Questura, Prefettura, ASL e i Comuni di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio e Calenzano.

PROGETTO CIP (COLLEGAMENTO INTERVENTI PROSTITUZIONE)

• La realtà territoriale in cui si va a intervenire Alta presenza di immigrati regolari dediti a lavori marginali rispetto al mercato, limitato atteggiamento di accoglienza da parte dei residenti, scarse opportunità di inserimento socio-lavorativo e abitativo, alta presenza di donne prostitute extracomunitarie (circa 160 presenze al giorno in strada di cui il 32% nigeriane, il 19% albanese, il 24% ex-Urss e il 16% di altre nazionalità) soggette a forme di violenza e sfruttamento a fronte di un’alta richiesta di prestazioni sessuali da parte dei clienti.

Tale presenza risulta distribuita sul territorio e, sebbene la maggiore concentrazione continui a rilevarsi nelle periferie, il fenomeno sta cominciando ad assumere visibilità anche in zone residenziali della città.

• Il contesto sociale dove si va a intervenire Forte controllo da parte dei protettori e delle organizzazioni criminali sulle donne sfruttate, alta mobilità delle ragazze sulla strada per volontà degli sfruttatori stessi di isolarle il più possibile indebolendo così le loro possibilità di fuoriuscita, difficoltà di inserimento sul territorio e di raggiungimento dell’autonomia, in modo particolare per le donne che partecipano ai progetti di integrazione, impossibilità a risolvere autonomamente i problemi relativi alla ricostruzione dei documenti personali e alla regolarizzazione.



• I bisogni emersi nel contesto a cui si cerca di rispondere
Aumento della domanda di assistenza ed accompagnamento proveniente da tutta la Regione in conseguenza dell'apertura dello sportello di Spazio Intermedio e dell’attività della postazione locale del Numero Verde Nazionale contro la tratta.

I SERVIZI DEL CIP

UNITÀ DI STRADA (servizio realizzato dalla cooperativa sociale CAT)

L'équipe del progetto composta da 1 Coordinatore 3 Operatori di Strada e 3 Mediatrici culturali agisce, per perseguire gli obiettivi prefissati, secondo una metodologia che non si esaurisce con la semplice offerta di preservativi e opuscoli di informazione sanitaria, ma segue i criteri dell’ascolto, del rilevamento dei bisogni che emergono dalla strada, della relazione con un target che, composto essenzialmente da popolazione immigrata, vive in condizioni di debolezza sociale non solo sotto il profilo economico, ma anche rispetto ai diritti civili (clandestinità e condizioni di sfruttamento e schiavitù), proponendosi come soggetto di counselling sulle tematiche relative alla salute e ai comportamenti a rischio ed alle questioni giuridiche, dando inoltre la possibilità attraverso gli accompagnamenti di conoscere le opportunità che il territorio offre.

E' fondamentale in questa fase instaurare un rapporto di fiducia fra gli operatori e la popolazione prostituta, ed è quindi importante in questo senso la presenza della mediatrice, che è sempre la prima ad approcciarsi al target. Durante le uscite oltre al lavoro di relazione, counselling, distribuzione di materiale informativo e presidi sanitari (preservativi, prodotti per l’igiene intima) e verifica con il target sui contenuti dei materiali informativi, vengono anche fissati gli accompagnamenti ai servizi sociosanitari, effettuati settimanalmente con la presenza della mediatrice culturale.

La disponibilità della équipe per gli accompagnamenti, è comunque sempre affiancata (specialmente per le donne che ne hanno già usufruito) da un lavoro educativo di stimolo all’autonomia rispetto all’accesso ai servizi del territorio. Alla fine di ogni uscita vengono compilate delle schede dove vengono registrati il numero dei contatti per nazionalità (distinti fra vecchi e nuovi contatti), il materiale distribuito, i bisogni rilevati e altre notizie importanti per il lavoro. Laddove gli operatori individuano la presenza di minori in strada, la segnalano immediatamente all'ufficio Minori della Questura, con il quale l'équipe studierà di volta in volta, secondo i casi, anche il piano di intervento più adeguato volto all'offerta di percorsi di uscita dalla prostituzione.



SPAZIO INTERMEDIO (servizio realizzato dalla cooperativa sociale CAT e dall'associazione PROGETTO ARCOBALENO e coordinato dal PROGETTO DONNA)

E' il servizio di consulenza per il target e per i cittadini: in esso si aiuta le ragazze a precisare la propria domanda di aiuto ed accompagnamento e ad orientarla verso i servizi della rete o del territorio. Dallo spazio intermedio si procede anche all'invio all'accoglienza del CIP o di altri enti in rete con esso. Il servizio dello spazio intermedio è aperto per tre giorni la settimana: vi è impegnata un'operatrice, affiancata da una mediatrice culturale di etnia diversa per ogni giorno (russa, nigeriana, albanese); una seconda operatrice è impegnata per gli accompagnamenti delle ragazze ai servizi sanitari.

In un quarto giorno è presente l'operatrice giuridica, che svolge un servizio parallelo: a lei vengono inviate le utenti sia dallo spazio intermedio che dagli altri enti del terzo settore direttamente o indirettamente impegnati nell'ambito della prostituzione all'interno del territorio ed in rete con il CIP. L'operatrice giuridica affronta tutti i problemi legali delle ragazze e si occupa inoltre degli accompagnamenti in questura o ad altri servizi afferenti, qualora se ne presenti la necessità.

Inoltre attiva le azioni di assistenza giudiziale necessarie nel caso di utenti implicate in procedimenti penali.

ACCOGLIENZA (servizio realizzato dall'associazione PROGETTO ARCOBALENO)

L'intervento educativo è volto a far acquisire alle utenti un'autonomia di movimento e di iniziativa che consenta loro un futuro inserimento professionale ed abitativo all'interno del territorio nazionale, oppure di affrontare il non sempre semplice rientro nella patria di origine. Per il raggiungimento degli obiettivi proposti, il progetto di accoglienza prevede anche l'attivazione di una serie di relazioni e rapporti con il territorio (recupero scuola dell’obbligo, stage aziendali, consulenza legale) Il progetto di accoglienza per le donne maggiorenni è articolato al suo interno in tre fasi distinte, al fine di offrire all'utenza una gradualità nel percorso di fuoriuscita, permettendo alle stesse operatrici di verificare la reale motivazione della donna e la continua rispondenza del servizio alla sua domanda.

Riguardo all'utenza di minore età, il progetto prevede una prima accoglienza in strutture adeguate, in cui la permanenza sarà limitata al periodo necessario per avviare la procedura di regolarizzazione, per definire il programma individuale e per attivare la presa in carico dei servizi del territorio, al fine di procedere all'invio alla struttura di accoglienza definitiva. Riguardo ai casi di donne incinta o di madri con bambino (numero non irrilevante di casi presi in carico) il CIP interviene tempestivamente con la prima accoglienza; in un secondo momento le operatrici si attivano perché sia possibile l'inserimento delle donne in strutture adeguate attraverso la presa in carico da parte dei servizi territoriali.



Schema della struttura di accoglienza:

1) Casa di fuga : è la struttura sempre contattabile, conosciuta dai servizi (Questura, A.S. dei Comuni, associazioni del terzo settore) dove le/gli utenti trovano immediato rifugio, protezione, assistenza. La casa di fuga - proprio perché contattata dai vari servizi territoriali - anche se svolge un’azione limitata nel tempo con l’utenza (la permanenza non dovrebbe superare i tre giorni) è quella che rappresenta all’esterno.

l’intero programma
Nella struttura è garantita la presenza degli operatori 24 ore su 24.

2) La prima accoglienza : è il periodo durante il quale l'utente deve individuare e formulare - supportata da frequenti colloqui con gli operatori - il proprio programma. E’ un periodo di pausa, di riflessione, di “stacco” dalla precedente esperienza (quindi prevede anche il riposo e il recupero dei ritmi del quotidiano). Sono previsti 3 posti all’interno di strutture che collaborano con la rete CIP

3) La seconda accoglienza (solo per le donne maggiorenni) : le utenti giungono alla seconda accoglienza con un progetto personale già elaborato e, dopo aver individuato e concordato un piano di lavoro con la struttura, che preveda i tempi di permanenza e l’esplicitazione delle regole fondamentali della casa (cioè dopo aver stipulato con la ragazza “il contratto”), compiono il percorso necessario per il proprio inserimento lavorativo, abitativo e sociale nel territorio.

Le fondamentali azioni dell’équipe sono rivolte alla procedura di regolarizzazione giuridica delle utenti allo scopo di fornire loro i principali requisiti di cittadinanza; le operatrici quindi entrano in comunicazione e collaborazione con Questure, Ambasciate, associazioni locali di extracomunitari. Le altre azioni principali delle operatrici sono essenzialmente di ascolto e orientamento nelle varie fasi dei progetti individuali delle ragazze, dalla stesura del programma stesso, alla sua realizzazione quotidiana fino alla conclusione; come appare evidente, ciò presuppone una piena compartecipazione e una verifica continua dei singoli percorsi.

Il progetto individuale si concentra soprattutto su obiettivi che riguardano l'inserimento lavorativo e la formazione professionale. La struttura dispone di 6 posti. Nella fase della seconda accoglienza sono previste per l’anno 2001/02 otto stage aziendali della durata di 3 mesi in collaborazione con la Provincia di Firenze con l’obiettivo di verificare le reali capacità lavorative delle ragazze accolte e di far loro acquisire competenze per facilitare il loro ingresso nell’ambiente lavorativo.



ALCUNI DATI

UNITÀ DI STRADA
Dal febbraio 1997 (data di inizio della fase di contatto) a giugno 2001 l’Unità di Strada ha contattato 5719 così suddivise per nazionalità: 3508 Nigeria, 1059 Albania, 77 Italia, 127 ex-Iugoslavia, 541 Russia, 26 trans, 381 di altre nazionalità. I nuovi contatti effettuati dal 1997 sono stati 1018 così suddivisi: 513 Nigeria, 211 Albania, 41 Italia, 34 ex Iugoslavia, 121 Russia, 10 trans, 88 altre nazioni. I contatti effettuati nel 1997 sono stati 1419 così suddivisi: 1019 Nigeria, 291 Albania, 39 Italia, 43 ex Iugoslavia, 17 Russia, 3 trans, 17 altre nazioni.

I nuovi contatti nel 1997 sono stati 209 così suddivisi: 106 Nigeria, 52 Albania, 24 Italia, 10 ex Iugoslavia, 5 Russia, 1 trans, 11 altre nazioni. I contatti nel 1998 sono stati 1246 così suddivisi: 964 Nigeria, 166 Albania, 21 Italia, 32 ex Iugoslavia, 25 Russia, 16 trans, 22 altre nazioni. I nuovi contatti nel 1998 sono stati 265 : 166 Nigeria, 46 Albania, 13 Italia, 11 ex Iugoslavia, 15 Russia, 6 trans, 8 altre nazioni. I contatti del 1999 sono stati 1129 così suddivisi: 701 Nigeria, 212 Albania, 9 Italia, 19 ex Iugoslavia, 125 Russia, 3 trans, 60 altre nazioni.

I nuovi contatti nel 1999 sono stati 190: 96 Nigeria, 49 Albania, 1 Italia, 3 ex Iugoslavia, 27 Russia, 0 trans, 14 altre nazioni. I contatti del 2000 sono stati 1333 così suddivisi: 532 Nigeria, 295 Albania, 6 Italia, 16 ex Iugoslavia, 274 Russia, 1 trans, 209 altre nazioni. I nuovi contatti nel 2000 sono stati 246 di cui: 93 nigeriane, 97 albanesi, 1 italiana, 5 ex Iugoslavia, 59 Russia, 0 trans, 41 altre nazioni. I contatti effettuati nel 2001 sono 582: 292 Nigeria, 95 Albania, 2 Italia, 17 ex Iugoslavia, 100 Russia, 3 trans, 73 altre nazioni.

Gli accompagnamenti ai servizi sociosanitari effettuati dal 1997 al 2001 sono stati 460 di cui: 252 Nigeria, 14 ex Iugoslavia, 111 Albania, 25 Russia, 37 Moldavia, 10 repubblica ceca, 4 Romania, 2 Polonia, 3 Bulgaria, 2 ucraina. Nel 1997 gli accompagnamenti sono stati 47 : 23 Nigeria, 3 ex Iugoslavia, 21 Albania. Nel 1998 gli accompagnamenti sono stati 55: 33 Nigeria, 5 ex Iugoslavia, 1 Russia. Nel 1999 gli accompagnamenti sono stati 98: 60 Nigeria, 23 Albania, 6 ex Iugoslavia, 9 Russia. Nel 2000 gli accompagnamenti sono stati 156: 92 Nigeria, 28 Albania, 2 Bulgaria, 2 Polonia, 10 repubblica ceca, 4 Romania, 7 Russia, 11 Moldavia.

Nel 2001 gli accompagnamenti sono stati 104: 44 Nigeria, 23 Albania, 1 Bulgaria, 26 Moldavia, 8 Russia, 2 ucraina.

SPAZIO INTERMEDIO
Dalla data di apertura, aprile 2000, a oggi lo sportello ha contattato 144 donne, così suddivise per nazionalità: 87 Nigeria, 13 Albania, 1 Eritrea, 1 Cecoslovacchia, 1 Romania, 1 Russia, 2 Srilanka, 7 ucraina, 1 Ungheria, 27 Moldavia. Ha effettuato un totale di 240 colloqui. Sono stati effettuate 9 consulenze a favore di cittadini italiani e 55 accompagnamenti ai servizi sanitari.



Lo sportello legale, dal momento della sua apertura, nell’aprile 2000, a oggi ha avuto 45 casi di consulenza e 36 di assistenza. Delle 45 consulenze: 19 sono nigeriane, 10 ucraine, 1 brasiliana, 2 slovacche, 3 albanesi, 1 ceca, 5 moldave, 2 srilankesi, 1 italiano, 1 filippina. Le 36 asssistenze sono invece relative a 10 nigeriane, 7 albanesi, 1 slovacca, 7 moldave, 2 rumene, 2 srilankesi, 4 ucraine.

ACCOGLIENZA
Dati riferiti al periodo sett 1998 - maggio 2001, dopo la riorganizzazione dell'accoglienza tutta in gestione del Progetto Arcobaleno (fino all’aprile 2000, periodo d’apertura dello spazio intermedio, l’accoglienza forniva anche servizi di consulenza e orientamento, per questo c’è una distinzione fra le ragazze contattate (comprensive delle accolte) e le ragazze accolte) Ragazze contattate 86:
Albania 13 Bulgaria 1 Cecoslovacchia 1
Ghana 1 Italia 2 Moldavia 18
Nigeria 36 Romania 7 Russia 2
Ucraina 4 Serbia 1
Ragazze accolte (almeno in una fase del progetto CIP): 51
con denuncia 32 minori 7 donne in gravidanza 5
Albania 8 Bulgaria 1 Cecoslovacchia 1
Italia 2 Ghana 1 Moldavia 13
Nigeria 15 Romania 7 Russia 2
Ucraina 1

Percorsi art.

18: percorsi giudiziali 19 –
permessi ottenuti 14
percorsi sociali 8 – permessi ottenuti 5

In evidenza