L’Altro Uomo Party sabato 23 giugno - ore 23 - a Pozzolatico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 giugno 2001 00:37
L’Altro Uomo Party sabato 23 giugno - ore 23 - a Pozzolatico

Di lui la critica dice che è il “Godfather” della dance, il Dj che ha cambiato la colonna sonora del nightclubbing mondiale. Lui, ovviamente, è David Mancuso, uno degli artisti americani più acclamati e riservati. Da quando si è chiusa l’epopea del Loft – il locale/mito creato da Mancuso a New York – è praticamente impossibile vederlo all’opera. Un motivo in più per non perdere la sua session in programma sabato 23 giugno alla Villa Corsini di Mezzomonte (Pozzolatico – Firenze), per la festa ufficiale della kermesse L’altro Uomo, giunta quest’anno alla 30esima edizione.

Evento mondano che anche quest’anno porta la firma di Tenax e Studio Zeta e a cui prenderanno parte anche Ralf (indiscutibilmente il più famoso Dj italiano all’estero) Cosmo (la Dj americana che sta sbancando Londra) e David Visan (nuovo alfiere del Buddha Bar sound). Insomma, un quartetto di star per una notte rigorosamente ad invito. David Mancuso è ormai un’autorità nel campo della disco, soprattutto quella che fa riferimento alla scena gay di New York. Tantissimi gli artisti che hanno tratto ispirazione dal suo stile, un cocktail di suoni comprendente ritmi africani, soul, funk, latin e Motown.

Cinquantasette anni, David Mancuso ha iniziato a frequentare il Greenwich Village sul finire dei ’60, come arredatore votato alla cultura hippy. Le prime serate le organizza nel suo appartamento di Manhattan: piccoli rendez-vous ispirati alle feste dei bambini con palloncini colorati e aranciate. Nascono così i The Loft Parties, un’istituzione per gay, neri e portoricani della Grande Mela. Grazie anche al contributo del Dj Francis Grasso – proprietario del Gay Club Salvation – la serata si trasforma in un appuntamento di massa.

Dall’appartamento di Mancuso si passa ad un grande edificio industriale di Brodway – l’inaugurazione è fissata per il giorno di San Valentino del 1970 - dove le serate coinvolgono centinaia di persone. Lo slogan – riportato anche sugli inviti - è “Love Save the Day”, un adagio per invitare il pubblico a vivere i propri sogni. Il successo non è visto di buon occhio dalla potente casta dei nightclub cittadini e per Mancuso iniziano i guai, con la Polizia e con l’Amministrazione di New York.

Quest’ultima impone a Mancuso una rigida formula: niente alcool, niente cabaret (una delle attrazioni principali della serata) e ingresso riservato solo ai soci. Un nuovo modo di vivere la notte che – a dispetto delle intenzioni di chi lo aveva inventato - incontra subito un grandissimo successo di pubblico, e a cui si piegheranno negli anni a seguire club come Paradise Garage, The Gallery, Studio 54, Tunnel, Sound Factory e Limelight: come dire, la crema del nightlife newyorkese. La colonna sonora del Loft? La critica la definisce Latin & African Sound, ma non mancano ritmi acid rock, R&B, jazz, session di percussioni e dance rock.

Il tutto sempre sotto l’attenta regia di David Mancuso, che dalla consolle incastra musiche e effetti speciali (pioggia, tuoni, aerei supersonici). Intorno al locale nasce un pool di Dj e musicisti comprendente Manu Dibango, Frankie Knuckles, David Morales, Tony Humphries, François Kevorkian, Joe Claussell, Larry Levan… Il Loft rimane aperto fino alla metà degli ’80. Da allora David Mancuso continua a lavorare in campo musicale e discografico. Nel 1999 l’etichetta inglese Nuphonic stampa un doppio Cd retrospettivo dell’era Loft, comprendente successi come Stay Free di Ashford & Simpson, Ain't No Stoppin' Us Now di Risco Connection, Yellow Train e It's All Over My Face di Loose Joints… Il disco diventa un piccolo oggetto di culto per gli appassionati della dance 70/80 rinnovando ancora un volta il mito di David Mancuso.

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