Giocoli (FI) e Toccafondi (ApF): «Il Comune si decida una volta per tutte a bonificare dall'amianto»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 giugno 2001 15:23
Giocoli (FI) e Toccafondi (ApF): «Il Comune si decida una volta per tutte a bonificare dall'amianto»

Nuovi accertamenti da parte dei tecnici dell’Arpat e dell’azienda sanitaria locale per verificare presunti rischi amianto al Teatro comunale sono stati chiesti dal capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi. «Già lo scorso aprile avevo presentato due interrogazioni sull’argomento - ha spiegato Toccafondi - ed il Sindaco, in Consiglio comunale mi rispose che non c’era alcun rischio amianto». Secondo il capogruppo di Azione per Firenze «rimangono tuttavia alcuni punti da chiarire e per questo motivo è necessario procedere ad ulteriori accertamenti che possano definitivamente fugare ogni dubbio».

«In particolare - ha concluso Toccafondi - faccio riferimento alla determinazione dirigenziale del 23 maggio scorso con la quale l’ingegner Paolo D’Elia affermava che, a seguito del “censimento amianto” effettuato il 28 febbraio, si era resa necessaria la bonifica dall’amianto di alcuni locali del Teatro comunale».
«Nonostante i nostri continui appelli e precise e tassative richieste dell’azienda sanitaria locale nell’area ex Benelli di via Gabriele D’Annunzio rimane l’amianto».

La denuncia è della consigliera di Forza Italia Bianca Maria Giocoli e del capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi che su questa questione, nei mesi scorsi, avevano presentato tre interrogazioni. «Lo scorso quattro aprile - hanno spiegato i due consiglieri di opposizione - la proprietà ha presentato il progetto di risanamento dell’area ma l’amministrazione non ha ancora risolto il problema pregiudiziale della sistemazione degli occupanti abusivi che non possono certo rimanere nei locali durante la bonifica».

«E’ passato un anno dalle prime denunce - hanno proseguito Giocoli e Toccafondi - e le cose sono rimaste come prima: gli occupanti non si spostano e continuano a vivere in condizioni disumane mentre chi abita nella zona respira ancora amianto. In questa vicenda di veloce c’è stata solo la decisione di concedere la residenza ad alcuni occupanti alcuni dei quali beneficeranno addirittura di un’opzione sulle case pubbliche che verranno edificati al posto dello stabilimento». «Ma la cosa più grave - hanno aggiunto la - è che sull’intera vicenda i cittadini sono stati e continuano ad essere tenuti all’oscuro.

Perché?».

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