Teatro dei Rozzi di Siena: Franca Valeri e Urbano Barberini in "Possesso"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 marzo 2001 22:49
Teatro dei Rozzi di Siena: Franca Valeri e Urbano Barberini in

"Possesso" è un titolo che riconduce immediatamente al senso verghiano della "roba" e della sua proprietà. Da questo partiranno Franca Valeri e Urbano Barberini per coinvolgere il pubblico senese nella meravigliosa arte di Yehoshua capace di scatenare effetti comici dirompenti e stemperare la severità delle tematiche affrontate.
Lo spettacolo, inserito nel cartellone 2000/2001 dell’assessorato alla cultura del Comune di Siena- va in scena al teatro dei Rozzi mercoledì 14, giovedì 15 e venerdì 16 marzo alle 21 con la regia di Toni Bertorelli, le luci di Marco Palmieri, le scene ed i costumi di Francesco Zito.
La biglietteria del teatro aprirà martedì 13 marzo (dalle 16 alle 20) e nei tre giorni successivi (dalle 16 fino all’inizio dello spettacolo).

Per le prenotazioni si può telefonare al numero 0577-46960 negli stessi orari della biglietteria.

La Commedia
Si svolge nell’arco di un’intera giornata e racconta di un figlio accademico e ambizioso che è ospite in casa della madre dopo la morte del padre. La mamma sta per trasferirsi e il figlio va ad aiutarla a svuotare la casa: La madre deve, infatti, sbarazzarsi di un ammasso di cose inutili che non troverebbero posto nella nuova sistemazione. Lei cerca con ogni mezzo di darle al figlio, ma lui si oppone disgustato e tra loro si instaura una vera e propria prova di forza: da una parte la mamma riesce a imporgli un bel po’ di cose e dall’altra lui le rifiuta con uno sdegno irrazionale, il cui motivo si capirà in un secondo momento.

In questo duello verbale, che si ripropone nel corso di tutta la commedia, con aspetti spesso ironici e umoristici, si trova coinvolta la sorella. Anche lei, prossima al divorzio, sta smantellando la propria casa ed è altrettanto determinata nel respingere le cianfrusaglie della madre. Entrambi i fratelli non colgono il significato emozionale del desiderio della mamma di dare via quegli oggetti. In realtà lei vuole purificare la casa dai ricordi e per fare ciò cerca di alleggerire il senso di soffocamento e di oppressione che quel ‘possesso’ le crea.

Solo verso la fine il figlio capisce il significato della propria aggressività e del rifiuto di accettare quegli oggetti. Attraverso un intenso monologo interiore, durante il quale viene a contatto con il proprio subconscio, il figlio recupera la propria identità, rivalutando così il rapporto con il padre scomparso e con l’invadente figura materna.

L’autore
Alcuni dicono che ha già il Nobel in tasca. Altri lo considerano il più grande scrittore vivente. Abram b. Yehoshua è l’autore israeliano più conosciuto al mondo ed è ormai un nome di culto anche in Italia dove il suo romanzo "Ritorno dall’India" ha esaurito in poche settimane la prima edizione riuscendo a conquistare anche un posto nella classifica dei libri stranieri più venduti.

Un’impresa non da poco per uno scrittore "serio" in un settore dominato dai professionisti del best seller.

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