Edifici unici per la scuola di base

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 febbraio 2001 01:23
Edifici unici per la scuola di base

La scuola riformata si confronta con le prime indicazioni operative all’indomani del riordino dei cicli. Oggi a Firenze, all’Istituto degli Innocenti, presente anche il ‘padre’ delle riforme scolastiche, Luigi Berlinguer, si è discusso approfonditamente sul profilo culturale e organizzativo della scuola riformata, su iniziativa della Provincia e del Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti (CIDI).
"La riforma ha fatto i primi passi, è entrata nella scuola - ha detto l'onorevole Berlinguer - i curricoli si stanno definendo, il contratto è stato firmato, ci sono già esperienze 'affascinanti' della nuova scuola che vengono presentate in questo convegno".

E le forze si opposizione "si cavino dalla testa che con una legge sia possibile abrogare la riforma. Non riusciranno a vincere alle esenzioni ma anche se vincessero la riforma resterà". Berlinguer ha anche polemizzato con il Polo sulla proposta del "buono scuola", destinata a cancellare gli insegnanti di ruolo attribuendo a ciascuna scuole risorse per reclutare annualmente insegnanti in proporzione alle iscrizioni ricevute. Ha poi toccato vari altri tasti: la necessità di far riconoscere la professionalità degli insegnanti, quella di introdurre elementi di valutazione qualitativa del loro lavoro, l'opportunità di aprire al part time.


Accanto agli aspetti didattici e alle questioni dell’autonomia, sono state affrontate le problematiche più squisitamente edilizie: che fare degli attuali edifici scolastici, come riconvertirli, come renderli adeguati alle esigenze di una pedagogia profondamente rinnovata.
"Siamo di fronte alla più profonda azione riformatrice a cui la scuola italiana è stata sottoposta dalla riforma Gentile in poi", ha ricordato aprendo i lavori il vicepresidente ed assessore alla pubblica istruzione della Provincia Piero Certosi.

"I vari protagonisti si stanno attrezzando per affrontare l’attuazione del riordino dei cicli. Il metodo è quello dell’apertura di tavoli di concertazione tra amministrazioni scolastiche ed enti locali. L’obiettivo è quello di predisporre relativamente al ciclo primario entro il prossimo settembre un progetto di utilizzo degli edifici per l'intero territorio provinciale e di arrivare ad una conferenza provinciale sulla scuola al termine di un percorso di forte condivisione di scelte fra Provincia, Comuni, Direzione regionale dell’istruzione e Provveditorato agli studi".

Dal punto di vista edilizio si tratta, ha precisato Certosi, di cominciare ad individuare per ciascun Comune le scuole autosufficienti, quelle cioè in grado di sopportare autonomamente l’impatto derivante dall’introduzione dei nuovi cicli. In 20 casi su 89 sono già stati fatti accorpamenti di tipo verticale, che devono essere estesi alle altre 69 situazioni in cui vi è separazione fra circoli e direzioni didattiche. "L’utilizzo del patrimonio edilizio - ha messo in guardia Certosi - dovrà essere molto attento ed in sintonia con le finalità ed i contenuti della riforma, e si dovrà privilegiare l’ubicazione della scuola di base in un unico edificio": non si tratta di cambiare una targa sulla porta ma di dare alla nuova scuola immobili all’altezza dei suoi obiettivi formativi.

Per le secondarie si punterà ad istituti che attivino più aree e più indirizzi, a scuole-polo che amplino l’offerta formativa sul territorio e la distribuiscano in una pluralità di centri, perché si dovrà avere "il massimo inserimento e sviluppo della riforma nelle diverse realtà territoriali". E scuola, territorio e società dovranno potersi muovere in modo coordinato sui problemi del disagio scolastico, dell’orientamento, dell’integrazione fra istruzione e formazione professionale, dell’educazione interculturale e di quella degli adulti.

In evidenza