Un sondaggio tra gli imprenditori toscani sulla crisi del nuovo mercato e il futuro della web economy

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 febbraio 2001 01:11
Un sondaggio tra gli imprenditori toscani sulla crisi del nuovo mercato e il futuro della web economy

L’America della new economy travolta da una crisi di credibilità? Le borse che penalizzano furiosamente i titoli tecnologici? Poco male. Problemi passeggeri. Secondo gli imprenditori toscani, il futuro continua a chiamarsi Internet e la strada del successo passa necessariamente attraverso le reti telematiche.
Sono i risultati di un sondaggio condotto in gennaio da ARCA.net su un campione di 500 aziende della regione, industriali, artigiane, commerciali e dei servizi appartenenti a tutti i settori.

Due gli scopi: 1) verificare il grado di maturazione tecnologica dell’economia regionale; 2) cogliere lo stato d’animo degli imprenditori dopo l’ondata ribassista che ha messo in ginocchio i nuovi mercati di tutto il mondo, depresso milioni di investitori e fatto gridare alla fine della web economy.
La ricerca è stata presentata ieri a Firenze dai vertici di ARCA.net nel corso di una conferenza stampa, contestualmente all’annuncio dell’ingresso nella società fiorentina del fondo di finanziamento lussemburghese Continental che ha rilevato il 49% del pacchetto azionario.
Alla domanda “Crede che la web economy abbia ancora un futuro?” il 75% degli intervistati ha risposto senza esitazione sì, con una percentuale importante (59%) che giudica la crisi di borsa salutare, perché elimina dal mercato molti sprovveduti e avventurieri.

Il 63% degli imprenditori si dichiara semmai convinto che Internet sia uno strumento ormai indispensabile per la vita e lo sviluppo delle imprese di qualsiasi dimensione e, dunque, per l’economia toscana.
Piuttosto negativo (61%) è invece il giudizio sull’e-commerce rivolto al consumatore finale, il cosiddetto business to consumer o B2C. L’utilità strategica di Internet è semmai destinata a premiare il business to business (B2B), ovvero gli scambi diretti tra aziende (73%) e i servizi che le aiuteranno a evolversi in questa direzione (80%).
Benché ormai diffusi anche da noi, computer e Internet restano estranei a un numero ancora sensibile di aziende.

Solo il 49% sostiene di operare con entrambi, mentre il 33% possiede solo il computer e il 18% neppure quello. Il 32% ammette inoltre una conoscenza confusa del problema. Il 7% se ne dichiara invece completamente all’oscuro.

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