Teatro della Pergola: da martedì 6 a domenica 11 febbraio Giulio Bosetti in "Il berretto a sonagli"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 febbraio 2001 20:16
Teatro della Pergola: da martedì 6 a domenica 11 febbraio Giulio Bosetti in

Pirandello è l'autore che Bosetti ha più frequentemente visitato nelle sue interpretazioni: ha debuttato infatti nel ruolo del tenente in Vestire gli ignudi nel lontano 1950 e ha proseguito poi con Il Figlio nei Sei personaggi, nel '53, nell'edizione con maschere diretta da De Bosio, cui ha fatto seguito Memmo Speranza di Ma non è una cosa seria (1957), allo Stabile di Trieste e anche in TV. Il passaggio ai ruoli maturi avviene con la ripresa di Vestire gli ignudi, sempre in televisione, nel ruolo del console Grotti (1958); con il marito de La morsa (1966): con lui ci sono Giulia Lazzarini e Antonio Salines, ed è proprio nella lucidità raziocinante del personaggio che Bosetti trova Pirandello, di cui di lì a poco affronta il Romeo Daddi di Non si sa come, veicolo per il Padre (Sei personaggi) nelle due edizioni dirette da lui stesso e da Patroni Griffi, Martino Lori (Tutto per bene) e nel 1989, Enrico IV.

Mancava solo Il Ciampa, il protagonista del Berretto a sonagli. Tutta l'opera di Pirandello è percorsa uniformemente da quello che Adriano Tilgher avrebbe denominato il conflitto tra la vita e la forma. Nelle opere della trilogia del teatro nel teatro, in Enrico IV e ne Il berretto a sonagli, la poetica della realtà e della finzione arriva a trasformarsi in una vera e propria teoria implacabile e lucida della personalità. Le trappole disseminate dalla vita e dagli uomini tendono alla ripetizione di quel momento, di quell'attimo in cui il personaggio pirandelliano è fissato, inchiodato, come la farfalla sull'asse dell'entomologo.

L'approdo di questa ripetizione dolorosa è lo psicodramma, la messa in scena del fatto che ha provocato l'incidente, quello "strappo nel cielo di carta" delle nostre felicità, delle nostre certezze, dei nostri celati compromessi. ' A birritta ccu i ciancianeddi nasce per l'estro di Musco, fra un cambio di casa e l'altro, nel 1916, lavorando su due novelle (La verità e Certi obblighi): di schietto stampo contadino, la prima, protagonista Tararà, l'abbacchiatore della Giara, cittadina la seconda, con quel protagonista "il Ciampa" parente del Chiàrciaro della Patente, figura chiusa e sfumata quanto invece è chiara e scoperta quella del Tararà.

Anche il nome è misterioso (come lo è quel ménage con la giovane e bella moglie anch'essa silenziosa, troppo silenziosa per non destare un lecito sospetto sulla sua onestà). Corre fra questi personaggi una stretta parentela con il mondo del Cosi è (se vi pare) sul quale si insinua inquietante l'ombra della follia: un mondo di pazzi, tristi o lieti, gaudenti o cornuti, SOLI nel gran teatro del mondo spezzato dalla grande guerra. Nessun riscatto, nessuna speranza per questi esseri messi a nudo, spiati o segnati a dito nella loro miseria, nella loro quotidiana battaglia contro la morte, dagli ALTRI essi stessi ad un tempo carnefici e vittime.

"Ci sono per tutti gli attori - scriveva Pirandello nel '35 sul Dramma - dei momenti privilegiati (più o meno frequenti a seconda della loro sensibilità di artisti) durante i quali essi diventano il personaggio. Essi continuano a parlare secondo il testo stabilito dall'autore ma è come se lo creassero spontaneamente e si ha la precisa impressione che una battuta improvvisata non li metterebbe in imbarazzo, che essi potrebbero seguitare, almeno per un certo tempo, a parlare spontaneamente senza tradire la loro "parte": tanto vi si sono immedesimati".

E vi sono dei personaggi che sono accolti dall'attore con una felice predisposizione naturale: è il caso di Bosetti con i personaggi pirandelliani, ultimo dei quali il Ciampa.
Mercoledì 7 febbraio (ore 17.30) nel Saloncino del Teatro della Pergola si parla delle avanguardie russe e sovietiche. La conferenza è organizzata in collaborazione col Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo. In occasione dello spettacolo Zio Vanja in scena alla Pergola dal 13 al 18 febbraio 2001 sono in programma due incontri Intorno a Zio Vanja in collaborazione con l'Università degli Studi di Firenze, il progetto Etiscuola curato da Giorgio Testa in collaborazione con l'Assessorato alla Pubblica Istruzione e Firenze a Teatro in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura.

Proprio Firenze a Teatro infatti ospiterà sempre alla Pergola il secondo appuntamento giovedì 15 febbraio 2001 Da Stanislavskij a Dodin coordinato da Cesare Molinari con la compagnia I Magazzini e Fausto Malcovati.

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