Saint Germain e Marina Rei al Tenax

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 novembre 2000 15:06
Saint Germain e Marina Rei al Tenax

Grande appuntamento sabato 25 novembre al Tenax nell’ambito dei Nobody’s Perfect Party. Ospiti della serata saranno infatti i ST. GERMAIN – ingresso 35.000 lire, inizio concerto ore 21,30, apertura porte dalle ore 19,45 - la formazione francese capitanata da Ludovic Navarre che nel giro di pochi anni è riuscita ad imporsi come uno dei più interessanti ed innovativi gruppi del panorama europeo (e non solo). Una band capace di fondere il linguaggio colto del jazz con i ritmi dell’house ed i suoni dell’elettronica – come dimostra l’ultimo album Tourist, accolto trionfalmente da critica e pubblico - dando vita ad uno stile elegante e perché no, ballabile.
Nel XVIII secolo, alla corte francese di Luigi XV, viveva un certo Saint Germain che lasciava tutti a bocca aperta sostenendo di avere diverse centinaia di anni.

Facendo un balzo di qualche secolo, il Saint Germain di oggi è altrettanto sorprendente, anche se dichiara di avere solo 30 anni e non è né un impostore né un aristocratico ma piuttosto un musicista magistrale e un artista tuttofare. Ludovic Navarre, in arte Saint Germain, pioniere della French Touch, la nuova musica elettronica made in France, è divenuto un indiscusso e rispettato punto di riferimento sulla scena internazionale. Senza di lui, i Daft Punk, gli Air e i Dimitri From Paris si ritroverebbero probabilmente ancora oggi a esibirsi nella sperduta campagna francese…
Il suo album, Boulevard, uscito nel luglio del 1995, ha venduto oltre 200.000 copie in tutto il mondo, divenendo un vero e proprio classico.
Eletto Album dell’Anno in Inghilterra, ha ottenuto una nomination al Dance Music Award di Londra accanto a incisioni firmate da artisti come Goldie, d’Angelo e… Michael Jackson.

Niente male per questo “eccentrico francesino”. Da quel 1995, il nostro eroe Ludo ha accresciuto ulteriormente la sua fama realizzando un remix di Cape Verdean Boy Ge Mendes e dei lavori sintetizzati dello storico Pierre Henry.
Ma Ludovic non si cura degli onori, dei premi e dei riconoscimenti accademici. Questo riservato e taciturno abitante dei sobborghi parigini non è mai così felice come quando rientra nello studio di casa sua per giochicchiare con i suoi campioni e i suoi loop. E’ proprio qui che, nel 1991, ha dato vita a un proprio genere fusion in cui tecno, jazz e blues si mescolano a elementi ambient, house e dub.

Lungi dall’essere un semplice ed approssimativo collage sonoro dal carattere puramente commerciale, questo nuovo idioma è una miscela maturata lentamente, una sapiente combinazione di macchine e strumenti, di radici e di modernità.
Nel momento in cui si dedica al campionamento di un vecchio bluesman americano nero (come nell’ora celebre Alabama Blues, che, dal 1995, anno della sua uscita, ad oggi, ha avuto numerose imitazioni – basti pensare all’ultimo Moby…), lo fa con tutto il rispetto di un meticoloso ed esigente seguace di Lightnin’ Hopkins e della musica nera in generale; Ludovic è cresciuto ascoltando Bob Marley, i Toots and the Maytals ma anche Miles Davis e i Kool and the Gang.
Il suo coinvolgimento con la musica è avvenuto quasi per caso.

Anni fa, il nostro compositore sognava una carriera nello sport. Adolescente, la sua passione per la vela, il windsurf e lo sci viene drasticamente smorzata da un infortunio. In alternativa, punta sull’informatica e lavora saltuariamente come DJ per feste danzanti. In collaborazione con un amico, Guy Rebiller, compone i suoi primi pezzi con lo pseudonimo di Sub System. Già all’epoca, la sua preoccupazione principale è evitare di sembrare uguale agli altri. “Allora, la tecno veniva eseguita sempre con un ritmo di 150 bpm, che era diventato una specie di camicia di forza.
Così, ho incominciato a prendere tutto con un tempo più lento…”.

Ludovic sforna una serie di 45 giri sotto una varietà di pseudonimi: Deep Side, Soofle, Modus Vivendi, LN’s, Nuage, D.S. Dopo breve, abbandona lo stile tecno diretto per un approccio più sensuale e malinconico. Da quel momento, l’asse New York/Chicago/Detroit si arricchisce di un nuovo punto cardinale: Parigi.
Ma a Ludo non interessano le etichette, né il panorama tecno, che, a suo parere, è troppo spesso retto da esigenze di produzione su scala industriale, demagogia, facili guadagni e cinismo.

Lui ha realizzato il suo sogno: registrare e, soprattutto, suonare dal vivo con altri musicisti, per esempio al Transmusicales Festival di Rennes nel 1995 o al Printemps de Bourges Festival l’anno seguente. Infine, ha trovato un gruppo jazz a… Saint Germain en Laye. Composta da Pascal Ohsé alla tromba, Edouard Labor al sax e al flauto, Alexandre Destrez alle tastiere ed Edmondo Carneiro alle percussioni, dopo Boulevard, la formazione ha partecipato a tutti i progetti di Saint Germain. “Non sono un musicista”, afferma Ludo con modestia, “sono più bravo a usare un mouse.

Tant’è che dopo Boulevard meditavo di lasciare la musica. Credevo di avere sbagliato tutto: house music suonata da un bianco…”.
Dopo Alabama Blues (1995) e Boulevard (1996) Ludovic Navarre, in arte Saint Germain, si ripropone sulla scena discografica con un nuovo disco per la prestigiosa etichetta jazz Blue Note: l’album Tourist, che nel 2000 lo consacra come uno dei più innovativi ed “illuminati” compositori della scena internazionale. Su questo progetto Ludo è piuttosto parco di commenti, limitandosi a rivelarne qualche dettaglio: “Ci sono solo quattro brani di pura house music.

L’album è una prosecuzione del mio lavoro, ci sono macchine e musicisti, suoni live e campionati.”
All’incisione hanno partecipato inoltre il chitarrista giamaicano Ernest Ranglin e il percussionista Idrissa Diop.
MARINA REI
Martedì 28 novembre graditissimo ritorno sul palco del Tenax per – inizio re 21,30, ingresso 20.000 lire - per la presentazione del suo nuovo album Inaspettatamente. Il quarto album di Marina Rei uscito il 10 novembre scorso su etichetta Virgin, è soltanto l'ennesimo passo in avanti di una carriera musicale iniziata ormai cinque anni fa e caratterizzata da una costante ricerca ed evoluzione.
Le 11 canzoni presenti sul nuovo album, prodotto da Pietro e Paolo Micioni insieme alla stessa Marina, mettono in evidenza il grande lavoro svolto sulla struttura dei brani e sugli arrangiamenti, così come l'attenzione riservata ai testi e alla loro interpretazione.
Corona così felicemente un percorso artistico che sin dall'inizio ha messo in mostra tutti i pregi e le qualità di una personalità forte come quella di Marina Rei.

Sin dal suo primo singolo, intitolato "Sola" e pubblicato nel 1995, Marina Rei si era imposta all'attenzione degli addetti ai lavori e del pubblico, grazie ad una formula musicale innovativa, sorretta per di più dalle sue ottime capacità come musicista. A "Sola" aveva fatto seguito a breve un altro singolo, "Noi", e l'album MARINA REI, prima che, nel 1996, l'artista romana decidesse di partecipare a Sanremo con il brano "Al di là di questi anni". La sua esibizione al Festival della Canzone le fruttò un'improvvisa popolarità presso il pubblico e l'apprezzamento degli addetti ai lavori, che in quell'occasione le assegnarono il Premio della Critica.
Lo stesso album MARINA REI, ripubblicato dopo il Festival, riscuote un ottimo successo, finendo per aggiudicarsi il disco di platino.

Alla partecipazione sanremese segue una serie di concerti che dà modo al pubblico di conoscere Marina Rei nella veste che lei predilige, quella di performer. Esemplare a questo proposito la sua trascinante esibizione in Piazza San Giovanni a Roma, nel corso del consueto Concerto per il 1° Maggio. Il 1997 inizia con una nuova partecipazione al Festival di Sanremo, questa volta con "Dentro me", un brano molto differente per struttura e intenzioni dal precedente "Al di là di questi anni" ma altrettanto fortunato.

Il brano lancia il secondo album di Marina Rei, DONNA, che conquista a sua volta il disco di platino per le oltre 100mila copie vendute. DONNA contiene un singolo fortunato come "Primavera", che si aggiudica il Disco per l'Estate edizione 1997.
Anche il tour effettuato quell'anno riscuote un grandissimo successo e porta Marina Rei a esibirsi in tutta Italia, collezionando esibizioni memorabili come quella tenuta alla Festa dell'Unità di Reggio Emilia di fronte a 20mila persone. Tra il 1996 e il 1997 Marina si esibisce in più di 150 concerti.

Nel 1998 arriva ANIMEBELLE, forse lo sforzo più ambizioso di Marina Rei e del suo team di produzione - composto dai fratelli Pietro e Paolo Micioni - fino a quel momento.
L'album si muove su coordinate musicali meno specificamente black, spostandosi verso una dimensione maggiormente pop sorretta da una produzione attenta a quanto succede di nuovo sul versante internazionale. All'album partecipano musicisti di fama internazionale come Trilok Gurtu: il risultato è un lavoro prestigioso e curato, capace di ottime canzoni come la title-track e "T'innamorerò".

Nel 1999 Marina torna al Festival di Sanremo con una nuova, splendida canzone, "Un inverno da baciare", prima scintilla di un cambiamento che avverrà compiutamente l'anno successivo durante la lavorazione del nuovo album. Il brano viene inserito nella ristampa di ANIMEBELLE, mentre esce un nuovo singolo di successo,"L'allucinazione", e Marina Rei riparte per un lungo tour che durerà fino alla fine dell'estate. Immediatamente dopo la fine del tour inizia la lavorazione del nuovo album, che viene registrato nel 2000 presso i Gimmick Recording Studios di Roma.
Il 10 novembre del 2000 esce infine INASPETTATAMENTE, il quarto album di Marina Rei con la Virgin.

Preceduto dalla pubblicazione come singolo del brano che dà il titolo all'album, INASPETTATAMENTE contiene 11 nuove canzoni e sarà accompagnato da una serie di concerti promozionali che partiranno in coincidenza con la sua pubblicazione.

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