Idra, l'Associazione che si oppone alla TAV, invia una lettera aperta a Legambiente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 novembre 2000 17:46
Idra, l'Associazione che si oppone alla TAV, invia una lettera  aperta  a  Legambiente

"Militanti di Legambiente, grazie. Sentivamo il bisogno di una nobile conferma di scelta di campo! Anche il prossimo centro-sinistra del dissesto idrogeologico dell'Appennino, dello svuotamento delle falde e dell'erario potrà contare - a quanto pare - sulla collaborazione del vostro presidente nazionale, che si propone, leggiamo, consulente ambientale di Francesco Rutelli. E lunga vita ai cantieri devastanti e "sostenibili" di un'Alta Velocità improbabile, inutile e insalubre, che fa lievitare la costruzione di autostrade e incoraggia il degrado delle ferrovie!
Ricordiamo l'affettuosa citazione che di Ermete Realacci fece il 10 luglio del 1996 l'allora ministro dei Trasporti Claudio Burlando, quando insieme a Lorenzo Necci tagliò il nastro del primo cantiere TAV sull'Appennino.

Agli ambientalisti toscani che stupidamente manifestavano contro la "grande opera", paventando i danni irreversibili che oggi sono quotidianamente sui giornali, Burlando rispose serafico: "Non capisco: su quest'opera mi ha dato il suo OK personalmente Ermete Realacci, presidente nazionale di Legambiente…!". E dire che pochi mesi prima, nel gennaio 1996, Realacci aveva firmato (e Legambiente co-finanziato) un ricorso al TAR del Lazio promosso dai cittadini contro la chiusura della conferenza di servizi che autorizzava i progetti esecutivi proprio di quella tratta Firenze-Bologna.

Quale fantasia! Chi non avesse voluto credere alle parole del ministro, comunque, ebbe conferma delle vere intenzioni del presidente nazionale di Legambiente già qualche settimana dopo l'apertura del primo cantiere TAV. Erano trascorsi pochi giorni dall'arresto di Lorenzo Necci nell'ambito dell'inchiesta di La Spezia denominata "Tangentopoli 2" (di fronte a quella, si scrisse allora, "Tangentopoli 1" impallidiva….), quando Ermete Realacci prese carta e penna per dichiarare sulle colonne de l'Unità (Legambiente, "Gli arresti non blocchino l'Alta velocità", 18 settembre 1996): "Sarei dispiaciuto se venisse bloccato il quadruplicamento tra Firenze e Bologna".

Le cronache successive insegnano che qualcuno ha provveduto a evitare a Ermete Realacci questo dispiacere.
Ma annoveriamo anche un Realacci disponibile, dalle colonne del Manifesto, ad assumere il dicastero dell'Ambiente in un'ipotesi di governo Maccanico delle riforme istituzionali, con Lorenzo Necci vice premier e ministro alle Infrastrutture. Ricordate?
Oggi, ultima tappa di una brillante parabola politica all'insegna della cultura dell'autonomia, com'è nella tradizione del migliore associazionismo: il vostro presidente, militanti di Legambiente, approda al progetto di Amministrazione Rutelli."

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