La lotta alla droga in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 Novembre 2000 19:14
La lotta alla droga in Toscana

Ogni ASL della Toscana ha ricevuto l'indicazione di impiegare l'1,5% del proprio bilancio nel settore della lotta alle tossicodipendenze. Complessivamente in Toscana cio' significa 90 miliardi ogni anno, ai quali si aggiungono i circa 10 miliardi che arrivano alla Regione dal Fondo nazionale per la lotta alla droga e che portano quindi la cifra complessiva a 100 miliardi all'anno. Questa la ripartizione del Fondo per gli anni 1997-1998-1999 in Toscana. Per progetti territoriali: 26 miliardi e 578 milioni cosi' ripartiti.

Prevenzione primaria: 90 progetti per 9,744 miliardi; Servizi e strutture innovative: 58 progetti per 6,014 miliardi; Avviamento al lavoro: 43 progetti per 5,366 miliardi; Formazione: 23 progetti per 2,072 miliardi; Ricerca e valutazione: 19 progetti per 924 milioni; Riduzione del danno: 16 progetti per 2,059 miliardi; Centri di documentazione: 8 progetti per 395 mlioni. Con un totale di 257 progetti per complessivi 26,578 miliardi. Nello stesso periodo per i progetti a valenza regionale sono stati impiegati invece 4 miliardi e 682 milioni, cosi' ripartiti.

Per interventi formativi e per la qualita' dei servizi: 12 progetti per 321 milioni; per interventi mirati a particolari problematiche: 7 progetti per 2,624 miliardi; per la realizzazione di reti informatizzate di dati: 4 progetti per 1,327 miliardi; per interventi preventivi su gruppi a rischio come i Rom: 3 progetti per 199 milioni; per interventi sulla popolazione carceraria:1 progetto per 200 milioni. Si tratta di 27 progetti per complessivi 4 miliardi e 682 milioni.
Per il 2000 la Regione Toscana, unica in Italia, ha approvato all'inizio di ottobre la ripartizione dei finanziamenti, che ammontano complessivamente a 9 miliardi 157 milioni.

Saranno impiegati per l'85% per finanziare i progetti territoriali e per il 15% per quelli di valenza regionale o destinati a problematiche specifiche. La priorita' verra' data agli interventi sulla popolazione carceraria, all'inserimento lavorativo, ai soggetti tossicodipendenti piu' marginali, agli interventi di formazione e a quelli di prevenzione.

Queste alcune cifre e problematiche nel settore delle tossicodipendenze.
Gli operatori e gli utenti Le 12 Aziende sanitarie locali e le 34 Zone socio sanitarie organizzano 41 Sert (Servizi per le tossicodipendenze) in cui lavorano 538 operatori che si occupano di 9.673 utenti, con una media di 236 per ogni Sert.

Nei 18 Enti ausiliari (associazioni o cooperative sociali) di cui 15 residenziali e 3 semi residenziali lavorano 321 operatori per 1.054 utenti con una media di 66 utenti per comunita'. I tossicodipendenti sono maschi per l'81% e femmine per il 19%. In Italia gli utenti in carico ai Sert sono 137.657, mentre quelli trattati altrove e temporaneamente presso i Sert sono 24.308. Di essi l'86,2% sono maschi e il 13,7% sono femmine. La loro eta' media e' di 31anni per quelli gia' in carico e di 28 anni per i nuovi utenti.

Questi i dati aggiornati al 31 dicembre 1998. Per il 1999 le cifre mostrano una tendenza all'aumento del fenomeno in Toscana, con 11.350 (+17,33%) utenti in carico ai Sert e 1.533 (+45,4%) ospitati presso gli enti ausiliari.
Droghe, nuove droghe e neo tossicodipendenti L'eroina e' una droga "matura", con una stabilita' nei consumi. E' in aumento l'uso delle droghe sintetiche e l'abuso degli alcolici utilizzati in maniera simile alle droghe sintetiche con il "binge", cioe' un consumo smodato durante il fine settimana secondo il modello nordamericano.

Le nuove droghe sono diffuse soprattutto tra chi svolge attivita' usuranti, chi fa turni stressanti, chi lavora di notte, ma anche tra gli studenti. Si parla di un 4-5% della popolazione scolastica delle medie superiori e di un 7% nei luoghi di lavoro. Si tratta di sostanze che non danno dipendenza, ma che sono ovviamente rischiose per la salute. C'e' poi il fenomeno del consumo nel fine settimana. Superata la vecchia immagine del tossicodipendente "brutto, sporco e cattivo", si registrano tra i tossicomani alti livelli di integrazione sociale, molto giovane in alcuni casi, ma che in altri supera i 35-40 anni.

Il 50% oggi e' ultratrentenne. Spesso lavora, ha famiglia, figli. Esistono poi una vasta serie di marginalita' sociali (nomadi, extracomunitari, nuove poverta', prostituzione, soggetti con patologie psichiatriche) che sono a fortissimo rischio. E' qui che saranno concentrate in futuro energie e finanziamenti.
Alcune cifre sui consumi e sui successi Si tratta di un'analisi abbastanza problematica perch‚ dalla tossicodipendenza e' abbastanza difficile "guarire". Le statistiche parlano del 4-5% di guarigioni -nei soggetti contattati- dopo un percorso di 7-8 anni.

In realta' devono essere considerati successi anche livelli di buona integrazione sociale che aumentano esponenzialmente man mano che si riesce a mantenere i soggetti in trattamento. Il superamento della cronicita' del fenomeno raggiunge percentuali di successo che arrivano anche all'80%. Ma il grosso obiettivo da raggiungere e' quello di far emergere la parte sommersa che e' stimabile in altri 11.000 tossicodipendenti o forse piu' per le droghe classiche, l'eroina e la cocaina, mentre per cio' che riguarda le nuove droghe si parla del 5-6% dell'intera popolazione toscana, cioe' persone che hanno avuto un consumo almeno saltuario nel corso della loro vita.

Lo dicono ricerche effettuate nell'area fiorentina e nel pistoiese.
Reinserimento lavorativo
Nei soggetti piu' gravi la percentuale di successi raggiunge il 50-60% circa dei soggetti in trattamento ma ci sono esperienze in cui la percentuale ha raggiunto l'85%.
Le zone a rischio
Si tratta certamente delle metropoli, Livorno e l'area metropolitana Firenze, Prato, Pistoia, anche se i dati dei soggetti in trattamento descrivono invece una situazione piu' omogenea. A questo proposito e' in corso una ricerca con Cnr di Pisa e con l'osservatorio epidemiologico di Lisbona.
Camper e unita' di strada
Si tratta di esperienze interessanti per intercettare la parte "sommersa" del fenomeno.

Un lavoro che ha dato i suoi frutti nei confronti del popolo che frequenta le discoteche. Ogni azienda sanitaria ha la sua realta' rappresentata dal camper o dagli operatori di strada che talvolta operano carattere informale grazie alle associazioni del volontariato e talvolta non in raccordo con le strutture del servizio pubblico.
Gli obiettivi
Costruire buoni livelli di educazione generale sui rischi connessi al consumo delle droghe. Dedicare grande attenzione ai problemi delle marginalita' sociali perch‚ una buona capacita' di integrazione sociale e' la migliore cura nei confronti della tossicodipendenza e dei comportamenti illegali in genere.


Dare priorita' alle politiche di prevenzione e di riduzione del danno; superamento del concetto di irrecuperabilita'; richiesta al governo perche' siano le Regioni a gestire interamente il fondo statale antidroga; sostegno agli strumenti di monitoraggio dei fenomeni; rafforzamento del ruolo dei comuni per la prevenzione ed il reinserimento lavorativo dei tossicodipendenti. Sono questi i messaggi che l'assessore alle politiche sociali Angelo Passaleva, ha lanciato nel suo intervento introduttivo alla Conferenza regionale sulle tossicodipendenze, in preparazione della Conferenza nazionale.

"E' questa l'occasione - ha detto Passaleva - per un confronto tra tutti i livelli istituzionali, il sistema dei servizi pubblici e del no-profit in relazione all'evoluzione del fenomeno e in vista della Conferenza nazionale in programma a Genova a fine mese. La Regione intende adeguare rapidamente le sue strategie di intervento per puntare decisamente alla prevenzione e contrastare la diffusione del fenomeno nella scuole, sui luoghi di lavoro, nel mondo giovanile. Consideriamo superato il concetto di irrecuperabilita' e intendiamo finanziare i progetti finalizzati alla riduzione del danno e alla riabilitazione delle dipendenze da sostanze legali e illegali come alcool, fumo e droghe".

La scelta strategica della Regione e' stata quella di attivare in ogni zona i Sert (Servizi tossicodipendenze) per un'azione capillare di controllo e di contrasto, ma anche quella di valorizzare il ruolo svolto dal no-profit, finanziando un corso per operatori di comunita' rivolto a circa 120 soggetti, partecipando ai comitati tecnico scientifici per le dipendenze e l'alcoldipendenza. "La Regione - ha aggiunto l'assessore - ha promosso un progetto per l'inserimento in rete a livello regionale di tutte le unita' funzionali Sert e le comunita' terapeutiche degli enti ausiliari.

Negli ultimi tre anni abbiamo finanziato 257 progetti per oltre 26,5 miliardi, finalizzati soprattutto alla prevenzione, alla creazione di servizi e strutture innovative e a favorire l'avviamento al lavoro. Consideriamo importante gli interventi rivolti alla popolazione carceraria rispetto ai quali in questo ultimo anno si sta cercando di superare le difficolta' esistenti all'interno delle strutture penitenziarie". Parlando degli impegni e dei problemi tuttora aperti, l'assessore Passaleva ha posto l'accento sulla volonta' di procedere ad un monitoraggio delle attivita' svolte dalle varie Asl, sui requisiti minimi standard che le strutture di assistenza devono possedere per ottenere l'accreditamento, sul raccordo con l'Agenzia regionale di sanita' e con l'Osservatorio epidemiologico, sul sostegno all'azione programmata per i servizi alcologici.

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