Gabriele Ferzetti in Antigone

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 novembre 2000 14:24
Gabriele Ferzetti in Antigone

Il Teatro della Pergola presenta, da mercoledì 8 a lunedì 13 novembre, Gabriele Ferzetti e Daniela Giovanetti in Antigone di Jean Anouilh nella versione italiana di Furio Bordon.
"Mi disgustate tutti con la vostra piccola vita che bisogna amare ad ogni costo. Siete come i cani, che leccano tutto quello che trovano per la strada. Io non sono così modesta, io voglio tutto e subito! E che sia bello come quando ero bambina, altrimenti preferisco morire!" Con questo grido di ribellione, Antigone 'nella rivisitazione del personaggio firmata da Jean Anouilh 'esprime tutta la sua purezza, la sua incorruttibilità, il suo idealismo: armi con cui coraggiosamente affronta il mondo e si oppone a quanto le sembra cinico e amorale.

Eppure non le appartiene la bellezza piena e algida della santità: le si confanno piuttosto le ombre e la luce, la forza ed i turbamenti di un adolescente, capace di battersi per le utopie e contemporaneamente di celare dietro una durezza autoimposta, la tenerezza e la violenza della paura...
E' affascinante l'attualizzazione del mito di Antigone composta, nei primi anni 40, dal drammaturgo francese Jean Anouilh: uno dei più interessanti autori contemporanei europei. Lo spettacolo messo in scena dal Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia si inserisce nel filone dei nostoi ossia dei ritorni al senso, alle appartenenze, alle idealità: un itinerario che lo Stabile ha già sperimentato negli anni passati (ad esempio con Edipo a Colono) e che non intende abbandonare, nell'ambito delle prossime stagioni.


La tendenza a "ricondurre" le inquietudini e le angosce del presente nell'alveo dei miti classici, a cercare di ricodificarne il senso, appartiene ad ogni epoca: figure della suggestione e dello spessore di Edipo, Prometeo, Oreste non hanno mai smesso di riflettere la loro luce nella mente e nell'immaginario dell'uomo.
Così Antigone: creatura mitica, eroina sofoclea che ha attratto nei secoli i massimi autori 'da Euripide ad Alfieri, da Honnegger a Cocteau, a Brecht - e che Jean Anouilh tratteggia con acutezza e sensibilità.


Rappresentata per la prima volta nel 1943 al Théâtre de l'Atelier 'durante l'occupazione tedesca della Francia 'l'Antigone di Anouilh, come molto teatro esistenzialista, rivela appieno l'angoscia della guerra, lo sgomento davanti alle ingiunzioni naziste, l'umiliazione, la paura: ma anche l'orgoglio, simboleggiato dalla protagonista, e dalla sua lotta "fino alla morte" contro una legge imposta e amorale. Coinvolgente, ritratto con notevole obiettività, lo scontro fra la giovane figlia di Edipo 'che vuole dare sepoltura al fratello Polinice 'e il sovrano Creonte, che le nega tale sacro diritto.

Ma Anouilh costruisce l'opera su diversi piani, la pervade di nuove implicazioni e di una forte vena d'universalità: i suoi personaggi, attentamente raffigurati, denunciano (precorrendo l'incomunicabilità e la sospensione di tanto teatro contemporaneo) un inquietante vuoto esistenziale che pur non isolandoli fisicamente, impedisce loro di condividere con altri le più intime motivazioni.
Furio Bordon, autore della versione italiana e della regia, sottolineerà con raffinatezza tali suggestioni, le preziosità e l'attualità del testo: accanto a lui un cast d'attori di alto livello, capeggiati da un interprete di classe e di sicura esperienza come Gabriele Ferzetti.

Al suo Creonte, che avrà la grandezza e la malinconia di un uomo disilluso, ingrigito dall'esercizio del potere, si opporrà la freschezza e l'intensità di Daniela Giovanetti, impegnata nel complesso ruolo del titolo.
Giovedì 9 novembre, ore 17.30, al Gabinetto Vieusseux Sala Ferri incontro con Cesare Molinari: "Le Antigoni".

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