Orishas al Tenax mercoledì (ore 22)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 novembre 2000 13:53
Orishas al Tenax mercoledì (ore 22)

Nome preso in prestito dalle dività afro-cubane - sono la nuova generazione della scena ispano-cubana che si esprime tramite un cocktail esplosivo di rumba, son, guarancò, fuses e hip hop, dando vita ad un nuovo percorso musicale che avrà sicuramente un seguito nel mondo musicale latino-americano. Il gruppo è composto da quattro musicisti provenienti dall’Avana ma residenti a Parigi per un lungo periodo. Due essi, Ruzo e Yotuel, facevano parte degli Amenaza, una delle rap-band dell’isola; Livàn, precursore degli Orishas, si è unito a loro dopo una esperienza con Sergent Gacia.

Dopo di lui è arrivato Roldàn, che ha donato al quartetto un carattere più ortodosso. Per un anno hanno lavorato nella capitale francese insieme al produttore rap Miko Niko, dando alle stampe l’album “A lo Cubano”.
Con questo disco si inseriscono nell’attuale scena ispano-cubana che include il meglio della nuova generazione di questo genere musicale. Come Haban Abierta, Athanai Castro e Nilo Castillo, essi esplorano nuove tematiche, nuovi interessi, mezzi di espressione alternativi.

Più di chiunque altro, fondono i generi e si spingono oltre per integrarsi in quella corrente di rock-funk-rap dormata dai nuovi gruppi d’avanguardia latino-americana.
“A lo Cubano”: l’influenza cubana si nota dall’inizio del disco, con un’intensa introduzione di percussioni, Intro, due minuti di musica della Santeria: tamburi Batà e una frase Yoruba in omaggio alle divinità: Eleuà, Ogùn. Ochocsi, Obtalà, Ochùn… Le influenze della band sono cantate e rimate in Represent, che contiene una miscela di rumba, son e guaguancò, per una canzone hip hop cantata in spagnolo e francese.
In Atrevido il rap diventa persino più veloce più sfrontato, senza perdere quel senso di armonia nelle scale suonate al pianoforte, alle trombe e alle percussioni.

Il flauto tedesco suona qualcosa nello stile Cypress Hill in A Lo Cubano e lo scratch lo dimostra. Si prosegue con Barrio, una canzone che mette in luce la permeabilità verso l’hip hop nordamericano come mezzo per denunciare i vecchi e nuovi problemi nelle strade de L’Avana. Solar è una specie di intermezzo che dà un tocco afro-cubano, e ci ricorda che l’esperienza del quartetto non è limitata al fraseggio duro, cosa che viene confermata dalla popolare 1999, che deve chiaramente la sua riuscita alla salsa e al funk sensuale dei controversi David Calzado e i suoi Charanga Habanera.

Come in una sequenza perfetta il disco ci riporta per le strade con Atencion, una denuncia dell’Avana di di oggi e dei problemi di quelle periferie che i turisti raramente vedono.
Mistica è più dolce e ha qualcosa di ragga melodico. Canto para Elewa y Chango è un impressionante rap Yoruba per i “Senores del camino” e per gli dei della virilità, della forza, del raggio e della battaglia. Orishas Llegò è un son in francese e spagnolo, 537 C.U.B.A. un omaggio pieno di rispetto a Chan Chan di Compay Segundo… Infine Conexion e Trinfo, due bani venati di nostalgia che concludono il dsico in maniera talmente intensa da sembrare quasi un nuovo inizio.

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