Il Parlamento di Strasburgo ha dato il via libera alla commercializzazione del vino transgenico

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2000 14:51
Il Parlamento di Strasburgo ha dato il via libera alla commercializzazione del vino transgenico

Una decisione gravissima, che la Toscana cerchera' di far ritirare intervenendo a tutti i livelli, sia in sede nazionale che comunitaria, in una battaglia che la vedra' rigorosamente schierata in difesa delle qualita' delle sue produzioni e delle piu' ampie garanzie per i consumatori.
E' quanto annuncia l'assessore regionale all'agricoltura, Tito Barbini, alla notizia del voto del Parlamento di Strasburgo che ha dato il via libera alla "commercializzazione dei materiali di moltiplicazione vegetativa della vite", ovvero al cosiddetto "vino transgenico".

"Il vino - ricorda l'assessore - non e' solo un prodotto imbottigliato e venduto, ma e' tradizione, cultura, ambiente, e' qualcosa che, per quanto ci riguarda, si lega fortemente all'immagine della Toscana, promuovendola in tutto il mondo. Quella di Strasburgo e' una scelta sconcertante che combatteremo fino in fondo, perche' investe direttamente la Toscana, una regione che e' conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo per le sue produzioni di qualita'.
La nostra posizione sugli organismi geneticamente modificati e' da tempo molto precisa, con un'opposizione che nasce da una forte sensibilita' per i temi della salubrita' e della genuinita', ma anche dalla convinzione che la Toscana non ha bisogno di tecniche di laboratorio capaci di invadere i mercati a prezzi competitivi, ma recidendo i profondi legami con territori e culture, perche' proprio questi legami rappresentano per noi un valore aggiunto e un marchio di qualita'.

E tutto questo vale ancora di piu' proprio per il vino, con le nostre trentanove denominazioni di origine".
Ed e' proprio la rottura di questi legami storici, come conseguenza di tecniche di manipolazione genetica, che l'assessore regionale trova "agghiacciante". "Non vogliamo che i nostri vini siano messi in difficolta' non dalla concorrenza delle altre grandi etichette nazionali ed internazionali, ma dall'invasione di prodotti standardizzati e di qualita' discutibile. Sono convinto che anche nell'epoca dei fast-food e dei consumi sempre piu' omologati, anzi, soprattutto in quest'epoca, la qualita' toscana sara' premiata.

Se pero' il gioco sara' davvero corretto. Per questo dobbiamo pretendere precise garanzie, non vogliamo trovarci di fronte ad un Chianti o a un Brunello prodotti in qualche laboratorio".

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