Sopralluoghi qualificati sul territorio di Sesto Fiorentino investito dai cantieri dell'Alta Velocità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 ottobre 2000 00:22
Sopralluoghi qualificati sul territorio di Sesto Fiorentino investito dai cantieri dell'Alta Velocità

Dopo la visita a Quinto e a Monte Morello da parte del prof. Giuliano Rodolfi, presidente del Comitato Tecnico-Scientifico dell'Osservatorio Ambientale Locale istituito dalla Comunità Montana del Mugello (ma tuttora non partecipato dal Comune di Sesto Fiorentino), sabato scorso è stata la volta del presidente dell'Osservatorio nazionale istituito presso il Ministero dell'Ambiente, ing. Fabio Trezzini, e della nuova referente della Regione Toscana per la sorveglianza dei cantieri TAV della tratta Firenze-Bologna, la dott.dssa Maria Sargentini.
E giusto ieri è stata realizzata un'ultima verifica, alla tomba etrusca della Montagnola di Quinto Fiorentino, con esperti di selvicoltura e di geotecnica.
il monumento più antico di Firenze avrebbe meritato un monitoraggio adeguato, tuttora inesistente, considerato l'alto rischio per la sua stabilità che fonti autorevoli hanno pubblicamente ammesso: da una parte l'ex Soprintendente Archeologico della Toscana Francesco Nicosia, dall'altra gli stessi ingegneri torinesi della Fiat Engineering, per il consorzio costruttore CAVET, seppur con diverse argomentazioni.
Come ha potuto l'attuale Soprintendenza Archeologica fornire un consenso alla cantierizzazione TAV, se è vero che - come leggiamo nelle dichiarazioni di esponenti di Fiat Engineering su La Nazione del 5 ottobre scorso - esiste un "rischio crollo" addirittura precedente e indipendente dallo scavo dei tunnel TAV (secondo l'ex soprintendente Nicosia, invece, il rischio di crollo del manufatto sarebbe da imputare alla linea TAV)? Come è stato possibile permettere di sommare a una situazione di rischio già così palese altri fattori destabilizzanti (o quanto meno non terapeutici) come l'escavazione di due tunnel a poche decine di metri di distanza dalla tholos, uno dei quali potrà essere fonte permanente di vibrazioni aggiuntive a quelle esistenti una volta che sarà terminato e attraversato dai treni TAV? E perché nessun sistema adeguato e completo di monitoraggio (attraverso inclinometri, estensimentri, assestimetri) risulta ancora impiantato in relazione ai rischi che interessano la tomba, nonostante che la cantierizzazione TAV sia stata già avviata da mesi a pochissime decine di metri di distanza?
La Soprintendenza Archeologica nel luglio del '98 fornì il proprio assenso al progetto esecutivo TAV, per giunta, senza che fosse stata svolta una campagna di sondaggi preventiva accanto alle due architetture più vetuste di Firenze, che secondo il Ministero dell'Ambiente "non costituiscono delle semplici emergenze monumentali isolate, ma potrebbero far parte di una estesa necropoli che conteneva al suo interno un gran numero di sepolture minori e di cui si ignora l'estensione".
La Soprintendenza non ricordava i contenuti della relazione sullo stato di conservazione delle due tombe, redatta dalla Soprintendenza stessa meno di un anno prima, il 16 settembre 1997? In essa si legge, a proposito della Montagnola: "La tomba è interessata da varie infiltrazioni di acque meteoriche, che hanno causato variazioni alle condizioni di stabilità termo-igrometriche delle murature interne.

Le due celle laterali presentano un rilevante dissesto statico da schiacciamento, evidenziato dall'andamento del quadro fessurativo che evidenzia lesioni di grave entità, caratterizzate da espulsione e frammentazione del materiale. L'architrave esterno risulta lesionato ed in parte scheggiato".

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