Grosseto: le aziende agrituristiche possono somministrare pasti e bevande senza ospitare i clienti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2000 23:15
Grosseto: le aziende agrituristiche possono somministrare pasti e bevande senza ospitare i clienti

In tredici comuni della Provincia è possibile, per le aziende agricole che lo richiedano direttamente alle Amministrazioni Comunali, somministrare pasti, alimenti e bevande (fino ad un massimo di 30 coperti giornalieri) derogando dagli obblighi (presenti nel resto della Provincia) necessari per esercitare l'attività agrituristica: dare ospitalità stagionale in alloggi, in spazi aperti ed organizzare attività didattiche, culturali e ricreative.
Agli 8 Comuni (Arcidosso, Castell'Azzara, Civitella Paganico, Massa Marittima, Roccastrada, Seggiano, Semproniano, Sorano) che già erano stati individuati con la prima delimitazione, che risale all'Aprile del 1999, si sono aggiunte nel Luglio scorso le Amm.ni Comunali di Roccalbegna, Monterotondo M.mo, Santa Fiora, Scarlino e Pitigliano.

Le aziende agricole situate in tali aree potranno fare domanda, per il rilascio dell'autorizzazione, alle Amministrazioni Comunali, il cui il compito fondamentale è quello di vigilare sull'osservanza dello spirito e della ratio della normativa, considerando che la L.R.T. 76/'94, che disciplina l'esercizio in Toscana dell'attività agrituristica, prescrive che la somministrazione sia a base di prodotti prevalentemente aziendali o che comunque provengano da produzioni tipiche di origine regionale, in modo da soddisfare i requisiti di connessione e di complementarità rispetto all'attività agricola, rappresentando così un veicolo per incrementare la vendita diretta dei propri prodotti e il valore aggiunto dei prodotti stessi, tramite la preparazione gastronomica.
La corretta applicazione della normativa potrà così costituire un'importante opportunità imprenditoriale, data la possibilità per le aziende agricole di limitate dimensioni, ubicate appunto in zone collinari, montane e in ogni caso svantaggiate, di orientare in modo alternativo la propria produzione agricola, raggiungendo accettabili livelli di reddito in quelle realtà dove con l'agricoltura convenzionale, raramente, può offrire dei ritorni economici soddisfacenti.
L'individuazione non è da ritenersi, comunque, chiusa ad adesioni che dovessero pervenire da parte di altre Amministrazioni Comunali situate in territori montani e svantaggiati ai sensi della Direttiva CEE 75/268.

In tal caso sarà cura del Settore Sviluppo Rurale dell'Amministrazione Provinciale verificare il rispetto, nelle aree proposte, dei requisiti previsti dalla L.R.T. n. 76/'94 e dalla deliberazione C.R.T. n. 118/'98 (Piano di Indirizzo Agrituristico), provvedendo all'eventuale ampliamento della delimitazione, dopo averne valutato la particolare frammentazione fondiaria, le particolari condizioni di svantaggio economico e la presenza di strutture agricole di limitate dimensioni, criteri stabiliti dal Piano di indirizzo agrituristico della Regione Toscana.

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