Agricoltura: 1000 rilevatori sguinzagliati in lungo e largo per la Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 ottobre 2000 00:29
Agricoltura: 1000 rilevatori sguinzagliati in lungo e largo per la Toscana

Quasi 130 mila aziende che saranno "radiografate" grazie ad un questionario di sedici pagine articolato in circa un centinaio di quesiti; un lavoro che nell'arco di appena 60 giorni consentira' di raccogliere una mole imponente di dati, costruendo un identikit quanto piu' possibile completo ed aggiornato dell'agricoltura toscana.
Sono questi alcuni dei dati che caratterizzano il quinto Censimento nazionale generale dell'agricoltura, ormai al via anche in Toscana, dopo un intensa attivita' preparatoria che l'Istat - ovvero l'Istituto nazionale di statistica, con i suoi 75 anni di esperienza - ha svolto assieme alla Regione Toscana, in particolare con il suo ufficio statistica, agli enti locali, alle associazioni professionali.
Rispetto al precedente censimento, quello del 1990, si dimezzano i tempi, raddoppiano gli operatori, aumentano le domande, nello sforzo di fornire un quadro del settore agricolo che tenga conto di tutti cambiamenti registrati negli ultimi anni, in termini di attivita', fonti di reddito, funzioni.
"Il censimento - spiega a questo proposito l'assessore all'agricoltura, Tito Barbini - consentira' di misurare l'agricoltura non solo in base al suo peso sul prodotto interno regionale o agli occupati, ma anche in base al suo contributo in termini di benessere per i cittadini toscani, di qualita' dei prodotti, di qualita' della vita.

In questo senso, c'e' una forte coincidenza tra quello che il censimento ci permettera' di conoscere e le concezioni che stanno alla base del nostro Piano di sviluppo rurale, recentemente approvato da Bruxelles. Per questo strumento, con il quale l'agricoltura in senso tradizionale si allarga fino a comprendere la tutela del territorio e il turismo ambientale, la fornitura di prodotti tipici e la riscoperta di tradizioni e mestieri antichi, il censimento costituira' un punto di riferimento obbligato, aiutandoci a calibrare meglio i nostri interventi nei prossimi anni".
"La Regione Toscana - ricorda invece l'assessore all'organizzazione, al sistema informativo regionale e alle infrastrutture tecnologiche, Carla Guidi - ha una lunga tradizione di piena e consapevole utilizzazione del patrimonio informativo di fonte censuaria, con collaborazioni ed approfondimenti che risalgono gia' agli anni Settanta.

In occasione del censimento della popolazioni del 1991, ad esem pio, abbiamo realizzato in colaborazione con l'Istat, specifiche iniziative di rilevazione sul pendolarismo per lavoro e per studio e, in seguito, numerosi approfondimenti su temi demografici e sociali.
Quanto ai prossimi censimenti, da essi ci aspettiamo molto, sia in termini di quantita' di informazione, sia in termini di tempestivita', grazie all'utilizzo di nuove tecnologie. E questo vale in particolare per l'agricoltura che, essendo materia con forti competenze della Regione e degli enti locali, e' un terreno dove il nuovo patrimonio conoscitivo potra' essere immediatamente impiegato a fini operativi".

Come sara' organizzato
Le modalita' del censimento sono illustrate nel Piano regionale, che individua come organi di censimento l'ufficio regionale - supportato da una commissione tecnica regionale - a cui si aggiungono specifici uffici provinciali - costituiti presso le Camere di commercio - e comunali.
La raccolta dei dati, tramite rilevazione diretta presso tutte le aziende agricole, avverra' tra il 22 ottobre e il 31 dicembre.

Membri dell'ufficio regionale a parte, in Toscana saranno impiegati 10 responsabili provinciali, 64 coordinatori intercomunali e un numero di rilevatori compreso tra 900 e 1.100 unita'. Il costo dell'operazione e' valutato in oltre 5 miliardi, quasi totalmente a carico dell'Istat. Circa 700 milioni serviranno alle attivita' di supporto e sensibilizzazione: di essi 120 milioni saranno assicurati dalla Regione.
In gennaio i dati saranno immessi in una rete telematica appositamente predisposta, rendendoli visibili agli uffici regionali e all'Istat.

I primi risultati saranno disponibili gia' a marzo.

A cosa servira'
I dati del censimento - lo abbiamo detto - rappresenteranno il quadro di riferimento sul quale impostare il monitoraggio degli effetti sulle aziende agricole dei finanziamenti attivati con le varie misure del Piano di sviluppo rurale. "In particolare - spiega Barbini - li utilizzeremo con particolare attenzione in relazione ai fondi destinati ad aiutare i giovani nell'acquisto e nella conduzione delle aziende agricole, perche' lo svecchiamento della nostra agricoltura, in un settore in cui il 38 per cento degli addetti supera i 65 anni e solo il 12,4 risulta sotto i 45, e' un forte impegno del governo regionale".
E non solo, ovviamente.

Le informazioni sulle superfici interessate alle varie colture ed alle consistenze degli allevamenti contriburanno all'individuazione degli interventi piu' idonei a migliorare la competitivita' delle filiere agro-industriali, sfruttando nel modo piu' redditizio le opportunita' comunitarie.
Particolarmente importante sara' la disponibilita' di dati aggiornati per settori strategici quale quello viticolo, un settore in cui dal 1990 le superfici per vini di qualita' sono aumentate (da 28.623 a 33.094 ettari), mentre sono state ridimensionate le superfici complessive (da 70.755 a 67.298 ettari), ma che soprattutto e' chiamato ad un netto ringiovanimento degli impianti (moltissimi dei quali sopra i 25 anni di eta'); o quello olivicolo, con la sua ottima tradizione di qualita', per il quale dal censimento ci si aspetta un ulteriore incremento delle superfici investite (nel 1990 erano 88.827 ettari, oggi se ne stimano 103.623).
Di grande significato anche la "fotografia" delle nuove fonti di reddito, come l'agriturismo (con le aziende passate dalle 377 del 1991 alle 1.738 del 1999, con 25 mila posti letto e un fatturato di quasi 250 miliardi) e le coltivazioni biologiche (con ben 1.400 aziende interessate).


Il questionario affronta anche problematiche quali la cura dei boschi, la destinazione dei prodotti forestali, la difesa idro-geologica del territorio.

I dati di partenza e le previsioni
Ricordiamo che il censimento 1990 aveva rilevato 149.741 aziende presenti in Toscana, con una superficie totale di 1.776.563 ettari e una superficie agricola utilizzata di 927.568 ettari. Ben il 30,6 per cento di esse avevano una superficie inferiore all'ettaro, mentre solo il 3,7 superava la soglia dei 50 ettari.

Le province di Massa Carrara, Lucca, Pistoia ed Arezzo registravano il piu' alto numero di aziende di piccole e piccolissime dimensioni, soprattutto nelle zone montuose.
Sulla base di dati Istat del 1996 - ricavati da una rilevazione campionaria - e di dati della Regione, per questo censimento si stima un calo di circa il 17 per cento delle aziende da rilevare, una riduzione del 4 per cento della superficie totale e del 3 per cento di quella utilizzata.
Particolarmente forte - 25-30 per cento - si stima la riduzione per le aziende inferiori ad un ettaro, piu' lieve - 4-5 per cento - quello per le aziende con un superficie tra un ettaro e 5 ettari.

Un incremento lieve, invece, sull'ordine del 3-5 per cento per l'imprese con una superficie fra i 5 e i 20 ettari, che diventa piu' sostanzioso - sul 10-15 per cento - per le aziende di superficie superiore.
Si prevede la scomparsa di molte piccolissime aziende per decesso dei conduttori piu' anziani o per abbandono dell'attivita' agricola, con un incremento della superficie media aziendale. Per quanto riguarda la conduzione si dovrebbe registrare un incremento sia della conduzione diretta che di quella con salariati, mentre dovrebbe scomparire definitivamente la mezzadria, grazie all'attuazione della legge sui patti agrari.

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