SportS’ MuseuM

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 settembre 2000 09:51
SportS’ MuseuM

A Firenze, città d’arte per antonomasia, ricca di monumenti e di musei, ne esiste (anche) uno privato che ha però un enorme valore culturale: quello storico-sportivo e del manufatto.
Si trova nella antica via Maggio (angolo piazza Pitti) e Walter Rontani (fondatore del museo e recordman italiano di sollevamento pesi, categoria medio-massimi - F.I.d.C.F. -, nell’esercizio "Tricipiti su panca orizzontale" con bilanciere di kg. 98,400, effettuato in data 17/02/1969), nel pomeriggio della seconda domenica di ogni mese (dalle ore 16 alle ore 20, con ingresso gratuìto - tel.

055.217.294) fa gli onori di casa.
Il palazzo è al n° 39; nel Cinquecento ospitò i dottori accreditati alla corte medicea.
Su un angolo della facciata campeggia uno stemma con un leone rampante, simbolo dei trascorsi nobiliari della dimora.
Il MuseuM Walter Rontani (dal 1964), disposto su due piani, copre (circa) duecento metri quadri di superficie: qui si trovano oggetti e attrezzi usati dai pionieri dello sport.
Già il soffitto, con travi di legno (di quattrocento anni fa) e il caratteristico cotto dell’Impruneta, costringe il visitatore a guardare tanta bellezza.
Alle pareti, rivestite di legno, è disposta una miriade di "pezzi" che attirano l’attenzione del visitatore.
Talvolta è la curiosità ad avere il sopravvento, com’è nel caso del "cattura-insetti per pescare" o dei "segna-campo da tennis", costruiti dalla Slazenger agli inizii del secolo XX.
Sono oltre cento i "giuochi" che hanno un loro testimone nell’esposizione di Rontani.
C’è anche il modello (scala un mezzo) di una Fiat da turismo decappottabile del 1908 (motore a scoppio), perfettamente funzionante.


L’auto sembra uscita ora di fabbrica, con la sua vernice rossa e nera fiammante, e il proprietario sarebbe felicissimo di poterla guidare (in strada) per reclamizzare il suo SportS’ MuseuM.
Nella ricchissima collezione ci sono tutti i tipi di bracciali per il "giuoco del pallone col bracciale" che si praticava (anche) allo sferisterio delle Cascine (inaugurato nel 1895 per volere della giunta e dell’allora Sindaco Marchese Matteo Tolomei Biffi, oggi monumento nazionale; da segnalare quello di Antonio Scaino, che scrisse (nel 1555) il famosissimo "Trattato del giuoco della palla".
Vi sono poi sacche da golf, complete dei legni e dei ferri, selle, staffe e morsi molto antichi per cavalli.
Inoltre non mancano fioretti, palloni e scarpe da calcio d’epoca, racchette da tennis con il manico a coda di pesce che farebbero impazzire di gioia i big di oggi, come un violoncellista davanti a uno Stradivari.
In omaggio al ciclismo ci sono (anche) due velocipedi francesi del 1865 di tipo Michaux.
Insomma, una carrellata sugli "sports" di tanto, tanto tempo fa, sospesi fra l’epopea e l’avventura, fatta di incredibili sacrifizii non gratificati se non, semplicemente, attraverso il sapore della vittoria, soprattutto in quelle discipline dove al talento naturale dell’atleta occorreva abbinare coraggio e perseveranza.

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