Il Museo di Scienza della Terra e dei Pianeti ospiterà la più grande collezione di meteoriti d’Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 agosto 2000 14:35
Il Museo di Scienza della Terra e dei Pianeti ospiterà la più grande collezione di meteoriti d’Italia

Una vasta collezione di meteoriti (destinata a diventare la più grande d’Italia) e una cospicua raccolta di minerali è il patrimonio scientifico costituirà la base del futuro Museo di Scienza della Terra e dei Pianeti, che troverà collocazione nella ex Caserma dei Vigili del Fuoco di Prato. Il museo, che sarà probabilmente inaugurato entro la fine dell’anno prossimo, metterà a disposizione dei cittadini, degli studenti e dei ricercatori (che hanno già manifestato un forte interesse) un patrimonio scientifico di elevato valore ed unico nel suo genere.

L’attenzione per la collezione dei meteoriti, che non solo permette di diversificare il museo pratese da quello fiorentino di Storia naturale che già possiede una cospicua sezione di mineralogia, ma crea un allestimento specifico per un settore che in Italia conta pochi e ridotti spazi espositivi, è confermata dall’acquisto, concluso nei giorni scorsi da parte della Provincia, di 15 campioni meteoritici provenienti da varie località del nostro pianeta, insieme a 13 campioni mineralogici. Le meteoriti acquisite (tutto il pacchetto, compresi i minerali, ha un costo di 71 milioni) vanno ad aggiungersi al meteorite di Nantan (dalla località cinese dove è stato trovato) che con i suoi 272 Kg è il più grande presente in Italia e a molti altri campioni acquistati l’anno scorso.
Gli esperti dell’Istituto geofisico toscano, che ha ricevuto dalla Provincia l’incarico della scelta, dell’acquisto e della certificazione dell’effettivo valore dei campioni, sottolineano l’eccezionale interesse scientifico di alcuni di essi: il meteorite di Allende (dalla località messicana dove è caduto) famosissimo e molto ambito nell’ambiente scientifico; una sezione di Pallasite, costituita da una pasta di fondo di metallo in cui sono immersi cristalli verdi e brillanti di Olivina e che rappresenta il nucleo più interno di un corpo planetario che si è disintegrato liberando frammenti che hanno raggiunto la Terra dopo un viaggio nello spazio di milioni di anni; alcuni Libyan Desert Glass, vetri verdi derivati dall’impatto di un meteorite sul deserto del Sahara; e un piccolo frammento di meteorite marziana, originato dall’impatto di un grande corpo sulla superficie di Marte, che ha prodotto frammenti proiettati fuori dal campo gravitazionale del pianeta rosso e catturati poi da quello della Terra.

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