Era il titolo del convegno organizzato al Palaffari di Firenze da Confesercenti, Confartigianato e
Cna.
“Se non si colgono i rischi dell’attuale situazione - ha spiegato il
presidente della Regione Toscana, Claudio Martini- e’ difficile mettere a punto una strategia di rilancio. Ma e’
difficile intervenire anche se non si apprezzano nella giusta misura le
potenzialita’ che possono essere sfruttate. In questo senso questa
legislatura, fin dal suo inizio, dovra’ fare un passo in avanti, sia sul terreno
della individuazione delle problematiche che su quello della
progettualita’”.
In realta’, ha spiegato Martini, in Toscana anche la piccola distribuzione
ha grandi carte da giocare, sempre che sappia raccogliere pienamente la
sfida della qualita’, scommettendo sulle vocazioni dei singoli territori,
sulle produzioni tipiche, sull’artigianato artistico.
Una strategia, che rappresenta anche un antidoto alla omologazione e all’appiattimento delle specifiche identita’, che avra’ comunque bisogno di appositi strumenti di sostegno. “Sara’ necessario qualificare e aggiornare costantemente il nostro modello di intervento - ha ricordato il presidente - I processi di razionalizzazione dovranno accompagnarsi a misure di difesa della piccola distribuzione, e questo non per una pura volonta’ di mantenimento, ma per valorizzare una forza propulsiva dell’economia.
Non si tratta di congelare, ma di tutelare in una logica di crescita di qualita’”. Il presidente ha ricordato come il governo regionale abbia finora mantenuto tutti gli impegni assunti lo scorso marzo in occasione del difficile confronto sugli outlet commerciali, inserendo, nell’ambito della recente variazione di bilancio, un pacchetto di ulteriori risorse per il settore del commercio destinate ai programmi integrati di rivitalizzazione delle rete distributiva e al sostegno delle piccole imprese commerciali per un miliardo e 800 milioni.
Ma il convegno e’ stata anche l’occasione per annunciare un forte impegno al rilancio e al rinnovamento della politica di concertazione. “In particolare - ha segnalato Martini - siamo chiamati all’aggiornamento del Patto per lo sviluppo e l’occupazione. E’ un documento che risale al 1996 e da allora e’ successo di tutto, dall’esplosione di Internet all’introduzione dell’Euro, all’avvio della riforma federalista. E’ necessario riscrivere molte cose. Impiegheremo i prossimi tre mesi nella verifica e il bilancio dell’esperienza di questi anni, poi per il prossimo inverno contiamo di siglare il nuovo Patto”.