Tessile pratese: saldo negativo per l’industria e positivo per l’artigianato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 giugno 2000 16:14
Tessile pratese: saldo negativo per l’industria e positivo per l’artigianato

Aumento di occupati e disoccupati, diminuzione delle retribuzioni orarie di fatto nell’industria e aumento invece nell’artigianato, crescita contenuta della flessibilità e calo invece del turn-over del posto di lavoro. Questo lo spaccato d’insieme dei dati presentati questa mattina dal Sistema informativo Economia e Lavoro della Provincia nel corso di un Workshop tenutosi a palazzo Novellucci a cui hanno partecipato l’assessore alle politiche economiche della Provincia, Fabio Giovagnoli, Piero Ganugi, coordinatore scientifico del Siel, Claudio Lucifora dell’Università Cattolica di Milano e i ricercatori Bruno Accardo e Pinuccia Calia.

I dati sono stati illustrati ai rappresentanti dell’Unione industriale e delle parti sociali.
Secondo l’elaborazione del Siel, condotta sulle fonti statistiche fornite dall’Istat, dall’Unioncamere e dalla Direzione provinciale del lavoro, aumenta, dunque, il tasso di occupazione (gli occupati nella Provincia sono passati tra il ’98 e il ’99 da 102.000 a 103.000, fra l’altro gli occupati dipendenti aumentano a discapito degli occupati autonomi) e si conferma per un altro anno il trend di crescita registrato fin dal ’96, ma aumentano anche i disoccupati.

Se nel ’97 erano 7.000 e nel ’98 salivano a 8.300, nel ’99 si registrano 9.200 persone in cerca di occupazione. Si tratta di numeri in controtendenza rispetto alla Toscana e all’Italia, che vedono invece nello stesso periodo contrarre progressivamente la disoccupazione, e che si possono attribuire agli effetti dell’introduzione di forza lavoro dall’esterno, cioè all’immigrazione. Il trend di crescita è presente anche nei dati forniti dall’ufficio di collocamento, che fra il ’98 e il ’99 registra un incremento dello stock medio di iscritti, passati da 14.527 a 15.885 unità, con un’accelerazione particolarmente forte nell’ultimo quadrimestre del ’99.

Per quanto riguarda le retribuzioni orarie di fatto del settore tessile, una elaborazione che il Siel ha iniziato nel ’96 per l’industria e arricchito nel ’97 con i dati per l’artigianato forniti dall’archivio Cna, nel ’99 si è assistito ad una diminuzione complessiva pari a -1%, una media che raccoglie i saldi negativi di finissaggio (-2,5%) e lanifici (-1,3% ) e quello positivo (+0,8%) delle filature. Questi valori in diminuzione, che ribaltano gli indici calcolati senza considerare tredicesima, quattordicesima e premi aggiuntivi, tutti positivi, con incrementi che si attestano fra il +3 e il +4%, si spiegano quindi come l’effetto di premi e mensilità aggiuntive di entità meno elevata.

Presente anche la caduta di potere d’acquisto, intorno al -3%, calcolata sull’incremento del livello dei prezzi a Firenze e in Italia. Diverso il dato per l’artigianato: qui le retribuzioni orarie di fatto registrano un aumento del +3%, una media che assomma indici del -1,6% dei maglifici, del +0,3% del finissaggio, del +3,1% della filatura e del +8,2% della tessitura. Anche il potere d’acquisto si mantiene positivo, registrando nel confronto con la crescita dei prezzi, un incremento di circa il +1%.

Positivo l’indice della flessibilità del mercato del lavoro pratese: nel ’99 i contratti part-time hanno rappresentato oltre il 15% degli avviamenti, contro il 13% del ’98, mentre i tempi determinati sono cresciuti dal 38 al 46%, stabilendo un trend positivo che è ancora lontano dagli indici della Toscana e nazionali, ma che comincia ad essere interessante per un distretto industriale, che ovunque privilegia forme di lavoro più tradizionali rispetto a settori come il commercio e il terziario.

Infine un altro dato positivo è il costante calo del numero di avviamenti e di cessazioni, un dato questo che testimonia una maggiore stabilità del mercato, in particolare il ‘riallocamento’, cioè il movimento da un posto di lavoro all’altro, registra oggi 20.000 cambiamenti rispetto ai 30.000 e oltre degli anni dal ’95 al ’98 su una popolazione lavorativa com-plessiva di circa centomila persone.

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