Il Patto Territoriale "Appennino tosco-emiliano-romagnolo"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 giugno 2000 22:26
Il Patto Territoriale

Il Patto Territoriale è l’accordo tra soggetti locali, imprese, enti locali, associazioni di categoria per identificare obiettivi di sviluppo condivisi ed attuare un programma di interventi integrati nei settori dell’industria, agroindustria, servizi, turismo ed in quello dell’apparato industriale. Il Patto deve essere caratterizzato da obiettivi di promozione dello sviluppo locale in ambito subregionale compatibili con uno sviluppo ecosostenibile.
Come nasce un Patto territoriale
I Soggetti promotori provvedono alla stesura di un protocollo d’intesa, su cui sono indicate i principi e le finalità a cui si intende ispirare con il costituendo Patto.
Il Protocollo d’Intesa viene sottoscritto da altri soggetti (Soggetti sottoscrittori) sia di natura pubblica (CCIAA, province, comuni…) che privata (associazioni di categoria, ordini professionali, banche…).

Questi soggetti si impegnano a promuovere il patto sui propri territori, tra i propri associati o clienti. Nei limiti delle proprie competenze e disponibilità si impegnano inoltre ad agevolare il successo del patto assicurando per esempio uno snellimento delle procedure amministrative o agevolazioni creditizie a favore delle iniziative imprenditoriali rientranti nel Patto. Questo punto è assai rilevante in quanto la lentezza e la complessità relativa all’assolvimento delle procedure amministrative che sono spesso il vero deterrente all’iniziativa imprenditoriale.
I soggetti promotori del Patto territoriale "Appennino tosco-emiliano-romagnolo"
Comunità Montana dell'Appennino Faentino, Comunità Montana della Montagna Fiorentina Comunità Montana del Mugello, Comunità Montana della Val di Bisenzio, Comunità Montana Valle del Santerno, Comunità Montana Valli del Savena e dell'Idice.
I soggetti sottoscrittori del Patto territoriale "Appennino tosco-emiliano-romagnolo"
Hanno aderito al Protocollo d’Intesa i seguenti soggetti: I comuni facenti parte delle Comunità montane promotrici, le amministrazioni Provinciali di Firenze, Prato, Bologna, Ravenna, la C.C.I.A.A.

di Firenze, Prato, Bologna, Ravenna, le organizzazioni di rappresentanza datoriale e sindacale dell’area e diversi istituti di credito e di intermediazione finanziaria.
Lo scopo del Patto territoriale "Appennino tosco-emiliano-romagnolo"
Il Patto Territoriale "Appennino tosco-emiliano-romagnolo" propone agli operatori, pubblici e privati, di realizzare un organico programma di sviluppo che sia compatibile con l’esigenza di salvaguardia ambientale. In particolare i principi a cui si dovranno ispirare i progetti presentati possono essere così sintetizzati:
Valorizzazione della qualità ambientale come strumento di sviluppo economico;
Adeguamento del sistema infrastrutturale e di servizio, materiale ed immateriale, in modo da garantire il supporto all'iniziativa locale privata e di offrire accoglienza ad iniziative dall'esterno;
Consolidamento e sviluppo della struttura produttiva valorizzando le peculiarità produttive e conservando le caratteristiche innovative e di alta qualità delle attuali produzioni.
La logica del Patto è quella di realizzare un’azione comune, all’interno della quale i singoli progetti troveranno una tutela particolare.

A tale scopo si procede attraverso la raccolta dei progetti di investimento privati e pubblici a sostegno dello sviluppo locale. Il pacchetto dei progetti viene passato ad un istituto incaricato di effettuare l’istruttoria per conto del Ministero del Tesoro (che eroga i fondi e stabilisce le regole di fondo attraverso un apposito bando). Tale istruttoria verificherà la conformità dei progetti e l’ammissibilità dei costi in relazione a quanto previsto dal bando. I progetti giudicati non ammissibili ad essere finanziati dalle finanze del patto saranno indirizzate verso altre forme di finanziamento.
Il Prebando
Il bando ministeriale è atteso per il prossimo autunno.

Per arrivare a tale appuntamento con la migliore preparazione possibile, il Tavolo di concertazione ha deciso di realizzare un Prebando con cui si invita le aziende a presentare i propri progetti di investimento.
Questa iniziativa, in vista del bando definitivo, presenta diversi vantaggi:
favorire l’iniziativa privata, correggendo da subito quegli eventuali errori che se commessi in sede di bando potrebbero compromettere l’accesso dell’impresa al progetto;
velocizzare l’iter del processo di presentazione delle domande in fase di bando definitivo;
indirizzare l’investimento privato verso la tipologia di finanziamento più consono (nel caso non presenti i requisiti per essere finanziato dalla finanza del patto);
favorire l’attività di programmazione pubblica che potrà così orientare i propri investimenti infrastrutturali nel modo più funzionale possibile all’attività delle imprese.

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