TAV: senza effetto l'omelia di Pasqua dell'arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 maggio 2000 10:00
TAV: senza effetto l'omelia di Pasqua dell'arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli

"Che dire dell'appello di un gruppo di donne del Sud d'Italia, che hanno mariti e figli a lavorare nelle gallerie dell'Alta Velocità del nostro Appennino, le quali invocano il rispetto della dignità umana e identità cristiana dei loro uomini e delle loro famiglie?", aveva detto il cardinale. Aggiungendo: "Oggi io vedo in loro le donne della Pasqua, a cui è stato detto: Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno … Andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro".
Il sindaco di San Piero a Sieve Alessia Ballini mostra di aver preso a cuore le sorti delle famiglie sfrattate da un'area calda del suo Comune, al Carlone, divenuta grazie alla TAV 'terra di nessuno', teatro di scorribande di camion, polveri, frastuono e smog.

L'Amministrazione di S. Piero a Sieve tenta in qualche modo di dare una risposta ai problemi che derivano dalle scelte improvvide dell'Amministrazione che l'ha preceduta. Ma i minatori CAVET di quello stesso cantiere che rende la vita impossibile ai cittadini si domanderanno forse: perché il sindaco a cui le nostre mogli si sono rivolte non mostra altrettanta sollecitudine per noi, che viviamo sotto terra un'altra "vita impossibile", a centinaia di chilometri di distanza da casa, privi del diritto al riposo del sabato e della domenica? E il sindaco di Vaglia, a cui pure era stato indirizzato l'appello?
L'Associazione di volontariato Idra interviene sul disagio degli operai dei cantieri TAV: "I sindaci di S.

Piero a Sieve e di Vaglia potrebbero convocare un incontro pubblico nel quale sia data ai minatori dei cantieri la possibilità di far conoscere alla comunità violentata dal progetto TAV le violenze che loro, a loro volta, sono costretti a subire nel più triste isolamento. La scarsa sensibilità dei sindacati, che si ostinano a considerare intoccabile un accordo firmato senza fare i conti con le esigenze dei lavoratori, e che si sottraggono al dialogo e al confronto, come Idra è costretta a costatare, non può e non deve rimanere una brutta notizia di fronte alla quale semplicemente rassegnarsi".

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