Scende il silenzio nel teatro e la signora impone il suo tempo all’orchestra. Tutti la conoscono come la donna del Buena Vista Social Club, ma Omara Portuondo ha cantato nella sua carriera con molti gruppi havaneros come l’orchestra femminile Anacaona e il "Cuarteto d'Aida Diestro”, in cui esibiva anche un’impostazione lirica. Omara ha regalato ieri sera al pubblico del Politeama di Prato boleros, "habaneras" e feeling, come il repertorio "sentimentale" dei cantautori, le canzoni di Silvio Rodriguez , il jazz di Chucho Valdes , ma i brani che gli spettatori volevano sentire dall’Edith Piaf cubana, classe 1930, stile da regina e voce da brivido, erano “The man I love” e “Veinte Años”.
Nel '98 è stata in tournèe europea con Compay Segundo, nel ‘99 con Ruben Gonzales. Finalmente è tornata in Italia da vera solista, accompagnata da un’orchestra costruita per lei in occasione dell’inaugurazione di “Fabbrica Europa”, oltre le frontiere. E l’emozione nasce quasi spontanea in questa session di amici che suonano divertendosi. Quasi perché la dimensione dello storico teatro pratese, largamente incompleto, ha sorpreso la cantante che ha subito invitato il pubblico a quella partecipazione necessaria per il decollo della serata.
Peccato che non riesca a giungere anche da noi la buona abitudine che negli altri paesi consente di svendere i biglietti all’ultimo minuto pur di riempire la sala e garantire il successo dello spettacolo.
