Stamani il maggior quotidiano di Firenze riprende nuovamente il tema lanciato settimane fa da NOVE. E lamenta che la facciata dell’Opificio delle Pietre dure, in via degli Alfani, risulta ancora imbrattata di gomme da masticare e altre nefandezze, per colpa dei turisti che attendono in coda l’ingresso alla Galleria dell’Accademia.
A distanza di settimane dalla “scoperta” il redattore non fa considerazioni sulle cause dello sconcio, non si domanda come mai da anni i turisti imbrattino proprio quel muro e non altri, perché la coda dei visitatori sia perenne all’Accademia e se, forse, la struttura sia un po’ inadeguata rispetto alle esigenze.
Senza, si direbbe, “nesso di causalità”, invita soltanto a ripulire la parete (di certo soluzione non definitiva), accusando il rimpallo di responsabilità degli amministratori.
E’ singolare che il ribaltamento del senso della segnalazione di NOVE [vedi approfondimento] sia stato attuato dai così detti organi di informazione quasi in coincidenza con il recapito nelle case dei Fiorentini dell’opuscolo del Ministero della Sanità sulla donazione di organi.
Questa comica coincidenza sembra suggerire che gli organi da donare per “morte encefalica”, o “morte cerebrale” (come spiega la pubblicazione) non siano quelli che stanno dentro di noi.
