Emozioni di lettura di “Madame Bovary”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 marzo 2000 23:04
Emozioni di lettura di “Madame Bovary”

Al Teatro della Pergola sino a domenica è di scena Monica Guerritore in “Madame Bovary” di Giancarlo Sepe, liberamente ispirato al personaggio di Gustave Flaubert. Il romanzo com’è noto è imperniato sulla figura di una giovane donna della borghesia di provincia francese, insoddisfatta e delusa dalla realtà che si rivela inferiore alle fantasie sentimentali, alimentate dal Romanticismo.
La storia di Emma inquieta e insoddisfatta, è il moderno archetipo femminile di un'insanabile frustrazione sentimentale e sociale.

Sepe racconta con lo spettacolo i suoi appunti emozionali di lettura, scegliendo una strada narrativa, coerente al suo stile di teatro d'immagini, fatta non di parole ma di situazioni oniriche, gesti, musica. E’ una scelta difficile, quasi paradossale, quella di raccontare un romanzo quasi senza l’uso della parola. Il tentativo è quello di trasmettere la passionalità femminile, il senso di estraneità al contesto maschile, la solitaria incomprensione che conduce infine a alla follia, simbolo di una condizione freudianamente antisociale, neo-pagana.
Emma Bovary è una donna debole, che apparentemente finge di non vedere come stanno le cose, è straziata dalle risposte che le vengono dalla realtà perché non può adattarsi e deve inseguire un sogno, e alla fine è spinta al "no assoluto", al suicidio, per sfuggire alla responsabilità ultima, quella della sua coscienza.


Gustave Flaubert (1821-1880) reagiva con romanzo alle debolezze del Romanticismo, curando all'estremo la forma e lo stile, tendendo a una scrittura impersonale, evitando il lirismo a favore dell'ironia. All'uscita del romanzo (1857) Flaubert fu incriminato per oltraggio alla morale ed alla religione. Benché venga poi assolto nel relativo processo, questo può dare la misura di ciò che aveva suscitato nella società borghese. Domani alle 17.30, al Saloncino del Teatro della Pergola, un incontro con Monica Guerritore che parla dal vivo, in scena, di Emma Bovary con le parole, la voce del personaggio scritto da Flaubert.

Dal romanzo al teatro: due donne lontane nel tempo che si guardano, si avvicinano, si abbracciano, si confondono e si sdoppiano di nuovo, come se dalla fissità dell’archetipo narrativo prendessero vita gli slanci, i desideri, le angosce di una impossibile ricerca d’amore. Attrice e personaggio: quali fili li legano, quale distanza, quale empatia? Di questo si parlerà e del lavoro fatto con Sepe per estrarre dal tessuto romanzesco l’intensità dinamica dei pensieri segreti, del monologo interiore di questa nuova, contemporanea Madame Bovary.

A contrasto con questa scrittura scenica, si guarderà ad alcune ricreazioni tentate dal cinema.

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