Fondi Strutturali - Posizioni a confronto nel negoziato Italia/CE sulle zone ammissibili all'obiettivo 2.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 marzo 2000 13:25
Fondi Strutturali - Posizioni a confronto nel negoziato Italia/CE sulle zone ammissibili all'obiettivo 2.

Nell'ambito del complesso negoziato in corso per la definizione delle zone ammissibili ai finanziamenti comunitari dell'obiettivo 2 - periodo 2000-2006 -, le posizioni assunte rispettivamente dal Governo italiano e dalla Commissione europea possono essere ricondotte ai seguenti punti:

1) La Commissione, l'11 ottobre ultimo scorso ha giudicato non ricevibile la mappatura presentata dall'Italia in data 30 settembre 1999, sostenendo che essa non rispetta il criterio di cui all'art. 4, comma 4, del Regolamento CE n.

1260/1999 (secondo cui le zone definite come NUTS 3, conformi ai criteri comunitari di declino industriale e rurale, devono coprire almeno il 50% della popolazione delle zone obiettivo 2 in ciascuno Stato membro). Nella proposta italiana la percentuale di popolazione rispondente al predetto requisito è pari solo al 29,6% della popolazione (2.190.000 abitanti), contro i 3.701.000 abitanti necessari a raggiungere la soglia del 50%.

2) L'Italia sostiene, invece, che il rispetto del criterio del 50% di "popolazione conforme" verrebbe facilitato se la popolazione dell'Abruzzo venisse, in tutto o in parte, considerata conforme al requisito comunitario.

Ove lo fosse, la percentuale salirebbe al 38%. A sostegno di tale posizione, il Governo italiano porta le conclusioni della Presidenza al vertice di Berlino (punto 44, lettera m), secondo il quale particolare attenzione verrà accordata all'Abruzzo. L’Italia, inoltre, sostiene che se si considerasse la situazione della Provincia di Torino (992.000 abitanti) alla luce dei dati EUROSTAT 1996-1998, anziché di quelli 1995-1997, la popolazione torinese sarebbe rispondente ai criteri di declino industriale e rurale di cui all'art.

4, nn. 5 e 6 del predetto regolamento, poiché presenta un tasso di disoccupazione superiore alla media europea (10,7% contro il 10,3 della UE). Pertanto, se la proposta italiana fosse esaminata valutando anche la peculiarità torinese sulla base dei dati relativi al 1998 la popolazione italiana conforme ai criteri comunitari di declino industriale e rurale salirebbe, in totale, alla soglia del 43%.

3) Con riferimento, rispettivamente, alle questioni Abruzzo e Torino, mentre la posizione della Commissione nei confronti della prima sembra essere di possibile apertura, esistono forti perplessità da parte di Bruxelles ad applicare a Torino i dati EUROSTAT del 1998.

Tale posizione di chiusura si basa su tre argomentazioni principali addotte dalla Commissione: a) gli Stati membri, con delibera COREPER dell'aprile 97, avevano convenuto di utilizzare esclusivamente i dati del periodo 1995-1997; b) nel giugno 1999 la Commissione ha inviato agli stati membri i dati statistici relativi alla popolazione conforme ai criteri comunitari di declino industriale e rurale, che non sono stati contestati da nessuno Stato, sebbene riferiti al triennio 95/97; c) infine, la Commissione non intende creare disparità di trattamento con tutti gli altri Stati membri che, attenendosi agli indirizzi della Commissione, hanno utilizzato i dati 1995-1997.



4) Sulla questione degli anni di riferimento dei dati EUROSTAT applicabili alla provincia di Torino, l'Italia contesta il valore giuridico della deliberazione COREPER, alla quale la Commissione fa risalire l'obbligo di applicazione da parte degli Stati membri. Secondo il governo italiano le determinazioni del Coreper possono avere rilievo esclusivamente da un punto di vista politico, ma non giuridico, poiché la fonte normativa che regola la materia è rappresentata dal regolamento 1260/1999/CE.

Pertanto, secondo l'Italia, un eventuale rifiuto da parte della Commissione di considerare Torino conforme ai criteri comunitari sulla base dei dati relativi al 1998 contraddirebbe le finalità del citato regolamento.

5) In conclusione, secondo l'Italia, il riconoscimento di Torino come zona conforme e un'opportuna considerazione della situazione dell'Abruzzo consentirebbero - insieme ad ulteriori aggiustamenti della proposta italiana - di raggiungere la soglia prescritta del 50%. Inoltre, il raggiungimento di tale soluzione negoziata sulla questione delle aree eleggibili porterebbe anche alla chiusura del contenzioso in corso tra Italia e Commissione in tema di massimale di popolazione e di importo delle risorse per l'Obiettivo 2 (attualmente oggetto di ricorso giurisdizionale).



GV

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