Zone rosse: Salvini contro i giudici toscani

Il ministero dell'Interno impugnerà la sentenza di annullamento del Tar ed è "pronto a riformulare l'ordinanza. Ma non intendiamo controllare nessuno". Nardella: "I giudici non si adeguano alle politiche del governo". Il Consigliere Paolo Marcheschi (Fdi): "E' il buonismo ad aver creato le zone anti-degrado”. +Europa Firenze: “Vittoria del diritto, vittoria di tutti”. Toccafondi “Basta con l'eterno Gioco dell'Oca”. Aduc: "Speriamo di non doverci difendere dallo Stato di Polizia"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 giugno 2019 17:43
Zone rosse: Salvini contro i giudici toscani

Firenze, 5 giugno- E' stata pubblicata ieri sera la sentenza con cui il Tar Toscana, in accoglimento del ricorso proposto dagli avvocati dagli avvocati Cino Benelli, Adriano Saldarelli e Fabio Clauser e sostenuto da Aduc, ha annullato l'ordinanza del Prefetto di Firenze sulle cosiddette “zone rosse”. Il provvedimento del prefetto prevedeva un divieto di "stazionare" in alcune zone della città - di fatto in gran parte del centro storico cittadino - a carico di alcune categorie di soggetti individuate sulla base di un automatismo, l’esser stati “denunciati” per una serie di reati (tra i quali mancavano alcune reati gravissimi quali l'omicidio e la rapina). I giudici amministrativi hanno però accolto le censure dei ricorrenti, ritenendo che l'ordinanza sia illegittima non solo perché incide a gamba tesa su diritti costituzionalmente garantiti, quali la libertà di circolazione delle persone stabilita dall'art.

16 della Costituzione, e ciò in mancanza di una norma di legge espressa, ma anche perché "stabilisce una irragionevole automaticità tra la denuncia per determinati reati e l’essere responsabile di comportamenti incompatibili con la vocazione e la destinazione di determinate aree. Detta automatica equiparazione appare irragionevole poiché non è dato evincere un nesso di consequenzialità automatica tra il presupposto e la conseguenza".

Matteo Salvini sceglie la linea dura e va allo scontro con il Tar toscano e il tribunale di Firenze. Il ministero dell'Interno, infatti, impugnerà la sentenza del Tar di Firenze che ha annullato le zone rosse "ed e' pronto a riformulare l'ordinanza per allontanare da alcune aree cittadine balordi e sbandati", come si spiega in una nota. Non solo, presenterà ricorso anche contro le sentenze dei tribunali di Bologna e Firenze sui casi legati all'iscrizione all'anagrafe di alcuni cittadini stranieri.

Il Viminale, infatti, "intende rivolgersi all'avvocatura dello Stato anche per valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi, lasciando il fascicolo ad altri, per l'assunzione di posizioni in contrasto con le politiche del governo in materia di sicurezza, accoglienza e difesa dei confini. Idee espresse pubblicamente o attraverso rapporti di collaborazione o vicinanza con riviste sensibili al tema degli stranieri come "Diritto, immigrazione e cittadinanza" o con avvocati dell'Associazione studi giuridici per l'immigrazione, che hanno difeso gli immigrati contro il ministero".

"Salvini fa fare una nota dal suo ministero per attaccare i magistrati fiorentini? Non è una novità che il ministro apra l'ennesimo scontro con altre istituzioni dello Stato. Ma la cosa più sorprendente è che il ministro pretenda che i giudici si adeguino alle politiche del governo. Siamo oltre qualunque principio democratico di rispetto della separazione dei poteri". Lo sottolinea il sindaco di Firenze Dario Nardella, che replica così al Viminale.

Lo stesso Salvini, in serata, precisa: "Non intendiamo controllare nessuno né creare problemi alla magistratura, soprattutto in un momento cosi' particolare e delicato come quello che sta vivendo il Csm". Il ministro dell'Interno, cerca di minimizzare la portata dell'iniziativa assunta dal Viminale, che oltre ad annunciare il ricorso contro le sentenze di Firenze e Bologna sulle zone rosse e sull'iscrizione all'anagrafe di alcuni cittadini stranieri ha fatto sapere di volersi rivolgere all'Avvocatura dello Stato anche per valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze relative ai migranti "avrebbero dovuto astenersi, lasciando il fascicolo ad altri", per aver assunto "posizioni in contrasto con le politiche del Governo in materia di sicurezza, accoglienza e difesa dei confini".

Il riferimento è alla giudice di Firenze, Luciana Breggia, e a quella di Bologna, Matilde Betti, le quali, affermano dal ministero, hanno espresso posizioni critiche nei confronti delle politiche dell'esecutivo "pubblicamente o attraverso rapporti di collaborazione o vicinanza con riviste sensibili al tema degli stranieri come 'Diritto, immigrazione e cittadinanza' o con avvocati dell'Associazione studi giuridici per l'immigrazione che hanno difeso gli immigrati contro il Viminale".

Da parte sua, Salvini nega di voler cercare lo scontro con la magistratura, dicendo che "l'avvocatura dello Stato saprà consigliarci per il meglio", ma aggiungendo anche che "ci chiediamo, col dovuto rispetto, se alcune iniziative pubbliche e alcune evidenti prese di posizione di certi magistrati siano compatibili con un'equa amministrazione della giustizia. Parliamo- conclude- di iniziative pubbliche e riportate dai media, come è facilmente verificabile su internet".

Più Europa, fin dalle prime ore aveva denunciato la gravità e la lesività alle regole dello stato di diritto del provvedimento annullato. Non solo, ha fin da subito contribuito fattivamente alla battaglia legale intrapresa dall'Aduc, donando, con immediata adesione, un contributo economico alla causa.

“Lo scorso aprile, un’ordinanza della prefettura istituiva le “zone rosse” anti degrado, ovvero delle aree cittadine interdette a persone denunciate per diversi reati, tra cui spaccio o reati contro la persona. Adesso il Tar ha bocciato il provvedimento, ritenendolo un automatismo irragionevole dato che si potrebbe intervenire con mezzi ordinari. Si potrebbe, appunto, e si deve, a differenza di quanto fatto fino ad oggi dall’Amministrazione. L’atteggiamento buonista della Sinistra ci ha portato a questo stato di emergenza; al dover sentir parlare addirittura di “zone rosse”.

L’intera città di Firenze oggi è sotto scacco e la sicurezza dei Fiorentini non può più dipendere da interventi isolati e circoscritti, ma deve essere parte integrante dell’atteggiamento di un sindaco, un vero e proprio modo di pensare la città -sottolinea il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi)- La tolleranza zero verso chi delinque non è un buon principio o un pensiero, ma lo stato mentale di un sindaco che ha a cuore la sicurezza dei propri cittadini.

Solo con decisioni forti e coerenti potremo risollevare la nostra città e sentirci liberi di viverla appieno”.

"Il fatto che il Ministero dell’Interno abbia deciso di impugnare la sentenza del Tar Toscana che ha bocciato l’ordinanza prefettizia sulle zone rosse, è un’ottima notizia!! Se poi l’affianchiamo al fatto che il Viminale sembra che intenda perseguire alcuni giudici di questa sentenza… il fatto diventa ancora “più ottimo”. I magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi «per posizioni in contrasto con le politiche del governo in materia di sicurezza»… questa la motivazione -interviene anche Vincenzo Donvito, presidente dell'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori- Stato libero di Bananas? E’ il primo pensiero che viene in mente, ma vogliamo credere e sperare che non sia così….

Perché ancora crediamo che l’Italia sia uno Stato di diritto, coi poteri separati e l’autonomia di ogni potere rispetto agli altri. Ancora crediamo. A noi preme la sicurezza di tutti, e ci preme che possa essere preservata a partire dai diritti costituzionali degli individui, quelli che la sentenza del Tar della Toscana ha evidenziato essere stati violati con l’ordinanza della Prefetto di Firenze. Preservando i diritti individuali, le autorità dovrebbero essere in grado di preservare anche i diritti della collettività.

Altrimenti si passa dallo Stato di diritto a quello di Polizia".

“Ho profondo rispetto per il lavoro del Tar, ma è evidente che ci troviamo di fronte a un problema di gestione della città. che chiede di fare luce completa su tutti i passaggi. Perché o una città può essere governata o siamo condannati al caos. Qui ci troviamo di fronte, sia sulle Zone Rosse sia sulla vicenda Aeroporto e nuova Pista, a percorsi lunghi fatti dagli organi preposti in risposta a leggi nazionali”. E' quanto dichiarato dal deputato fiorentino Gabriele Toccafondi. “Per Peretola ad esempio abbiamo alle spalle almeno 5 anni di lavoro fra valutazioni ambientali, Via, conferenze dei servizi, etc.

- aggiunge Toccafondi - . Non è che qualcuno si è svegliato la mattina e ha deciso. È stato un percorso lungo e faticoso, fatto con ministri, sindaci, organi rappresentativi. Poi arriva una sentenza e tutto ricomincia da capo. Stessa cosa per la sicurezza e le zone rosse. Firenze ha un problema sicurezza essendo la quarta provincia per denunce. Leggi nazionali, il lavoro del prefetto e del sindaco nonché del comitato per la sicurezza decidono la zona rossa e una sentenza fa ripartire tutto daccapo!” “Uno Stato che non decide, che rinvia sempre, che costringe a ripartire sempre dal punto di partenza è il peggior sponsor della democrazia” conclude Toccafondi.

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