​WiFi in città: la vetrina chiusa, i limiti della connessione

Torna a far discutere l'accessibilità al WiFi cittadino

Antonio
Antonio Lenoci
24 aprile 2015 15:47

Con la primavera a Firenze ed in altre città sono apparse le pedane all'aperto collegate ai locali a piano stradale. Oramai oltre alla consumazione si guarda alla possibilità di connettersi o meno alla rete per condividere le foto scattate tra i monumenti o consultare la posta elettronica oltre a poter navigare in libertà.Ma perché cercare il WiFi collegato all'attività quando esiste la copertura pubblica? Questa una delle domande che viaggiano nei forum tematici.La replica in alcuni casi è la seguente "La connessione richiede una registrazione complicata" oppure "il segnale è troppo debole" fino alla necessità di contare i mega scaricati o il tempo dedicato che sembra essere il problema maggiore.Soprattutto per alcuni utenti abituati alla totale libertà di navigazione, il fatto che il WiFi pubblico sia "a quantità di dati" oppure "a tempo" appare un controsenso rispetto alla fruibilità della rete che per concezione dovrebbe essere illimitata e c'è chi resta con il lavoro a metà.Torna a far discutere sui Social l'inchiesta di Altroconsumo effettuata questo inverno, quando i punti di accesso all'aperto non erano "caldi" come adesso.Ecco qual è la situazione città per città.Per Altroconsumo: "Firenze.

È l’unica città in cui la rete si distingue per la facilità di accesso, non è richiesta alcuna informazione di carattere personale, ma la connessione è instabile e piuttosto lenta".Ma, come precisa il Comune di Firenze "FiWiFi offre a tutti un'unica porta di accesso, due ore gratuite giornaliere di navigazione, anche frazionate, e 300 Mb di traffico al giorno. L'accesso può avvenire senza invio di credenziali. I possessori della "Firenze card", oltre all'accesso "standard", possono usufruire di un servizio "potenziato".

Inserendo la password scritta sul retro della card possono navigare 72 ore e visualizzare contenuti "speciali" in ambito turistico-culturale".

Mentre "Milano in un caso su tre - spiega Altroconsumo - pur in presenza di segnale, è stato impossibile connettersi. A Roma l’accesso è riservato a chi ha un numero di cellulare italiano, ma è possibile navigare per un massimo di 4 ore. Torino la procedura per la registrazione è decisamente complicata. A Napoli la rete wifi è la peggiore: sono stati necessari diversi tentativi, la connessione alla rete è stata complicata, nonostante la copertura e l’intensità del segnale fossero buoni la velocità di trasferimento è risultata abbastanza bassa e la connessione s’interrompeva di frequente".La copertura delle piazze e dei luoghi pubblici in Italia appare dunque ancora deficitaria rispetto alla libera fruibilità della rete, mentre la tendenza ad indirizzare i servizi online come i luoghi turistici, dormire e mangiare in zona, le attività commerciali più rinomate o di eccellenza si trasferiscono, anche dietro incentivi istituzionali sul web.

Il rischio è quello di avere un mondo virtuale pieno di opportunità, di prodotti e di servizi, ma di tenere la porta chiusa. Un rischio che nel Paese dell'Expo sembra in alcuni casi una certezza, a meno che non si voglia fare una corsa contro il tempo o tenere d'occhio i byte utilizzati: perdere un posto letto per una manciata di bit è un attimo.

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