Stamani in Palazzo Vecchio si è tenuta una seduta di Commissione di Consiglio Comunale dedicata alla questione della alienazione dal patrimonio della Regione Toscana e di Villa Fabbricotti in particolare, inclusa tra i 32 cespiti che la Regione sta vendendo. Una lettera aperta indirizzata ad Enrico Rossi con i nomi di 260 cittadini, e una petizione su Change.org, con più di 900 firme non sono state sufficienti a far desistere la Regione dal suo intento.Il governatore toscano ha espresso con chiarezza la posizione regionale sottolineando come la vendita di taluni immobili, anche di pregio, si sia resa necessaria davanti al rischio di vedere ancor più degradato un patrimonio divenuto ingestibile per mancanza di fondi.
Anche se non lo si vuole definire 'Buco', termine divenuto d'uso in ambito economico, di 'Buco' comunque si tratta ed è quello che vede azzerate le potenzialità di spesa per la manutenzione del patrimonio pubblico, un tempo destinato ai cittadini ed oggi messo sul mercato affinché possano essere i privati a prendersene cura.Sarebbe bastata una diversa visione di insieme per scongiurare tutto questo? Se i fondi fossero stati spesi con sapienza e lungimiranza adesso la Toscana sarebbe ugualmente costretta a privarsi dei suoi gioielli? Possibile che i grossi 'buchi' nelle casse pubbliche di una terra talmente ricca di storia debbano oggi essere tappati con i soldi dei privati che mirano, giustamente, ad un ricavo economico e non ad una gestione sociale della proprietà? Queste sono solo alcune delle domande che i cittadini del Quartiere 5 e con essi molti fiorentini si stanno ponendo negli ultimi mesi.
Il Comitato spontaneo creatosi in zona ha svolto già alcuni incontri ed oggi torna all'attacco della vendita definendola "azzardata" per un quartiere che ha bisogno di ossigeno e si riconosce ancora, seppure a fatica, nella sua specificità di avere dimore d'epoca adagiate sulla collina con vista sul Rinascimento."Villa Fabbricotti, col suo ampio parco, è uno storico polmone verde della popolosa zona Romito-Vittoria, da decenni ormai in sofferenza per una fittissima urbanizzazione, e ora più prezioso che mai a seguito dei pesanti impatti a seguito di nuove infrastrutture alle quali l'Amministrazione sta procedendo nell'area,ed ancora altre ne vengono paventate proprio in questi giorni".
Il Comitato Villa Fabbricotti, presente con alcuni dei suoi associati, "ringrazia il Consigliere comunale Tommaso Grassi, capogruppo di Firenze a Sinistra, che fin dai primi tempi si è dimostrato sensibile alla vicenda, e ha presentato in Commissione la mozione, discussa oggi, affinché il Comune di Firenze, titolare della destinazione urbanistica, negasse ogni cambio di destinazione del parco Fabbricotti diversa dall'uso pubblico. E anzi, il Comune chiedesse alla Regione di rinunciare all'iter di vendita, già avviato all'inizio dell'estate scorsa per tutti gli immobili in questione. Tale iter ha trovato per il complesso Fabbricotti un pronto interessamento da parte di INVIMIT, società immobiliare pubblica che alienerebbe il bene a privati, atto dopo il quale il Comitato esprime seri dubbi su qualunque permanenza dell'uso pubblico del parco".
Presente, per la Regione Toscana, l'assessore al patrimonio Vittorio Bugli, che segue la vicenda su incarico del Presidente Regionale, Enrico Rossi. "Dall'introduzione di Bugli si è compreso che l'interesse sul complesso Fabbricotti verte a convertirlo in una struttura ricettiva, un albergo. Si tratta di una destinazione alla quale la Villa non potrebbe essere destinata senza che la nuova proprietà reclamasse per sé, ad uso esclusivo, la parte più prestigiosa del parco: con il tempietto neoclassico e la cappellina, l'area panoramica prospiciente l'albero della pace, nonchè il piazzale verde sotto la Villa, con fontana. E' chiaro che alla struttura ricettiva dovrebbe essere riservato, recintandolo, anche l'ampio parcheggio attiguo alla Villa, con il relativo vialetto di accesso. D'altronde, queste considerazioni possono ragionevolmente valere anche per destinazioni d'uso private diverse da quella alberghiera".
Il Comitato sembra consapevole della difficoltà economica presentata dalle Istituzioni e ribadisce che "quello che interessa ai cittadini è che permanga l'uso del parco, a prescindere dalla nuova destinazione della Villa. Per chiunque abbia visto con i suoi occhi Villa Fabbricotti e conosca la sua storia, vi è una anche logica unitarietà di struttura tra il parco, la Villa e le sue pertinenze, tale da sconsigliarne una divisione che sacrificherebbe gli utenti del parco, lasciando a loro la parte più ristretta e "povera". Mentre, al tempo stesso, la divisione non potrebbe soddisfare un eventuale compratore, che vorrebbe poter disporre liberamente dell'intera proprietà. A meno che, come giustamente osservato dal medesimo Assessore Bugli, il compratore non fosse, esempio, un Ente culturale o universitario intenzionato a concepire la gestione del complesso Fabbricotti come essa è già".
Durante la Commissione la posizione di mantenere l'integrità e la pubblica disponibilità del prezioso complesso è stata espressa anche dalla Consigliera Miriam Amato (gruppo Alternativa Libera) e da Stefania Collesei (PD) ha espresso una posizione assonante, includendo addirittura Villa Fabbricotti nel sistema dei parchi cittadini a nord-ovest.
La mozione presentata da Grassi non è stata votata, la maggioranza si è espressa per procedere a ulteriori approfondimenti della vicenda che incrocia le competenze di Comune e Regione, rimandando la decisione "a breve".