Urbanistica: la pianificazione in Toscana è di area vasta

Il Consiglio regionale approva a maggioranza (a favore Pd e Italia Viva, astenuti M5S, gruppo misto-Art.1/Mdp, contrari Lega, Sì-Toscana a sinistra, Forza Italia, Fratelli d’Italia e gruppo misto- Tpt) la legge che aggiorna il governo del territorio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 novembre 2019 19:20
Urbanistica: la pianificazione in Toscana è di area vasta

Firenze – L’urbanistica in Toscana cambia volto, si evolve, si aggiorna e diventa di “area vasta”. Il Consiglio regionale approva a maggioranza – a favore Pd e Italia Viva; astenuti Movimento 5 stelle e la consigliera del gruppo misto Art.1/Mdp, Serena Spinelli; contrari Lega, Sì-Toscana a sinistra, Forza Italia, Fratelli d’Italia e la consigliera del gruppo misto Tpt, Monica Pecori – la proposta di legge della Giunta regionale, rivisitata e modificata dalla commissione Ambiente, presieduta da Stefano Baccelli (Pd). Resta inalterata la filosofia di fondo che regola il governo del territorio: contenimento del suolo, recupero e rigenerazione dell’esistente.

Il Consiglio approva anche un ordine del giorno collegato – presentato dalla consigliera di Italia Viva Elisabetta Meucci e dal consigliere Pd Stefano Baccelli – che impegna la Giunta a “portare avanti ulteriori iniziative legislative sulla disciplina del governo del territorio” anche “attivandosi nelle sedi di confronto a livello nazionale” per realizzare quella “semplificazione” della normativa che può “andare incontro alle esigenze di enti locali, categorie produttive, associazioni, professioni tecniche e cittadini”.

Il testo arriva in aula, come spiegato dal presidente Baccelli, all’indomani dell’entrata in vigore delle disposizioni previste per i Comuni con regolamento urbanistico vigente alla data di entrata in vigore della legge 65/2014 (27 novembre 2014). Le trasformazioni edilizie e urbanistiche, regolate dall’articolo 134, potrebbero non essere consentite a quei Comuni che non hanno avviato, nei termini previsti dall’articolo 222 (cinque anni dall’entrata in vigore della legge), il procedimento per la formazione del piano strutturale.

Per evitare un blocco che penalizzerebbe operatori e cittadini la legge prevede una via di uscita precisa: estendere agli enti locali che abbiano già avviato il piano operativo o lo avviino contestualmente alla variante medesima, la possibilità di redigere “varianti per realizzare opere pubbliche e di pubblica utilità”, per la “realizzazione di interventi industriali, artigianali e commerciali al dettaglio in contesti produttivi esistenti” e per le “trasformazioni da parte dell’imprenditore agricolo”.

“Il lavoro portato avanti soprattutto dal gruppo interno alla commissione - ricorda Baccelli in sede di illustrazione - è servito ad adeguare la Toscana al decreto sblocca Italia, ma anche a certificare il forte stimolo a fare squadra”. Molti Comuni, hanno infatti aderito ai bandi regionali proprio per “cogliere quell’opportunità di sviluppo condiviso che grazie a questa legge perfezioniamo e mettiamo a regime”.

Il testo contiene anche una sezione dedicata alla sismica, frutto di un lavoro di revisione e recepimento di norme nazionali, tra cui il decreto legge 32/2019 (in particolare l’articolo 3) poi convertito con legge 55/2019, per il rilancio del settore dei contratti pubblici e la semplificazione degli interventi edilizi in zone sismiche. Per l’avvio di lavori nelle fasce 1 e 2 (quelle ad alta intensità, ndr) decade l’obbligo di autorizzazione preventiva della Regione, se gli interventi sono di “minore rilevanza per l’incolumità pubblica” o “privi di rilevanza ai fini della pubblica incolumità”. Nelle zone 3 e 4, l’obbligo è introdotto solo per gli “interventi rilevanti”.

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La legge nel dettaglio

Semplificazione del procedimento di formazione dei piani attuativi relativi a piccole aree. Saranno oggetto di processi partecipativi solo su decisione dell’amministrazione comunale di riferimento. Le unioni dei Comuni e le associazioni di Comuni che abbiano proceduto all’approvazione dei piani strutturali intercomunali se vogliono potranno approvare anche il piano operativo di area vasta.

Riforma del sistema informativo regionale per costruire un unico sistema di raccolta dati dal punto di vista paesaggistico, territoriale, urbanistico. La nuova piattaforma sarà base di partenza per tutte le pubbliche amministrazioni e canale di gestione unico per avvio, adozione e approvazione degli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica.

Nuovo procedimento di controllo per costruire in zona sismica attraverso il programma regionale ‘Portos’ per la trasmissione e la gestione delle domande di autorizzazione. Semplificazione delle procedure per gli interventi di minore rilevanza.

Possibilità per i Comuni che abbiano gli strumenti di pianificazione urbanistica scaduti, ma che si siano attivati per il rinnovo, di approvare varianti per la realizzazione di opere pubbliche, di interesse pubblico, e varianti per interventi industriali, artigianali e commerciali al dettaglio in contesti produttivi esistenti.

Modifica dei procedimenti per l’approvazione degli atti di programmazione e pianificazione dei porti di interesse nazionale e internazionale che per la Toscana sono ricompresi (ai sensi della normativa nazionale – articolo 7 del decreto legislativo 169/2016 e articolo 6 della legge 84/1994), nel sistema portuale del Mar Ligure Orientale (Marina di Carrara) e del Mar Tirreno Settentrionale (Livorno, Capraia, Piombino, Portoferraio, Rio Marina, Cavo). A La Spezia ha sede l’Autorità di sistema del Mar Ligure Orientale, Livorno è sede dell’Autorità di sistema del Mar Tirreno Settentrionale. Lo strumento di pianificazione

integrata, il Piano Regolatore del Sistema Portuale (PRdSP), definisce obiettivi e azioni strategiche del sistema portuale. È costituito dal Documento di pianificazione strategica del sistema portuale (Dpss) e dal Piano regolatore portuale (Prp) di ciascuno dei porti inclusi nel sistema portuale. La Regione promuove gli adempimenti necessari all'approvazione del Dpss e del Prp, così come le relative varianti e adeguamenti tecnici funzionali. Nel caso in cui la circoscrizione territoriale del Documento di pianificazione strategica del sistema portuale sia compresa in più regioni, il Dpss è approvato dalla Regione dove ha sede l'Autorità del sistema portuale, previa intesa con le regioni nel cui territorio sono ricompresi gli altri porti.

IL DIBATTITO. “Questo provvedimento è molto tecnico e va ben oltre la semplice revisione della legge 65, una norma che, dalla sua entrata in vigore nel 2014, ha prodotto la crisi del settore dell’edilizia”. Questo il giudizio della capogruppo della Lega, Elisa Montemagni, espresso durante il dibattito sulla modifica della legge regionale 65/2014, che detta norme in materia di governo del territorio. “Dal 2014 ad oggi abbiamo ritoccato questa legge ben diciotto volte, di cui quindici in questa legislatura – ha aggiunto – Abbiamo cioè creato continue difficoltà alle amministrazioni locali, ai professionisti e alle imprese edili.

Perciò ribadisco quanto detto più volte: era meglio riscrivere la legge daccapo”. A proposito di alcuni punti specifici, la consigliera Montemagni ha criticato gli effetti della legge Del Rio in materia di porti, che “ci ha costretti a specifici interventi normativi” e ha sottolineato che servirebbero “altri interventi di manutenzione per quel che riguarda il capitolo relativo alle Conferenze dei servizi”.

Il capogruppo del M5S, Giacomo Giannarelli, ha annunciato il voto di astensione del suo gruppo. “Non si può negare che la legge contenga alcune migliorie – ha spiegato – ma è altrettanto vero che ci sono anche tante criticità”. A parte gli interventi dovuti all’adeguamento alle normative nazionali, Giannarelli ha giudicato positivamente le modifiche introdotte in materia di cave. Ha espresso perplessità, invece, riguardo alla prevista istituzione del Sistema informativo regionale integrato, “perché rischia di confliggere con altri strumenti regionali e può creare difficoltà nella realizzazione della cartografia regionale”.

“Forse si è intervenuti sulla legge diciotto volte, ma certamente questo è solo il terzo intervento sostanziale che viene fatto. E non ci sembra un fatto negativo. Anzi, è un segnale di buona amministrazione, perché, oltre agli adeguamenti dettati dall’evoluzione della normativa nazionale, risponde alle esigenze e ai bisogni manifestati dai territori”. Lo ha detto Elisabetta Meucci (Italia Viva), annunciando il voto favorevole del suo gruppo e ricordando che “questa revisione e manutenzione della legge 65 conferma gli obiettivi di contenimento del consumo del suolo, sicurezza urbana e sviluppo sostenibile”.

Elemento caratterizzante della legge, ha sottolineato, “è la semplificazione, così come richiesto da Comuni, professionisti e categorie economiche e sociali”. Meucci ha richiamato l’attenzione anche agli articoli che introducono modifiche relativamente alla possibilità di recupero abitativo dei sottotetti che “è stata ed è uno dei capisaldi per contenere il consumo del territorio”.

Voto contrario è stato annunciato da Tommaso Fattori, capogruppo di Sì-Toscana a sinistra, “perché è inammissibile che si preveda un’ennesima proroga per le varianti di natura commerciale e artigianali, che contraddicono il contenimento del consumo del suolo, e perché si dà un altro colpo di piccone alla legge 65, che era la miglior legge approvata nella scorsa legislatura”. Fattori si è detto contrario “alle modifiche in tema di partecipazione, di variazione delle altezze a piacere per gli edifici rurali, al rinvio dei termini per i procedimenti di Piano Operativo e dei Piani attuativi” e ha criticato, a proposito delle modifiche che interessano il bacino apuano, l’eliminazione del riferimento “della coerenza con le previsioni del Piano Strutturale”.

Perplessità è stata espressa circa l’idea del Sistema informativo regionale integrato. Fattori ha concluso dicendo che ci sono anche alcune scelte condivisibili, “come ad esempio le indicazioni in materia di copianificazione e le modifiche per i sottotetti”.

Secondo Maurizio Marchetti (Forza Italia) la legge originaria aveva un taglio, dettato dall’allora assessore Marson, che successivamente è stato cambiato a più riprese. A suo parere, in riferimento ai percorsi partecipativi per gli atti non soggetti a Vas (Valutazione ambientale strategica), sarebbe opportuno chiarire definitivamente quali atti lo siano e quali no.”Pagare gli oneri per un cambio di destinazione nella stessa categoria funzionale è un balzello eccessivo – ha affermato – Come pure andare ad interpellare la Commissione paesaggistica anche per le zone non soggette a vincolo mi sembra un eccesso, non facilmente comprensibile”, A suo parere occorrerebbero norme più semplici e leggibili, ad esempio quando si parla di ‘Scia in sanatoria’, e lo stesso articolo 61, “fondamentale per la pianificazione”, risulta non del tutto chiaro, perché da un lato si inseriscono le attività agricole, dall’altro non si mettono quelle ricettive.

Marchetti ha poi osservato che per i sottotetti “non c’è niente da dire” e c’erano già comuni che si erano attrezzati autonomamente. “Forse questi cinque anni potevano essere utilizzati per confezionare qualcosa ispirato da principi diversi. Principi che oggi avete difficoltà a rinnegare, ma che di fatto rinnegate con le modifiche introdotte.” ha concluso.

Serena Spinelli (gruppo misto) ha dichiarato di essere contraria a tutta la parte relativa ai sottotetti: “In una città come Firenze in cui il loro utilizzo riguarda circa duemila appartamenti senza prevedere che non possano essere riutilizzati a fini ricettivi, si rischia di dare la stura ad uno svuotamento ulteriore“. Tuttavia, visto il complesso delle norme, la consigliera ha annunciato voto di astensione.

“Nel 2014 è stata approvata una nuova legge, nel solco di una tradizione che ha visto la Toscana locomotiva delle Regioni e che negli anni Novanta ha introdotto una fortissima semplificazione – ha affermato il capogruppo Pd, Leonardo Marras – In Toscana esiste il primato del piano pubblico e la capacità di vedere il territorio nella sua interezza. È evidente che i comuni devono procedere ad adeguarsi. Prima di avere una posizione ideologica sulla legge, abbiamo detto con chiarezza: usiamola. Ha funzionato, perché abbiamo introdotto il divieto di utilizzo di nuovo suolo agricolo. I comuni definiscono il perimetro urbano. È un confine ideale e di principio straordinario”.

Paolo Marcheschi (Fratelli d’Italia) ha ricordato che l’assessore Riccardo Conti affermava spesso di volere che i comuni facessero da sé, ma mai da soli. Poi, però, con l’assessore Anna Marson “la musica è cambiata totalmente” e si è dovuto centralizzare di nuovo perché alcune situazioni erano scappate di mano: Monticchiello, Castagneto Carducci, la cementificazione selvaggia.Questa è una legge che ha messo tante toppe, ma a tutti sfugge il quadro d’insieme. La stessa questione dei sottotetti lo dimostra. Molti comuni avevano fatto da sé” ha concluso Marcheschi, annunciando voto contrario.

“Quanto fatto risponde all’obiettivo di sanare le contrapposizioni attorno alla legge e renderla irreversibile. I ritocchi sono frutto dell’ascolto e della concertazione con Comuni e soggetti interessati. Sfido chiunque a trovare una legge, così complessa, perfetta sin dalla sua prima stesura”. È la risposta dell’assessore all’Urbanistica Vincenzo Ceccarelli, che al termine del dibattito ha più volte ribadito: “La legge regionale 65 e il Piano paesaggistico non hanno mai voluto essere un freno, ma sono una evoluzione coerente alla pianificazione che la Toscana ha sempre espresso e che a livello nazionale viene presa come modello”.

Ceccarelli ci tiene a rispondere punto per punto alle critiche mosse dalle opposizioni e in particolare, cita il nuovo sistema informativo, definendolo una “vera rivoluzione: saremo in grado di vedere l’impatto di consumo di suolo preventivamente ad una realizzazione”, e sugli ampliamenti nei sottotetti invita a guardarli come una opportunità per “famiglie che si allargano e che cambiano esigenze”. “Avevamo detto che questa legislatura sarebbe stata di attuazione del governo del territorio.

In cinque anni abbiamo semplificato, migliorato e sanato incongruenze”, spiega ancora Ceccarelli, che ribadisce: “Sono aggiustamenti, non stravolgimenti”.

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