Una delegazione di una ventina di studenti iraniani iscritti all'Ateneo ha incontrato in rettorato la professoressa Maria Paola Monaco, delegata all'inclusione dell’Università di Firenze.
L'iniziativa è stata l'occasione per ribadire la vicinanza della comunità universitaria fiorentina al popolo iraniano e il sostegno nei confronti di chi sta lottando, anche all'interno delle università, per la difesa dei diritti umani.
Durante l’incontro, a cui ha partecipato anche Mirella Loda, docente di Geografia e componente del tavolo sull’inclusione e la diversità di Unifi, Monaco ha annunciato che sarà organizzato in Ateneo un dibattito sul tema dei diritti civili in Iran.
“L’idea – ha spiegato la delegata – è di coinvolgere i nostri docenti per una riflessione su questo argomento in un incontro in diretta online che possa essere seguito da tutta la nostra comunità. Si tratta di un impegno che vogliamo assumere in collaborazione con altri attori istituzionali sensibili al dramma che sta vivendo questo Paese”.
All'indomani dell'uccisione di Masha Amini e di cinque altre donne a Teheran scese in piazza per denunciare le violenze subite, l'Ateneo aveva già espresso, insieme alla rete RUniPace, solidarietà e vicinanza alle studentesse e, più in generale, a tutte le donne iraniane e ai tanti giovani che stanno coraggiosamente protestando.
Sono state centinaia le ciocche della libertà che poche ore fa sono state consegnate e raccolte in un bottiglione di vetro posto davanti alla biblioteca comunale di San Casciano in Val di Pesa. Giovani, adulti, donne, uomini, intere famiglie, segno di una comunità solidale e sensibile, si sono ritrovati nel tardo pomeriggio per una mobilitazione collettiva a sostegno di Masha, Hadith e tutte le donne iraniane prive di libertà e diritti alle quali è stata negata l'identità. Le cittadine e i cittadini di San Casciano che hanno risposto in massa all’appello del Comune si sono lasciati sforbiciare un ciuffo di capelli che poi hanno consegnato al sindaco Roberto Ciappi, promotore dell’iniziativa.
E’ cosi che anche l’amministrazione comunale di San Casciano in Val di Pesa ha alzato la voce di denuncia e si è unita alla battaglia per le donne con le donne dedicando un gesto simbolico alla storia di Masha Amini, la giovane iraniana che è stata uccisa nel suo paese per aver lasciato vedere una ciocca di capelli sotto il velo. Un gesto che vuole ricordare Hadith Najafi e le tante vittime della repressione messa in atto dal regime iraniano per la protesta che ne è scaturita e tutte le donne iraniane alle quali è negata la libertà di essere e di vivere la propria identità.
La ciocca della libertà, incriminata perché sbucata dal velo, ha innescato a San Casciano una forma di protesta pacifica per tutte le donne vittime di violenza. L'iniziativa, organizzata dall'amministrazione comunale sancascianese, ha ampliato ed esteso la rete virale e tangibile della mobilitazione nazionale e internazionale a difesa di tutto il mondo femminile schiacciato dalla sopraffazione e dalla violenza.
“Alziamo la voce contro i femminicidi, diffondiamo il nostro aperto dissenso rispetto alle violenze sulle donne, - dichiara il sindaco Roberto Ciappi - l'eco di questa iniziativa, diventata virale, deve accendere i riflettori sul destino, drammatico e non più invisibile, di Masha Amini, Hadith Najafi e di tutte le donne vittime del regime”. Alcune cittadine hanno evidenziato e reso pubblico il loro gesto di solidarietà sventolando cartelli in segno di vicinanza alle donne iraniane e intonando Bella ciao in versione femminile. Il sindaco Ciappi continuerà a raccogliere le ciocche della libertà ancora per qualche giorno per poi consegnarle all’Ambasciata della Repubblica dell’Iran. All’iniziativa hanno aderito la Consulta dei Giovani, guidata da Letizia Chiarini, e la Commissione Pari opportunità presieduta da Paola Malacarne.