Ungulati in Toscana: scoperti i responsabili, grazie ai cinghiali

Un tema molto sentito dai cittadini, ed in particolare da tutti coloro che vivono nelle aree rurali

Antonio
Antonio Lenoci
05 febbraio 2016 15:14
Ungulati in Toscana: scoperti i responsabili, grazie ai cinghiali

 L’aumento abnorme delle popolazioni di cinghiali, caprioli, daini e cervi e la loro presenza in aree coltivate e densamente popolate ha cambiato l’aspetto delle campagne; un cambiamento estremamente rapido, avvenuto nell’arco degli ultimi venti anni. Oggi in Toscana arriva una Legge nuova che per il momento non risolve nulla se non mettere in risalto una situazione ridicola ed imbarazzante che solo grazie ai cinghiali è venuta alla luce del sole: un diabolico sistema di scaricamento delle responsabilità. Ironia della sorte vuole che adesso a pagare siano gli animali.Negli ultimi giorni il dibattito si è acceso mettendo davanti all'opinione pubblica gli animalisti con gli striscioni in mano ed i blitz notturni nei capoluoghi di provincia, i politici soggetti alla pressione di coltivatori e cittadini preoccupati, gli addetti ai lavori come le polizie provinciali il cui futuro non è ben chiaro così come quello del Corpo Forestale.

I cacciatori sono rimasti di vedetta con il colpo in canna. Fino al break point nessuno ha fatto nulla.Come siamo arrivati a scappare dai cinghiali? Il fenomeno è stato da più parti attribuito ad una scriteriata gestione della fauna selvatica, più difficile individuare i responsabili. Magari sono stati i cinghiali stessi che non hanno saputo trattenersi dal riprodursi.Di “tifoseria da stadio” parla Coldiretti Toscana, all'indomani della nuova Legge regionale e davanti ad una opinione pubblica che non sembra aver compreso poi molto l'accaduto."Sono arrivate ai cittadini informazioni parziali e talvolta distorte - accusa Coldiretti - arrivando a far credere che, una volta entrata in vigore, la nuova legge dia il via libera all’abbattimento indiscriminato degli ungulati, senza alcuna limitazione o regolamentazione.

La legge regionale si muove necessariamente nel quadro delle disposizioni nazionali e non può prescindere dalle regole e dai principi fissati nella legge 157 del 1992 che ha il preciso obiettivo di proteggere la fauna selvatica quale bene pubblico. Non è del tutto sbagliata la posizione di chi ha sostenuto che non c’era bisogno di una nuova legge regionale, in quanto quella vigente, se correttamente applicata, permette già alla pubblica amministrazione di governare il fenomeno e di realizzare tutti gli interventi per gestire la fauna selvatica".

Tutto risolto adesso? La nuova norma consente la caccia agli ungulati attraverso un piano di prelievo selettivo e secondo un preciso calendario. Peccato che siano entrambi da valutare, ancora.Zonizzazione, piani di prelievo e calendario dovranno essere approvati dalla Regione, sentito il parere dell’ISPRA. Anche gli interventi di controllo, finalizzati a limitare i danni alle produzioni agricole e ai boschi, sono strettamente regolamentati e, per essere messi in atto, necessitano dell’approvazione della Regione, previo parere dell’ISPRA.

Ed allora? "Merito della legge è quello di aver semplificato il percorso per l’approvazione di tutti questi atti - spiegano da Coldiretti - a seguito della riforma delle Province la Regione ha riassunto le competenze in materia di gestione faunistico venatoria: questo è un elemento importante che potrà agevolare l’applicazione della legge". Niente di meno.Ed arriviamo a guardare sotto al muschio. "Fino a ieri - spiega Coldiretti - gli imprenditori agricoli, che denunciavano la grave situazione dovuta ad una popolazione di ungulati ormai fuori controllo, si scontravano contro il muro di gomma dello scarico di responsabilità: la Regione diceva che la colpa era delle Province che non applicavano la legge ed i regolamenti regionali, le Province controbattevano evidenziando le carenze o la non chiarezza delle disposizioni regionali, gli ATC sostenevano che non avevano gli strumenti per intervenire e qualche volta si finiva per addossare le colpe ai cacciatori che, secondo qualcuno, non facevano gli abbattimenti, o ai produttori agricoli, che non avrebbero realizzato le opere di prevenzione per contenere i danni". La nuova legge regionale individua chiaramente il soggetto che ha la competenza e la responsabilità in materia: è la Giunta regionale.

Tana libera tutti, insomma.Ed eccoci al dunque. "La Giunta regionale - avvisa Coldiretti - è subito chiamata a dimostrare la volontà e la capacità di affrontare il problema; la legge fissa termini precisi per la revisione delle aree vocate (90 giorni) e per l’approvazione del piano di prelievo selettivo (30 giorni). Il rispetto di questi termini sarà il primo, importante elemento per dimostrare che si vuole davvero cambiare registro e governare l’emergenza ungulati, un fenomeno che in Toscana è stato troppo a lungo sottovalutato".

Già, deve essere accaduto proprio questo.

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