Unesco e degrado: polemica sul richiamo a Firenze

Torselli (FdI-An): “Rendete pubblico ciò che l’Unesco ha rilevato nei confronti della città di Firenze". Grassi (Frs): “Musica non autorizzata al Cocktail di Mediolanum in Palazzo Vecchio”

Antonio
Antonio Lenoci
19 ottobre 2015 16:00
Unesco e degrado: polemica sul richiamo a Firenze

L'intento del sindaco Dario Nardella era quello di stringere una morsa sul proliferare dei Minimarket: la conferenza tenutasi la settimana scorsa in Palazzo Vecchio aveva questo tema e le slide preparate per l'occasione erano incentrate sul nuovo Regolamento da sottoporre al Consiglio comunale.Il primo cittadino è partito con la guardia alta ed ha inferto una stoccata all'ex Presidente Mario Monti reo di aver effettuato una deregulation "libera tutti". Oltre 260 Minimarket in un centro storico che si attraversa in 15 minuti sono apparsi troppi.

Durante l'esposizione dell'escamotage adottato per blindare il nuovo regolamento, la carta del decoro urbano, Nardella ha dichiarato di avere ricevuto un richiamo formale dall'Unesco. Silenzio. "Non rischiamo certo di uscire dal Patrimonio dell'Umanità.. siamo Firenze" ha esclamato Nardella sorridendo, ma si era già innescata la spia della curiosità. Perché Firenze, la bella Firenze, sarebbe stata richiamata all'ordine?Si è parlato di una mancata applicazione del piano di gestione relativo al decoro urbano.

Forse che all'Unesco siano arrivate certe immagini di Firenze non proprio degne di una cartolina?“Le osservazioni dell’Unesco non sono interesse esclusivo del sindaco e della giunta, ma di tutti i cittadini e di tutte le categorie economiche e sociali fiorentine - sbotta oggi Francesco Torselli - le rassicurazioni forniteci dalla Giunta in merito a quanto l’Unesco avrebbe osservato sullo stato attuale del centro storico di Firenze non ci tranquillizzano per niente. Avevamo chiesto di conoscere nel dettaglio quanto l’Unesco ha osservato, ma l’assessore Bettarini ha preferito non rispondere, limitandosi a definire le osservazioni dell’Unesco una ‘normale interlocuzione’ con l’ente. Se il sindaco, appena ricevute le osservazioni dell’Unesco, si è affrettato a dirsi intenzionato a limitare il proliferare dei minimarket e degli abusi di alcol nel centro storico, evidentemente, qualcuno glielo aveva fatto notare” questo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale a Palazzo Vecchio che conclude "Se il Comune di Firenze non renderà pubblico quanto scritto dall’Unesco nei confronti della nostra città lo faremo noi, formulando una richiesta di accesso agli atti per ottenere il documento e diffondendone successivamente il suo contenuto”.Anche Cristina Scaletti (La Firenze viva) è intervenuta in Consiglio comunale sul tema “Essere inseriti nel patrimonio mondiale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura comporta diritti e doveri.

E’ sulla mancata osservanza di questi doveri che l’Unesco ha scritto il richiamo all’Amministrazione. La lettera che è stata inviata è il primo formale passaggio, dopodiché ci può essere la messa in mora e, infine, il passaggio ulteriore e conclusivo: l’espulsione del centro di Firenze dall’elenco dei siti censiti dalle Nazioni Unite quale patrimonio dell’umanità. Esigiamo di sapere per quale motivo Firenze è stata messa sotto la lente di ingrandimento dei commissari Unesco.

E’ a causa del turismo di massa? E’ per il degrado imperante e diffuso? È perché i residenti se ne stanno andando dal centro storico? E’ perché non c’è più identità culturale in un centro ormai colonizzato da grandi marche e minimarket e, quindi, perché non c’è più una continuità rispetto alle botteghe artigiane. Insomma, più in generale, per il fatto che non c’è più l’anima della Firenze che è stata, rispetto a quelle caratteristiche per le quali è stata scelta come sito patrimonio dell’Unesco? Lo vogliamo e lo dobbiamo sapere perché riguarda Firenze tutta.

Il Piano di gestione esiste, ma non è applicato: ad esempio la proliferazione di negozi che non sono identitari, poteva essere fermata, l’Unesco costituisce eccezione culturale da questo punto di vista anche rispetto alle regole del libero mercato: questa battaglia, invece, l’amministrazione comunale non l’ha voluta fare e colpevolmente non ha protetto il suo Patrimonio culturale e artistico. Non bastano ricche vestigia se non le si tutela”.

Dove è arrivata Firenze. Gli abitanti di via Palazzuolo e zone limitrofe, apprezzano "la stretta sui minimarket in area Unesco annunciata dal sindaco Nardella. Provare a riportare decoro e rispetto dei beni artistici ed architettonici della Firenze culla del Rinascimento è la via che anche noi auspichiamo" e ringraziano il Comune di Firenze, l'assessore alla sicurezza Gianassi e l'assessore allo sviluppo economico Bettarini, gli addetti della Asl10, quelli dell'Inps e le forze dell'ordine per il maxi-blitz organizzato il 9 ottobre scorso "Che si ricordi, non si era mai visto un intervento così massiccio di istituzioni e polizia da queste parti.

Un intervento che ha permesso di scoperchiare l'ampia diffusione di illegalità e degrado che noi denunciavamo e continuiamo a denunciare da anni. A nostro avviso il percorso avviato dalla giunta comunale deve essere solo l'inizio. E non ci stiamo né ci staremo in futuro se ci accorgeremo che saranno solo interventi spot messi in piedi giusto per solleticare qualche campagna pubblicitaria a favore dei media locali compiacenti.

Questo non ci interessa. Le cose su cui noi ci batteremo da qui in avanti: il rispetto della Ztl di via Palazzuolo; la presenza di una forza di polizia fissa e costante; indagare sulle concessioni date dai proprietari di fondi e garage all'apertura di minimarket, internet point e quant'altro; abusi perpetuati dagli esercizi pubblici della zona sforamento del limite dei decibel, schiamazzi notturni".

Il meccanismo mediatico si è autoalimentato in poche ore e dopo alcuni giorni i Social hanno scartato la parola Minimarket per concentrarsi sul termine Unesco. Il bollino di qualità, la lapide prestigiosa, quasi una icona votiva per chi persegue l'obiettivo di diventare città turistica, si è piegata alla maniera del "Torno subito".

Oggi in alcuni ambienti si sfiora la preoccupazione, Firenze e la sua economia ruotano attorno alla qualifica di Patrimonio, se la città iniziasse ad accusare il colpo dell'incuria e del degrado la spirale mediatica sarebbe implacabile. "Niente paura. Vincerà sempre il cuore" esclamano gli esperti davanti a qualsiasi ipotesi catastrofica. Ne siamo sicuri.. (?)

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