Uffici postali chiusi per coronavirus, Biffoni scrive a Poste: "Dovete garantire il servizio"

Sindacati stupiti da Anci: ancora nessuna risposta su pulizie e mascherine. Il Vicecoordinatore provinciale di Forza Italia Giannelli: “Scelta incomprensibile”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 marzo 2020 18:38
Uffici postali chiusi per coronavirus, Biffoni scrive a Poste:

Il presidente di Anci Toscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni ha scritto a Poste italiane, contestando la decisione di chiudere unilateralmente oltre tremila uffici postali in Italia per l'emergenza Coronavirus, mentre quasi 2.500 apriranno tre giorni la settimana. Una scelta pesantemente penalizzante per i Comuni e per i cittadini, costretti a spostarsi anche fuori Comune per trovare un ufficio aperto.

“Apprendiamo con stupore – esordisce anche Giampaolo Giannelli Vicecoordinatore provinciale Forza Italia – della chiusura, decisa da Poste Italiane in questi giorni, di oltre 200 uffici postali in Toscana. Molti anche in provincia di Firenze specie nei piccoli comuni. Chiusura portata avanti da Poste Italiane così improvvisamente senza essere non solo condivisa con nessuno ma nemmeno adeguatamente comunicata”. “Decisione poco saggia e sorprendente – continua Giannelli – specie se si pensa a quello che dispone il dpcm dell'11 marzo in tema di spostamenti dei cittadini al tempo del Coronavirus.

È di tutta evidenza che meno uffici aperti equivale a necessità per i cittadini di spostarsi e di creare lunghe file nei pochi uffici postali aperti. A svantaggio della sicurezza”. Per Giannelli quella di Poste Italiane è “una scelta assolutamente incomprensibile che non a caso è stata stigmatizzata duramente anche da Anci Toscana. Auspichiamo che Poste Italiane torni sui suoi passi, magari modulando orari e tipologia dei servizi, o riducendoli parzialmente.

Ma riaprendo gli uffici chiusi. Ne va della salute e della sicurezza dei cittadini” conclude il Vicecoordinatore azzurro.

“Come rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali della Toscana siamo stupiti nell’apprendere la presa di posizione del Presidente dell’ANCI Matteo Biffoni, relativa alla scelta di Poste Italiane S.p.A. di rimodulare il servizio a seguito della grave emergenza sanitaria in corso in tutto il Paese. In questi giorni così drammatici, abbiamo pressato quotidianamente l’Azienda affinchè attuasse pulizie straordinarie in tutti i locali aziendali e fornisse in maniera celere i DPI (mascherine, gel igienizzante e guanti) a tutti i lavoratori degli uffici postali, del recapito, degli stabilimenti e dello staff” spiegano Marco Nocentini Slp-Cisl, Graziano Benedetti Slc-Cgil e Silvia Cirillo Uil-Poste. “Ad oggi queste misure non sono state attuate sul territorio e come Organizzazioni Sindacali, nella tutela della salute dei nostri lavoratori e di tutta la cittadinanza riteniamo che così come previsto dal protocollo siglato tra il Governo e le Oo.Ss. in data 14/03/2020 senza queste dotazioni, considerato che non possa essere garantita la distanza di un metro tra clienti e operatori o tra gli operatori stessi, il servizio non possa essere espletato. Purtroppo alla data odierna, riscontriamo che due impiegati degli uffici postali della Toscana, siano risultati positivi al Covid-19, alla luce di questi due episodi a maggior ragione riteniamo che tutti gli ambienti di lavoro debbano essere adeguatamente sanificati e che tutto il personale debba essere fornito dei dispositivi di sicurezza.

Chiaramente auspichiamo che per continuare a garantire i servizi minimi essenziali (accettazione raccomandata, accettazione telegrammi, pagamento bollettini con scadenze imminenti) il personale venga immediatamente dotato di tutte le protezioni”. “Allo stesso tempo siamo stupiti che le Istituzioni” continuano i rappresentanti sindacali, “organismi deputati a garantire la tutela della salute della cittadinanza sul territorio, non siano a conoscenza che le mascherine e il gel vengano accentrati dalla Protezione Civile, la quale giustamente sta dando la priorità di distribuzione alle strutture sanitarie ed alle forze armate. Pertanto risulta evidente che Poste Italiane, così come tante aziende del recapito privato, non riescano ad approvvigionarsi di tali materiali e senza tali strumenti non sia possibile continuare a garantire il servizio postale.”

In evidenza