Ubaldo Molesti: ”Fuori spazio”

Alla Casa del popolo di Settignano in mostra, da sabato 9 aprile, le cosmoforme dell’artista fiorentino

Alessandro
Alessandro Lazzeri
07 aprile 2022 23:28
Ubaldo Molesti: ”Fuori spazio”

Ubaldo Molesti è un artista contemporaneo che in “Fuori spazio”, racconta una ricerca che è a un tempo l'esplorazione dell'infinito e di un suo vissuto personale. L'artista parla attraverso le sue opere che fanno emergere la complessità dell'esistenza. Le forme ellissoidali che Molesti chiama cosmoforme e che caratterizzano molte sue opere esprimono, forse, il suo personale alfabeto con cui narra storie sempre nuove. Esplora lo spazio esteriore, l'infinito universo che non può avere limitazioni e che rinvia anche alle potenzialità infinite dell'artista e di ogni uomo.

Le cosmoforme esprimono una grande dinamicità, una forza che esce dai limiti di ogni dipinto suggerendo una continuità con l'esterno. La finitezza di ogni opera si apre all'infinito. I suoi segni sono tracce, forse, di un approccio alla complessità in un dialogo fecondo col visibile e con i segni che riusciamo a percepire. E' difficile inquadrare il lavoro di Ubaldo Molesti in una qualche corrente artistica, perché la sua ricerca che potremmo definire astratta in linea, per certi versi, con la migliore tradizione fiorentina, si è arricchita, attraverso forse un recupero dell'arte povera, anche di una decisa gestualità espressionista.

Significativa la realizzazione di piccole sculture che suggeriscono, nelle loro dinamiche tensioni idee forse per monumenti volutamente astratti e sospesi in un infinito che avvolge, uno spazio continuo che i nostri sensi cercano invano di delimitare. Particolarmente intriganti tra le opere dell'artista quelle su canapa dove la materia sembra uscire dai quadri per segnalare quella continuità tra interno ed esterno che la nostra visione consueta tende a negare. Se l'astrattismo è un linguaggio, Molesti è l'astrattismo come linguaggio.

E' una ricerca coerente di un alfabeto che rinnova e inventa la sua narrazione. L'astrattismo è divenuto nel corso del Novecento un linguaggio autoreferenziale, spesso mera arte decorativa. Un viaggio al fondo della creatività che è approdato, talvolta, all'afasia. Molesti, insieme a pochi altri è mosso da una costante energia compositiva che lo induce a sempre nuove narrazioni. La mostra presentando una parziale ma significativa scelta delle opere di Ubaldo Molesti si pone come dovuto omaggio a un artista importante che nonostante i non pochi riconoscimenti critici, meriterebbe, forse maggiore attenzione, anche se la sua indole gentile ed empatica non lo aiuta nell'epoca degli schiamazzi e delle prepotenze anche critiche.

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