Turismo: si può fermare l’eccesso di Airbnb?

Federalberghi Firenze: “Serve una anagrafe completa di tutti gli immobili destinati a ricettivo compresi gli affitti brevi. E stop alla trasformazione dei grandi immobili dismessi in nuove strutture ricettive”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 novembre 2018 19:04
Turismo: si può fermare l’eccesso di Airbnb?

“Una anagrafe completa di tutti gli immobili destinati a ricettivo compresi gli affitti brevi; l’adozione di un unico criterio sotto il profilo degli adempimenti e dei controlli; l’applicazione di un sistema di oneri che tenga reale conto del fatto che si tratta comunque di unità immobiliari destinate alla accoglienza turistica e non appartamenti affittati a famiglie di residenti. Ma anche lo stop alla trasformazione dei grandi immobili dismessi in nuove strutture ricettive. Sono questi i punti fermi di cui tenere conto se davvero si vuole fermare la trasformazione di Firenze in un dormificio.

Servono provvedimenti urgenti del Governo ma anche un'azione a livello locale per regolamentare una tendenza che rischia di spopolare la città di residenti, provocare la chiusura delle attività commerciali tradizionali e di fatto impoverire il tessuto urbano e l'offerta di Firenze, che deve invece attrarre un turista che intende venire in città per vivere un’esperienza particolare”. È quanto chiede il presidente di Federalberghi Firenze Francesco Bechi.

“L’eccesso di turismo può rappresentare un problema, specie in una città turistica come Firenze, che lamenta in alcuni casi di aver perso la sua anima e sento dire che l’imputato numero uno è la multinazionale Airbnb. Ma anche se scomparisse non si risolverebbe il problema. Il turismo è un’industria che cresce a dispetto di qualsiasi crisi, non si può fermare”. Angelo Pittro, direttore di Lonely Planet Italia ha concluso martedì i ‘Talk a Villa Bardini’, ciclo di incontri promosso da Fondazione CR Firenze, in collaborazione con l’Associazione Wimbledon e la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron.

Secondo il direttore una ricetta per affrontare il tema dell’overtourism non esiste “un po’ come con l’arrivo dell’industrializzazione, bisogna imparare a interagire con questo fenomeno senza fare guerre di religione”. Il duro compito “lo hanno le amministrazioni delle città che si trovano a dover in qualche modo proteggere un patrimonio che altrimenti rischia di scomparire”.

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