Turismo in Toscana: nuove regole, vecchi problemi senza controlli

"Più adeguato alle esigenze delle imprese, anche se le norme su questioni come l'affitto turistico non convincono" esclamano gli addetti ai lavori

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 dicembre 2016 14:06
Turismo in Toscana: nuove regole, vecchi problemi senza controlli

In Toscana si contano 90milioni di presenze l’anno delle quali solo la metà sono registrate, il governatore famoso in Italia per la gestione dell'accoglienza a 360 gradi dal turismo all'immigrazione sino ai malati gravi, ha definito “un po’ scandaloso” che la piattaforma Airbnb “fatturi milioni e paghi tasse per migliaia di euro”.“Il cuore della legge è nel tentativo di far luce su quel 50 per cento di presenze non registrate.

Non abbiamo nulla contro la rendita ma abbiamo un problema di imprese se non attrezziamo la Toscana con attività in grado di competere e di reggere le sfida dei prossimi anni” ha detto il presidente della Regione, Enrico Rossi, inserendosi nel dibattito sul Testo unico sul turismo. Rossi ha detto che: l’appartamento in affitto è una rendita ma non entriamo come elefanti in una cristalleria. Cerchiamo piuttosto di trasformare questo guadagno in impresa agevolando la nascita di attività”.

Che tipo di turismo vogliamo per la Toscana? "Lo vogliamo di massa col rischio che possa travolgere le nostre città? O lo vogliamo di qualità per portare ricchezza e che non abbia effetti eccessivamente impattanti su territori e ambiente?” ha domandato Rossi che ha lanciato l’idea di una giornata dedicata agli Stati generali sul turismo, per fare il punto anche sul Testo Unico. “Una volta che avremo i primi dati sulla legge, potremo approfondire e affinare”.

“È una buona legge” ha detto. “La soluzione trovata per definire quale è il limite tra posizione di non impresa e impresa è innovativa”.

Il presidente ha ricordato l’importanza della via Francigena, che cresce a ritmi “altissimi”. “Abbiamo favorito l’impresa turistica aprendo ai fondi europei e quindi all’innovazione e all’internazionalizzazione anche questo settore”. “Ci saranno presto bandi per la creazione di imprese a cui, nuovamente, apriremo a quelle di natura turistica. Se approviamo questa legge a larga maggioranza, credo porremo le basi per dare un segnale positivo e per dire che su questo comprato ci vogliamo contare, combattendo tutto ciò che non è chiarezza e trasparenza”.

Rossi ha infine dichiarato di essere favorevole all’emendamento presentato dal gruppo Sì – Toscana a sinistra sull’emersione del lavoro nero. “Colgo l’occasione per ricordare che su questo punto abbiamo assunto una decisione unica nel Paese: nel caso di dubbi sulla presenza di lavoro nero, irregolare o minorile in un’azienda, sia essa manifatturiera, agricola o turistica, verrà sospesa l’assegnazione di risorse eventualmente attivate con bandi europei”. 

Le associazioni di categoria toscane Confcommercio, Confesercenti e Confindustria a poche ore dall'approvazione definitiva del testo che da ora in poi sostituirà la "vecchia" legge 42 del 2000 commentano: "Il nuovo testo unico sul turismo della Regione Toscana, in fase di approvazione, risulta più adeguato alle esigenze delle imprese, anche se le norme su questioni come l'affitto turistico non convincono. L'importante, ora, è che si proceda al più presto alla stesura di un regolamento stringente e, soprattutto, che si spinga l'acceleratore sui controlli, altrimenti resterà tutto uguale ad ora e le imprese e i professionisti del settore continueranno a lavorare in un ambiente ostile, dove abusivismo, elusione, pressappochismo e fai-da-te sono sul mercato con le stesse armi". 

"Non si può parlare veramente di una legge "nuova", poiché ancora molte parti ricalcano il vecchio testo legislativo e, forse, la Regione non si è particolarmente spinta nel normare una realtà così complessa e variegata come quella del turismo, continuamente in movimento. Il rischio di un invecchiamento precoce delle norme in questo settore è dietro l'angolo, per questo l'ideale sarebbe avere leggi che consentano di governare le variazioni del settore che già si annunciano nel futuro prossimo" dicono le tre organizzazioni. "Apprezziamo comunque l'impegno della Regione Toscana, che ha cercato di adeguare l'organizzazione pubblica del settore alle esigenze odierne e di conformarsi alle nuove esigenze del mercato in merito, ad esempio, agli alberghi o ai campeggi.

Ha anche cercato di mettere ordine in un comparto extralberghiero sempre più multiforme, definendo meglio i criteri della professionalità anche se con esiti a nostro parere non sempre eccellenti. Si veda il caso dei b&b, per i quali resta confusione tra professionali e non. Più scoperta è rimasta la questione degli affitti turistici, ma lì esiste il limite invalicabile del Codice civile. La Regione ha quindi optato per una mediazione: fatto salvo il diritto dei privati di affittare casa, ha fissato dei paletti oltre cui questa attività non è più da intendersi come mera integrazione del reddito ma si configura come imprenditoriale a tutti gli effetti.

Il limite massimo di ottanta contratti ci pare semmai troppo alto, corrisponde infatti ad un tasso di occupazione del 100% su 8 mesi, impensabile addirittura per gli alberghi in tante località toscane".

L'importante secondo le associazioni di categoria è rendere effettivi i cambiamenti apportati dal nuovo testo unico con un regolamento davvero efficace e stringente. "La norma lascia grande spazio al regolamento di attuazione, per cui chiediamo alla Regione di arrivare alla stesura del documento dopo un attento percorso di verifica, consultazione e concertazione con le associazioni di categoria. La partita della classificazione alberghiera, per esempio, si gioca proprio nel regolamento e ha il potere di cambiare il destino di una struttura sul mercato".

Ma è soprattutto sui controlli che Confcommercio, Confesercenti e Confindustria richiamano l'attenzione della Regione: "inutile scrivere perfino la migliore legge del mondo se poi resta sulla carta. Abusivismo ed elusione sono purtroppo fenomeni in crescita nel turismo e gli imprenditori che rappresentiamo hanno diritto di sentirsi tutelati, al pari dei consumatori".

"Con l'esito del referendum", concludono le associazioni di categoria, "le competenze in materia di turismo sono rimaste in capo alle Regioni, che possono fare molto per imprimere slancio a uno dei settori che nel nostro Paese sembrano andare avanti nonostante la crisi. È una chiamata alla responsabilità che siamo certi la Regione Toscana non voglia disattendere".“Da tutte le categorie che abbiamo ascoltato durante l’iter della legge, è emerso uno stato di insoddisfazione – ha detto il consigliere regionale Lega nord Roberto Salvini. Questa materia non è stata ben guidata e non vengono previsti controlli adeguati sul territorio”. Secondo Salvini “il principio stesso mercato, stesse regole viene meno se manca l’organo di controllo”.

Così Manuel Vescovi (Lega nord) ha definito il testo unico “La legge sulla burocrazia del turismo”. “Mi sarebbe piaciuta – ha detto - una legge che desse una visione su come qualificare le presenze turistiche in Toscana. Mi dispiace poi vedere un elenco di sanzioni e non riesco a capire le funzioni della cabina di regia”. Infine, Vescovi ha espresso dubbi sul fatto che possa essere la Regione a stabilire i criteri che definiscono un imprenditore “mi pare più una competenza nazionale”.

“Questa legge – ha detto Paolo Bambagioni (Pd) - esprime l’obiettivo della Toscana, quello di favorire azioni che possano sviluppare il turismo e renderlo più accessibile. Inoltre, riconosce il ruolo strategico del turismo per lo sviluppo economico della nostra regione”. Secondo Bambagioni “questa legge è moderna ed ha saputo leggere la realtà dell’accoglienza e del turismo, oggi profondamente cambiata rispetto a 20 anni fa”.

“Diverse cose in questo testo non ci convincono – ha detto Jacopo Alberti (Lega nord). Non ci convince che la Regione non faccia niente per contrastare alcuni fenomeni come ad esempio l’applicazione Uber che danneggia i tassisti oppure il fenomeno di Airbnb che qui viene legalizzato”. Alberti ha, infine, ribadito la mancanza di controlli per l’applicazione di questa legge. Secondo Marco Niccolai (Pd) l’impianto politico della legge va oltre l’ambito, risconosce la specificità del turismo e tende ai distretti turistici; diversifica l’offerta e rende le strutture al passo con la dotazione del settore; intende dare gli strumenti utili agli organi di controllo, in particolare ai Comuni, garantendo il consumatore.

Per Irene Galletti (M5S) la legge doveva essere improntata e approcciata in maniera diversa: “è una legge che nasce già vecchia, che non guarda al futuro del turismo toscano”. Da qui la previsione di una norma che sarà ritoccata più e più volte nel corso degli anni, mancando di un progetto organico.

Tommaso Fattori (Sì Toscana a sinistra), dopo aver parlato di un testo decisamente migliorato in commissione, ha preso atto del “buon compromesso” raggiunto, capace ad esempio di andare incontro ai tanti cittadini che traggono piccoli redditi dal settore turistico, cercando di disciplinare senza ostacolare. Secondo il consigliere si poteva però fare di più in tema di equilibrio tra flussi dalle città d’arte ai centri meno conosciuti.

Di passaggio importante per la legislatura ha parlato Simone Bezzini (Pd), evidenziando una serie di punti qualificanti: dal consolidamento di una nuova governace turistica al nuovo equilibrio tra le diverse imprese che operano nel settore, passando dal tentativo di governare le locazioni turistiche.

Marco Stella (FI), parlando di un testo dove si possono vedere i contributi di tutte le forze politiche, si è augurato che il sostegno al turismo si possa riscontrare anche nelle leggi di bilancio, all’esame dell’aula consiliare la prossima settimana. Nel corso dell’intervento il consigliere ha parlato di buon lavoro fatto sulle locazioni turistiche, e ha invitato a tenere invece presenti alcuni tipi di turismo “dimenticati”, come quello congressuale e dei poli espositivi.

Per Ilaria Bugetti (Pd) “in breve tempo è stata messa in piedi una grande e bella legge, che ha progetto e visione”, su un comparto, come il turismo, che in Toscana non è fatto solo di numeri, ma anche e soprattutto di qualità. Lo dimostrano alcuni punti cardine: l’accessibilità, il turismo sportivo, il lavoro sulla formazione. Consapevole che la legge dovrà fatta camminare, la consigliera ha assicurato la disponibilità a lavorare per perfezionare e intervenire affinché il Pil, legato al tursimo, continui a crescere.

Marco Casucci (Ln), dopo avere espresso soddisfazione nel confrontarsi in aula su questi argomenti, ha parlato di legge dalla “portata innovativa scarna”, che ricalca l’impianto della precedente. “In Toscana poco o nulla cambierà con questa normativa, che ribadisce la cose scontate e non guarda al futuro – ha sottolineato – non risolve i problemi reali della gente”.

Per Stefano Mugnai (FI) “si poteva fare di più ma qualcosa si è fatto”, da qui la dichiarazione: “il nostro voto potrebbe non essere negativo”. Il consigliere ha non solo sottolineato il cambio di atteggiamento sul profilo del metodo, caratterizzato dall’attenzione e dalla capacità di ascolto; ma anche il dato sul Pil: “se il 6 o 7 per cento del Pil della nostra regione deriva dal settore turistico, le potenzialità vanno ben oltre”.

Leonardo Marras (Pd), dopo aver parlato dell’importante lavoro fatto, che ha portato ad apprezzamenti sia sul metodo che sul contenuto, si è soffermato sul senso politico della legge: “questo senso sta in una direzione unica, sta dalla parte del motore che genera turismo, quindi che produce ricchezza nel nostro intero territorio regionale, caratterizzando la vita sociale della nostra Toscana”.

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