Tramvia sui viali di Firenze, Fortezza - Libertà: agli ambientalisti non piace?

Il tracciato lungo le mura, già abbattute per la realizzazione di Firenze Capitale d'Italia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 febbraio 2019 16:41
Tramvia sui viali di Firenze, Fortezza - Libertà: agli ambientalisti non piace?

La rete appena realizzata, e completata solo per metà, sta riscuotendo un buon successo da parte degli utilizzatori, ma non manca chi si oppone al prolungamento. Palazzo Vecchio dichiara di aver ridotto ulteriormente il numero di vetture private in circolazione e chi ancora utilizza il mezzo proprio non sembra disdegnare di adottare  la motivazione della "incompletezza" dell'opera che non consente ancora di rinunciare del tutto all'auto. Se da una parte c'è chi non vorrebbe scendere dal tram per effettuare il cambio con il trasporto su gomma, c'è anche chi si oppone fermamente alla realizzazione di nuovi binari che sottraggano spazio alla città andando così a modificare aspetti paesaggistici ed urbanistici.  Uno dei passaggi delicati per la realizzazione di una connessione verso l'area sud del capoluogo, vede interessati il viale Spartaco Lavagnini piazza della Libertà.L'idea di rimodulare l'assetto dei viali a molti non dispiace, così come non dispiace oggi la riqualificazione operata sui tracciati della T2 e della T3.

Il rendering del viale Spartaco Lavagnini è però portato ad esempio come "scempio"Italia Nostra e Coordinamento Cittadino Tutela Alberi intervengono in merito al prolungamento "Apprendiamo l’assurda proposta di taglio delle alberature e di scempio paesaggistico. Evidentemente non bastava il danno arrecato in Piazza Stazione, con quei pali di ferro al posto dei pini storici, abbattuti tra l’altro in pieno stato di salute.

Non bastava l’azzeramento delle alberature esistenti e la trasformazione dell’inizio di Viale Belfiore (ex viale in Curva del Poggi), di Porta al Prato e della Piazza Vittorio Veneto, in raccordi autostradali e ferroviari" esordisce l'associazione.

Italia Nostra prosegue: "Per fortuna, esistono ancora istituzioni in questo Paese, come la Soprintendenza, che limitano ed arginano la spregiudicatezza e l’incultura delle classi dirigenti, che negli anni hanno messo a rischio l’incolumità dei beni culturali e ambientali di Firenze. Si ricorda che il sistema dei Viali di Circonvallazione e del Viale dei Colli, e tutta l’area di estensione del progetto del Poggi, in attuazione sino al 1925, ricade nella Zona A del Piano Strutturale di Firenze e per questo, è vincolata non solo paesaggisticamente, ma anche e soprattutto dal punto di vista storico e culturale de jure. Forse i nostri amministratori non sanno, che ai sensi dell’art.

12 comma 1, e dell’art 10 comma 4 lettera g del D.Lgs 42/2004 e ss.mm.ii. (Codice dei Beni Culturali ) le pubbliche piazze, vie, strade e altri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico di proprietà del Comune, costituiscono beni culturali oggetto di tutela, e pertanto anche un boulevard come i viali circondari, comprese le sue alberature secondo l’impianto, i sesti e le specie originari, sono oggetto di specifica tutela, e non modificabili come i nostri amministratori vogliono far credere".

La nota recita inoltre "Ricordiamo ai nostri amministratori che l’Area Centro Storico Unesco, le piazze ed ambedue i lati della cerchia dei Viali, i Lungarni e gli argini dal ponte alle Grazie al ponte San Niccolò, ed i siti dichiarati di interesse culturale, quali ad esempio il Piazzale Michelangelo, la passeggiata del Viale dei Colli e il Parco delle Cascine, sono sotto tutela e qualunque piano di sostituzione, di rinnovo e comunque di abbattimento di alberi, deve essere, ex lege, autorizzato preventivamente dalla Soprintendenza a mezzo di un “Progetto di conservazione e restauro complessivo dei luoghi”; quindi, la semplice sbrigativa autorizzazione paesaggistica non è sufficiente, anzi costituisce violazione delle leggi vigenti. Da troppi anni a questa parte, al posto del restauro conservativo, si spaccia come riqualificazione ciò che risulta essere una alterazione grave e permanente dei siti storici e del paesaggio urbano, che elude i percorsi procedurali in capo al sopra citato Codice dei Beni Culturali.

Tutto questo, però, sta ora manifestandosi in tutta la sua gravità ed i cittadini stanno prendendone coscienza" conclude Italia Nostra Firenze.

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