Toscana, l'infermiere di famiglia nella sanità del futuro

Tomassini (Direzione coesione sociale della Regione): "Figura già stabilita, serve una maggiore vicinanza con i nuclei familiari". Oggi a Firenze la conferenza nazionale della professione

Redazione Nove da Firenze
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31 maggio 2019 14:04
Toscana, l'infermiere di famiglia nella sanità del futuro

Firenze, 31 mag. - "La nostra sanità è incentrata prevalentemente sull'ospedale" ma "abbiamo bisogno di un nuovo modello interpretativo del territorio, quindi sulla cronicità, dove sicuramente il mondo infermieristico puo' sviluppare veramente nuove competenze e aree di intervento". Lo spiega Carlo Tomassini, direttore della Direzione diritti di cittadinanza e coesione sociale della Regione Toscana, intervenendo a all'undicesima Conferenza nazionale delle politiche della professione infermieristica organizzata a Firenze dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche.

In Toscana, ad esempio, "abbiamo la casa della salute o forme aggregative simili", tese "ad una maggiore vicinanza con i nuclei familiari. In Regione abbiamo, inoltre, appena deliberato la figura dell'infermiere di comunità e di famiglia". Si va, cioè, verso "una sorta di agenzia di servizi al paziente e alla sua famiglia non solo professionali, ma anche organizzativi e gestionali".

"La Toscana è una delle regioni che più ha valorizzato gli infermieri, una professione cresciuta facendo un salto di qualita' enorme. Abbiamo lavorato per dare alla professione un ruolo nell'organizzazione, attraverso l'istituzione del dipartimento, e siamo la prima regione che ha istituito l'infermiere di famiglia". Una delibera "importante" che introduce "un ruolo chiave anche nella gestione della cronicita'" che potrebbe essere da "esempio per tutto il Paese", sottolinea alla 'Dire' Stefania Saccardi, assessore alla Salute della Regione Toscana.

"Stiamo lavorando, inoltre, affinché la professione abbia una valorizzazione anche economica, soprattutto verso chi lavora in settori delicati: penso ai pronto soccorso o ai front office per i servizi alle persone". Resta però la questione legata al turnover: "La Toscana- osserva - ha garantito la sostituzione" del personale e "stiamo predisponendo il nuovo concorso per l'assunzione degli infermieri. E' quasi pronto. Chiediamo al governo, però, lo sblocco dei limiti sull'assunzione del personale.

C'è stata una proposta, concordata tra governo e Regioni, che ancora non è sufficiente a garantire la quantità di personale necessario per far funzionare al meglio le strutture sanitarie".

"Il patto per la salute 2019-2021 rafforzi il modello territoriale", chiede Nicola Draoli, componente del comitato centrale della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche. "E' uno degli aspetti che più ci sta a cuore e credo sia uno degli aspetti che più serve al sistema in questo momento. Rafforzare il territorio - spiega alla 'Dire' - significa mettere a sistema tutte le buone esperienze che già esistono in alcune regioni. Penso all'infermieristica di famiglia e di comunità".

C'è poi, aggiunge, "il tema delle cure intermedie, in particolare l'ospedale di comunità. Ovvero far sì che la professione infermieristica sia in grado di poter esercitare tutte quelle competenze che hanno a che fare con la presa in carico e con la tutela della salute delle persona". Inserendo chi ha bisogno, in sostanza, "nei percorsi giusti e corretti presenti sul territorio, ma che in questo momento sono molto complessi da governare e non stanno dando quelle risposte di cui una popolazione sempre più vecchia e non autosufficiente ha bisogno".

Barbara Mangiacavalli, presidente di Fnopi, sottolinea: "Noi ci proponiamo come interlocutori istituzionali delle Regioni e del ministero della Salute, in un momento storico particolare come questo, perché sono in discussione provvedimenti importanti, tra cui il nuovo patto per la salute e una serie di atti programmatori a livello regionale". E in questo quadro, aggiunge, "l'elemento che tiene insieme tutte queste riflessioni e' la necessita' di innovare il sistema", perché "e' necessario dare risposte nuove e diversificate ai bisogni dei cittadini che nel tempo si sono modificati".

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