Toscana, in aumento i giovani pastori

Innovazione e tradizione per il rilancio del settore. Più garanzie su prezzo, danni da predatori e lotta all’italian souding

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 giugno 2016 15:02
Toscana, in aumento i giovani pastori

Si inverte la tendenza e dopo decenni tornano ad aumentare le pecore in Italia che nel 2016 puo’ contare su un patrimonio 7,2 milioni di capi, quasi duecentomila in piu’ rispetto a cinque anni fa secondo le ultime stime della Commissione europea. In Toscana sono circa 480mila i capi allevati che si concentrano nelle Provincie di Grosseto, Siena, Pisa, Arezzo e Firenze.

”Le pecore, dopo essere state a lungo dimenticate, stanno vivendo un grande momento di riscossa con uno storico aumento delle greggi e l’arrivo di giovani pastori, proprio perché in Italia - sottolinea Tulio MarcelliPresidente di Coldiretti Toscana - si è scelta una strada completamente diversa con l’innovazione nel rispetto della tradizione”.

A sostenere la rinascita è stato il boom della domanda all’estero di formaggi basta guardare i numeri del Pecorino Toscano Dop recentemente presentati dal Consorzio. Il fatturato complessivo registrato dal Pecorino Toscano DOP nel 2015 è stato pari a 23 milioni e 758 mila euro. Significativo il dato sulle esportazioni, cresciute lo scorso anno del 17,17%, per un valore economico pari a oltre 10 milioni di euro al consumo. Numeri che confermano un trend positivo nell’export, grazie alla maggiore domanda di Pecorino Toscano DOP dall’estero e, in particolare, dagli USA e dall’Europa.

Sul totale dell’export del Pecorino Toscano DOP, l’Europa vale infatti il 50,76%, seguita dall’America con il 39,04% e da Oceania e Asia, con valori più marginali. Tra i mercati più interessanti ed in ascesa c’è quello australiano, dove il Pecorino Toscano DOP si sta già muovendo con le prime esportazioni e la registrazione del marchio, a tutela di frodi e falsificazioni dei prodotti legati all’italian sounding. Tra i Paesi del Vecchio Continente che ‘amano’ di più il Pecorino Toscano DOP, svetta il Regno Unito, con il 12,91%, seguito da Belgio (6,68%), Polonia (5,51%) e Germania (4,23%).

Nel 2015, i 15 caseifici del Consorzio hanno lavorato oltre 30 milioni e 322 mila litri di latte in arrivo da 870 allevatori, di cui 245 direttamente associati al Consorzio. Oltre 17 milioni e 543 mila litri di latte sono stati destinati a Pecorino Toscano DOP e trasformati in oltre 1 milione e 361 mila forme, con un incremento del 2,52% rispetto al 2014. Di queste, sono state vendute 608.325 forme di Pecorino Toscano DOP tenero e 494.381 forme di quello stagionato, con un aumento complessivo del 7,13% rispetto al 2014. Il 2015, inoltre, si è aperto per il Pecorino Toscano DOP con un’assenza nei caseifici di prodotto fresco e stagionato, a causa di un incremento della domanda già iniziato nel 2014.

Non meno importante per il settore ovino toscano la grande innovazione che ha rivoluzionato la pastorizia con contributi che spaziano dalla cosmetica alla moda, ma anche la manutenzione ambientale, la pet therapy fino a nuovi prodotti, dal gelato al latte di pecora al pecorino senza colesterolo.

“Il clima più positivo ha spinto anche l’occupazione ed in Italia si stima che - continua Marcelli - siano circa duemila i giovani, molti anche in Toscana, che hanno scelto di mettersi alla guida di un gregge in una scelta di vita dove a preoccupare più della crisi in questo momento sono i ritardi e le inefficienze della burocrazia e gli attacchi degli animali selvatici, dai cinghiali ai lupi, che si sono moltiplicati nelle campagne”

Si tratta in gran parte di giovani che intendono dare continuità all’attività dei genitori, ma ci sono anche ingressi ex novo spinti dalla voglia di trovare una occupazione alternativa a contatto con la natura. Con i giovani pastori tornano anche le antiche razze salvate dall’estinzione dagli allevatori come la Massese dall'insolito manto nero.

Due i nodi da sciogliere in modo inequivocabile secondo il Direttore di Coldiretti Toscana Antonio De Concilio: “Occorre intervenire in modo chiaro e risoluto per il contenimento dei danni causati dai predatori che attaccano i greggi in modo diffuso arrecando pesanti danni economici alle imprese agricole. Al tempo stesso è necessario un forte impegno contro le frodi difatti si è verificata una vera invasione di pecorino straniero in Italia con le importazioni che sono praticamente triplicate (+181%) nel 2015 per un totale di 2,9 milioni di chili.

E’ un vero attacco al nostro Pecorino – continua De Concilio – che occorre fronteggiare. Come Coldiretti continueremo a lavorare, attraverso l’Osservatorio per la Legalità, con il massimo impegno per garantire la qualità del Pecorino Toscano contro frodi e falsificazioni con il pieno sostegno alle attività di prevenzione e repressione. Tra queste, quelle già messe in campo dalla Regione Toscana con il protocollo sottoscritto con le Procure della Repubblica di Firenze, Arezzo, Grosseto e Siena”.

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