Toscana arancione: Ristoratori Toscana scende in piazza

Lunedì alle 11 la manifestazione davanti alla Regione Toscana. “Giani, devi andare a Roma e pretendere indennizzi immediati. La nostra regione è in ginocchio”. Confcommercio e Confesercenti domani da Giani per un incontro. Torselli (FdI): “Eugenio Giani dovrebbe imparare ad avere il coraggio del governatore dell'Abruzzo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 dicembre 2020 15:52
Toscana arancione: Ristoratori Toscana scende in piazza

Firenze, 13 dicembre 2020 - Lunedì alle 11 i Ristoratori Toscana manifesteranno davanti alla sede della Regione di piazza Duomo per chiedere al presidente Eugenio Giani di andare a Roma e chiedere aiuti che coprano il 100% delle perdite subite.

“Il presidente Giani – spiega Pasquale Naccari, presidente Ristoratori Toscana – deve darci tutto quello che è possibile che la Regione ha in cassa (e li ha) e poi andare a Roma, a pretendere dal Governo indennizzi che ci risarciscano delle perdite del mese lavorativo più importante. Ormai il Natale è perso completamente. Chiediamo a tutti, commercianti e cittadini, senza distinzione di categoria e senza bandiera, di unirsi lunedì alle 11 alla nostra manifestazione.

Lo sappiamo che la regione è arancione, ma manifestare per la nostra sopravvivenza è una giusta causa. E' il momento di far sentire la nostra voce e pretendere risposte. Ringraziamo Cna Toscana e Conflavoro per il sostegno alla nostra battaglia”. Per Naccari, la situazione è drammatica “e bisogna intervenire con urgenza. I turisti sono assenti da mesi, i fatturati sono pari a zero, centinaia di famiglie rischiano di ritrovarsi senza un tetto e stiamo lasciando spazio a criminalità organizzata e degrado.

La Toscana è in ginocchio, più di qualunque altra regione di Italia. Chiediamo al presidente della Regione di farsi carico delle nostre richieste. Fino a ora il Governo ci ha mostrato il disinteresse più totale. Disinteresse che si è concretizzato durante il primo lockdown in un solo mese di aiuti. Ci auguriamo che queste scelte che riguardano il mancato allentamento di restrizioni in Toscana non dipendano da eventuali attriti all'interno del Governo. Non sarebbe giusto per le migliaia di persone che rischiano il lavoro”.

"La situazione delle nostre attività commerciali e del turismo, tutte, nessuna esclusa, è tragica. Forse a Roma non lo hanno capito, ma ogni giorno perso per noi è drammatico. Per questo abbiamo chiesto ed ottenuto dal governatore della nostra regione Eugenio Giani di essere ricevuti domani mattina (martedì ndr), per presentare le nostre richieste: che a questo punto non possono aspettare un'ora in più!" Sono lapidari Alberto Marini e Franco Marinoni a nome delle due associazioni di categoria del settore della provincia di Firenze.

L'iniziativa è stata immediatamente condivisa dai vertici di tutte le Confcommercio e Confesercenti provinciali della Toscana, nonché dalle federazioni di categoria dei pubblici esercizi Fipe e Fiepet, che si presenteranno compatte di fronte agli uffici di Eugenio Giani, per rappresentargli lo stato dei fatti.

"Ci siamo incontrati domenica mattina" affermano infatti Aldo Cursano e Claudio Bianchi, presidenti di Confcommercio e Confesercenti di Firenze "per concordare una linea comune che consenta alle nostre imprese di non perdere più tempo. È necessario un provvedimento immediato del governatore, in assenza di un'adeguata assunzione di responsabilità da parte del governo nazionale, per consentirci di lavorare da domani mattina stessa." "Questo nell'immediato, ma è necessario anche che ci si renda conto che chi ha potuto lavorare solo 3 o 4 mesi su 12 non riuscirà a far fronte agli impegni di un intero anno.

Anche le banche dovranno tenerne conto, per questo chiediamo che le nostre imprese siano valutate con i rating del 2019, nel periodo in cui potevamo lavorare, e non di questo disgraziatissimo 2020. Lo stato deve garantirci gli indennizzi per danni che derivano da fattori esterni, del tutto indipendenti dalle nostre responsabilità” insistono Bianchi e Cursano.

"È questo l'aspetto al momento più importante" affermano i direttori Franco Marinoni e Alberto Marini "le nostre attività sono in condizione di garantire il più assoluto rispetto delle misure precauzionali, come del resto hanno sempre fatto. La loro chiusura per le ultime tre settimane non ha procurato alcuna variazione nel livello dei contagi, a dimostrazione che la fonte di questi è evidentemente altra. Non si capisce perché in Lombardia e in Veneto e praticamente in quasi tutte le altre regioni, si possa lavorare in questo periodo prenatalizio e in Toscana invece no!"

"Non vorremo" chiosano Cursano e Bianchi "che la nostra regione scontasse questioni extraeconomiche e divenisse il territorio di regolamenti di conti della politica che si ripercuotono sulle nostre già provatissime aziende!"

Giani non solo ha creato false aspettative nei toscani ma adesso viene addirittura smentito dalla stessa Regione. Questa mattina l'Agenzia regionale della Sanità ha fatto sapere che la Toscana rientrerà in zona gialla il prossimo 20 novembre. Soltanto 24 ore prima, il Presidente aveva chiesto al Governo di far riunire il Cts all'inizio di questa settimana per valutare il passaggio della Regione nella fascia meno a rischio. Quindi, o l'Ars o Giani si sono sbagliati.

Per Natale il governatore dovrebbe fare un bel regalo a tutti i toscani: la smetta di fare il ridicolo e di giocare con la vita delle persone”. Così Francesco Torselli, Presidente del gruppo di Fratelli d'Italia in Consiglio regionale. “Giani dovrebbe imparare ad avere il coraggio del governatore dell'Abruzzo Marsilio, che ha anticipato il passaggio della sua Regione nell'area meno a rischio senza attendere la decisione del Ministro Speranza. Un vero Presidente di Regione agisce e non illude i suoi corregionali con false aspettative.

Invece Giani - conclude Torselli - prima ha fatto vacue promesse ai toscani e adesso spera che il Governo torni sui suoi passi e prenda una decisione opposta rispetto a quella di venerdì sera. Presidente, firmi subito un'ordinanza per permettere spostamenti tra Comuni e riaprire le attività, lo deve ai suoi concittadini”.

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