Toscana arancione ed economia in rosso

Critiche alla chiusura di ristoranti ed impianti sciistici. Castro e Giannelli (FI): "Ci aspettiamo dal Governo Draghi una decisa inversione di rotta". Maurizio Bonelli (AMSI): " ..è un evidente segno di scarissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo 2020"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 febbraio 2021 09:06
Toscana arancione ed economia in rosso

Il ritorno della Toscana in zona arancione è costato migliaia di euro ai ristoratori che per tutta la settimana avevano lavorato in preparazione di una domenica speciale, in cui si annunciavano incassi. Ma al termine di un giorno di San Valentino pieno di rimpianti per i pubblici esercenti, è arrivata la mazzata per gli impianti sciistici.

Il Presidente AMSI Nazionale Maurizio Bonelli: "La decisione del Ministro delle salute per tempistica e modalità ci lascia esterrefatti! AMSI, l’Associazione Maestri Sci Italiani, si unisce al Collegio Maestri di Sci Italiani nel denunciare la completa mancanza di rispetto delle Istituzioni verso la nostra categoria e al mondo della montagna in generale. La modalità e la tempistica di questo nuovo e ulteriore stop alla ripartenza dell'attività dei maestri di sci è un evidente segno di scarsissima attenzione verso 15.000 famiglie che vivono di questa attività e che sono ferme dal 10 marzo del 2020.

Come non mai, in questo momento ci sentiamo umiliati nella nostra dignità di persone e di lavoratori professionali ai quali viene vietato il diritto al lavoro e, quindi, al sostentamento delle proprie famiglie da continue promesse rimaste tutte regolarmente disattese: ci sentiamo e siamo presi in giro! Ora ci aspettiamo il giusto e doveroso ristoro dallo Stato perché gli oltre 15.000 maestri di sci italiani, dopo tutto questo 'tira-molla' delle nostre istituzioni, rimarranno fermi senza lavoro per quasi 21 mesi, da marzo 2020 a dicembre 2021, se si potrà riprendere nel dicembre prossimo".

"A fronte di promesse e di date di riapertura previste e differenziate da regione a regione la doccia fredda arriva la domenica, nel tardo pomeriggio, con la firma da parte del Ministro Speranza del provvedimento che posticipa la riapertura al 5 marzo Il che vuol dire stagione finita. E' l'ennesimo schiaffo al mondo economico; è ora di dire basta! -Queste le parole accorate di Monica Castro, Responsabile Dipartimento Attività Produttive Forza italia Toscana e di Giampaolo Giannelli, Vice Coordinatore Provinciale Forza Italia Firenze- Sul fronte ristorazione - precisa Giannelli - tutti i locali della provincia di Firenze che ci hanno contattato (ma la situazione era analoga nell'intera regione) erano stati presi d’assalto con tante prenotazioni prima della doccia gelata, arrivata solo nel tardo pomeriggio di venerdì.

Una mazzata tremenda, sia dal punto di visto economico che psicologico, anche per il quantitativo di merce ovviamente acquistata, molta della quale dovrà essere gettata. Ci voleva un atto di coraggio da parte della Regione Toscana, con una ordinanza ad hoc, magari impugnabile, che posticipasse al lunedì l'inizio della zona arancione. Sarebbe stato un bel segnale per una categoria allo stremo delle forze, che comunque ha investito, anche cifre importanti, per la sanificazione ed il distanziamento.

Invece, niente, ancora una volta il settore è stato lasciato solo".

"Allucinante quanto accaduto anche per gli impianti sciistici . attacca Castro - gestori e dipendenti erano pronti a riprendere la loro attività, le date diverse da regione a regione erano state già decise da giorni, quando arriva lo stop improvviso da parte del Ministro. Un colpo definitivo all'economia basata sulla montagna, esteso addirittura alle regioni che sono zona gialla, in maniera assolutamente incomprensibile .Nessuno nega che vi siano ancora rischi connessi alla pandemia - concludono i 2 esponenti Azzurri - ma ancora una volta le decisioni adottate sono state sbagliate nei tempi, nei modi e sono state prese sulla pelle delle attività economiche.

Ci avviciniamo a scadenze fiscali, che le aziende ovviamente non saranno in grado di onorare. Ci aspettiamo risposte certe ed importanti, ristori veri, basati su mancati introiti veri. E ci aspettiamo anche dal nuovo Premier Draghi quel coraggio nelle scelte che non abbiamo visto nè nel governo Conte nè nel Presidente Giani; perché la tutela della salute pubblica è ovviamente fondamentale, ma l'economia dei settori trainanti è in ginocchio".

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