Alternanza scuola-lavoro, crollo in Toscana: "Negata a 17 mila studenti"

Il deputato fiorentino Toccafondi, ex sottosegretario alla Pubblica istruzione, snocciola i dati resi noti dal Miur, in risposta a una sua interrogazione: "Dal 66% siamo passati al 45%. Evidente la volontà del governo di smantellare questa esperienza"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 luglio 2019 20:57
Alternanza scuola-lavoro, crollo in Toscana:

Firenze, 19 luglio 2019 - “In Toscana ci sono oltre 17mila studenti a cui è stata negata la formazione dell'alternanza scuola-lavoro e oltre 30 scuole in cui non si è più fatta. Questi sono i risultati dell'azione di sotterraneo smantellamento da parte del Governo Giallo-Verde e del Miur” Così il deputato Gabriele Toccafondi commenta i dati resi noti dal Miur, in risposta a una propria interrogazione, sull'alternanza scuola-lavoro in Toscana.

“Come comunicato dal Ministero le scuole toscane, sia pubbliche che paritarie coinvolte, sono state 266 pari al 72,7%, solo un anno prima però erano 292 pari al 90,4% - annota l'ex sottosegretario alla Pubblica Istruzione nei governi di Centrosinistra - . Invece nell'anno scolastico 2017-19 gli studenti toscani che avevano potuto svolgere l'alternanza scuola – lavoro erano stati 39003 pari al 45,4%, ma prima erano stati ben 56294 pari al 66,5%”.

“Sono numeri che rendono evidente la volontà di smantellare questa esperienza perché è chiaro oramai anche ai più distratti che l’alternanza scuola lavoro è stata abbandonata del tutto da questo governo – spiega Toccafondi - . Un danno gravissimo per i nostri giovani a cui viene surrettiziamente tolto uno strumento in più per formarsi e conoscere meglio il mondo del lavoro. Questa insomma è la prova – conclude Toccafondi - che il Governo non crede all'alternanza lavoro. Si tratta di un grave errore perché l'alternanza scuola-lavoro, se fatta bene, è molto utile perché la scuola è fatta non solo di nozionismo ma anche di esperienze, di conoscenza e di competenze. Per questo rimango convinto che il dialogo fra il mondo della scuola e il mondo del lavoro sia indispensabile. Va migliorato certamente, ma non va né ridimensionato né tantomeno abolito”.

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