Firenze, 20 nov. – "Direttamente collegato alla multiutility c'è il problema dell'aumento delle bollette, una costante degli ultimi anni in Toscana e a Firenze. Nel mio resoconto sulla multiutility ho posto l'accento, oltre che sulla situazione debitoria di Alia che è gravata da mezzo miliardo di passività, su due punti dirimenti: i costi per le mancate scelte sugli impianti di smaltimento e, a caduta, la fragilità intrinseca del piano industriale". A dirlo è Paolo Bambagioni, consigliere di minoranza della Lista civica Eike Schmidt e Presidente della Commissione Controllo.
"Secondo l'ultimo rapporto dell'Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanza Attiva, in Toscana l'aumento si attesta sul 3,8%, per un costo di oltre 370 euro a famiglia - ricostruisce Bambagioni. "Per fare un paragone, nella vicina – ed evidentemente più virtuosa – Emilia-Romagna la Tari si ferma a 273€ in media regionale, pur in aumento del 2%. Sempre secondo Cittadinanza Attiva, la Tari era cresciuta in Toscana del 2,4% nel 2023 rispetto al 2022. È un trend consolidato negli ultimi anni, con Firenze che subisce aumenti, seppur in modo più contenuto rispetto ad altri capoluoghi di Provincia.
Alcuni mesi fa, l'Assessore Giorgio aveva promesso un intervento dal 2025, rivendicando, a detta loro, di aver contenuto gli aumenti e di voler usare gli introiti della tassa di soggiorno. La Giunta, inoltre, sembra riporre molte speranze anche nel sistema della tariffa corrispettiva, anche se in alcuni comuni dell'hinterland fiorentino non sono mancati problemi con aumenti a dir poco esponenziali".
"La nostra città, lo tocchiamo con mano ogni giorno, vive un momento molto complesso e ogni concittadino – aggiunge Bambagioni – è gravato da aumenti, costi alle stelle e inflazione, portando a una contrazione dei consumi e della qualità di vita. Bisogna interrompere questa spirale dei costi al rialzo e bisogna fare tutto il possibile affinché gli aumenti non siano scaricati sugli elementi più deboli e più fragili della nostra collettività". "Tornando alla multiutility, il punto centrale è che la società sia improntata all'efficienza e alla trasparenza, con alla guida un management all'altezza e con indubbie capacità", conclude Bambagioni.
“Se la Toscana è una delle Regioni con la Tari più alta d’Italia e la tariffa sta continuando ad aumentare, la responsabilità è principalmente in capo al Pd. La Regione è sostanzialmente ferma al 2017 in materia e il nuovo Piano rifiuti non decide in pratica niente. Conseguentemente la Toscana non si è dotata degli impianti necessari allo smaltimento ed è costretta a portare almeno un terzo dei rifiuti a giro (con costi economici) o in discarica (con costi ambientali). Inoltre è in estremo ritardo nei processi di aggregazione industriale che avrebbero prodotto forme di gestione più economiche.
La situazione del Piano rifiuti non è positiva perché dei 39 impianti emersi dal bando esplorativo regionale di novembre 2021, ne sono scaturiti soltanto 12 che non costituiscono nemmeno un elemento di novità nella gestione dei rifiuti visto che diversi afferiscono alla programmazione precedente. Poi gli impianti di nuova generazione, come i gassificatori, non sono stati realizzati e ne è stata addirittura interrotta la progettazione. La Toscana sconta quindi la mancanza di termovalorizzatori di ultima generazione che abbatterebbero il costo della tariffa: quello di Case Passerini non è stato voluto, quello di Livorno è chiuso e il gestore non ritiene economicamente sostenibile sistemarlo (occorrerebbero quasi 20 milioni), mentre all’impianto di Montale i 3 comuni soci della società proprietaria hanno autorizzato una proroga di soli 3 anni. In tutto questo il nuovo piano esclude la realizzazione di nuovi termovalorizzatori.
Tutte queste mancanze si scaricheranno presto sugli ATO, chiamati a fare in 180 giorni ciò che la politica del PD non è riuscita a fare in 10 anni.Oltre alle questioni legate alla gestione dei rifiuti, c’è anche il problema che il processo di costituzione della Multiutility è fermo a causa delle diatribe interne al Pd. Ad oggi la società multiservizi non sta decollando e se rimane tutto fermo è difficile pensare che si possa risolvere la complessa situazione debitoria di Alia. Una Multiutility zoppa che non chiude la filiera del riciclo ed esclude l’acqua dal suo perimetro, rischia di non essere appetibile sul mercato azionario né finanziabile dalle banche” lo affermano il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Commissione Ambiente Alessandro Capecchi e il capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano Vittorio Fantozzi.