“Siamo pronti a partecipare attivamente alla fase della ricostruzione dello Stato palestinese, ma anche della ricostruzione delle parti distrutte durante questa guerra: dovrebbe esserci presto in Egitto una conferenza che si occupa proprio di questo e noi porteremo il nostro contributo”.
Così il ministro degli Affari esteri Antonio Tajani ha risposto – durante la sua partecipazione alla sessione pomeridiana del settimo Festival dell’economia civile a Firenze – alla richiesta avanzata ieri dal Patriarca latino di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa che nella giornata di venerdì era stato ospite, in video collegamento, con il FNEC. Pizzaballa aveva evidenziato la necessità di costruire delle reti di economia civile per poter portare pace e sviluppo in Palestina una volta finita la guerra.
“La chiesa è presente in tutta quell'area, c'è una comunità cristiana che è stata attaccata e noi abbiamo sempre condannato gli attacchi sia ai cristiani che sono a Gaza, sia ai cristiani che sono in Cisgiordania, non perché la vita del palestinese cristiano valga più della vita del palestinese di un'altra regione, ma perché i palestinesi cristiani sono come tutti i cristiani in Medioriente un elemento di pace e di stabilità – ha aggiunto Tajani -. Ecco, li potremmo coinvolgere proprio per cominciare a costruire reti di economia sociale una volta finita la guerra”.
Approfondimenti
Il Festival Nazionale dell’Economia Civile ha proposto delle iniziative legate al tema della pace, che si basano su un processo dal basso capace di costruire reti, sociali ed economiche che possono supportare le persone, le organizzazioni, le istituzioni in un confronto collaborativo e non prevaricatore.
Il modello dell’economia civile è stato indicato come virtuoso dal titolare degli Esteri durante il suo intervento nel Salone dei Cinquecento perché capace di garantire “una crescita non per pochi privilegiati, ma una crescita che costruisce benessere per tutti. E le cooperative svolgono in modo particolare questo ruolo”. Tajani ha sottolineato in particolare il ruolo delle imprese cooperative che oltre a rappresentare una parte significativa del nostro agroalimentare “operano anche nelle aree interne del nostro paese e riescono a creare benessere anche laddove normalmente è più difficile crearlo”.
È atterrata la sera del 1° ottobre all’aeroporto militare di Ciampino la prima studentessa palestinese accolta dall’Università di Pisa attraverso i corridoi umanitari attivati dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dal Ministero dell’Università e della Ricerca, dalla Conferenza dei Rettori delle Università italiane in collaborazione col Consolato Generale di Italia a Gerusalemme. Ad accoglierla era presente il prorettore per la cooperazione e le relazioni internazionali, Giovanni Federico Gronchi.
La giovane raggiungerà Pisa nei prossimi giorni e inizierà dal 6 ottobre a frequentare il corso di laurea magistrale in lingua inglese Exploration and Applied Geophysics al dipartimento di Scienze della Terra.Con questo stesso corridoio umanitario arriverà nelle prossime settimane a Pisa un altro studente che in Ateneo frequenterà l’International Programme in Humanities al dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica. Sono inoltre attesi altri due studenti dalla West Bank grazie al progetto “corridoi universitari pisani per la Palestina”, attivato in virtù di un accordo tra l’Università di Pisa e la Croce Rossa Italiana.
I due studenti frequenteranno i corsi di laurea magistrale in Economics al dipartimento di Economia e Management e in Data Science and Business Informatics al dipartimento di Informatica, entrambi in inglese.
"La Città di Firenze deve agire concretamente anche verso l'economia israeliana, promuovendo campagne di boicottaggio e di interruzione di relazione anche con i soggetti economici che favoriscono le azioni del governo israeliano, estendendo la decisione a chi rende possibile la violazione del diritto internazionale a Gaza e negli altri Territori Occupati -dichiara Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune- Chiederemo anche che la Global Sumud Flotilla, a partire da chi ha subito l'intervento di Israele ed è legato alla nostra Città, riceva un pubblico riconoscimento da parte di Palazzo Vecchio".