SVI in Toscana: 15 milioni di investimenti e nuove assunzioni

Ieri a Firenze il convegno dell'associazione Movet sulle nuove tecnologie. Officine Ristori: incontro in Regione lunedì 3 ottobre. Bekaert: incontro al Mise per verificare impegni accordo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2016 22:18
SVI in Toscana: 15 milioni di investimenti e nuove assunzioni

FIRENZE- Oltre 15 milioni di investimento e un programma di sviluppo aziendale che ha portato 13 assunzioni nell'ultimo anno ed altre ne porterà, se verrà rispettata la volontà dell'azienda di passare a 120 dipendenti, dagli attuali 84, nei prossimi due anni. Sono questi i numeri con i quali si presenta il nuovo stabilimento SVI a Lucignano, alla cui inaugurazione ha partecipato ieri l'assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli insieme al sindaco di Lucignano Roberta Casini. SVI spa, impresa specializzata nella produzione di mezzi d'opera per la costruzione e la manutenzione dell'infrastruttura ferroviaria, ha scelto la Toscana per il proprio progetto si sviluppo aziendale anche grazie al ruolo di supporto e assistenza nel rapporto con la pubblica amministrazione svolto dallo sportello regionale 'Invest in Tuscany'. "La Regione Toscana - ha spiegato l'assessore Ceccarelli - è felice e di aver collaborato a rendere più semplice l'insediamento sul territorio di una realtà produttiva italiana in sviluppo, pronta a crescere e a fare nuove assunzioni.

Conosco perfettamente l'importanza del lavoro svolto da Svi, dato che la manutenzione e l'ammodernamento dell'infrastruttura ferroviaria sono fondamentali per un corretto funzionamento del sistema ferroviario. La Toscana crede profondamente si nelle produzioni di qualità, che in quello del trasporto ferroviario e per questo è per me una doppia soddisfazione essere qui oggi". 'Invest in Tuscany' fa inoltre sapere che la zona di Lucignano, forte di una posizione logistica favorevole in quanto collegata via binario con la linea ferroviaria Arezzo-Sinalunga (LFI) e molto vicina all'autostrada A1 (Firenze-Roma), sarà presto centro anche di un altro importante investimento portato avanti con la collaborazione dello sportello regionale per l'attrazione degli investimenti.

Il settore auto nei prossimi anni sarà oggetto di una rivoluzione tecnologica a livello internazionale che vedrà il mercato modificarsi radicalmente. In questo contesto la Toscana dovrà essere in grado di sfruttare il potenziale rappresentato dall'eccellenza del polo interuniversitario e rendere il settore automotive trainante per l'intera economia regionale. E' quanto emerso ieri a Firenze al convegno promosso da Movet (Centro d'iniziativa su Motori, Veicoli e Tecnologie), l'associazione che rappresenta oltre 20 soci fra dipartimenti universitari, multinazionali di primo livello e aziende toscane impegnate nel settore automotive. Il settore in Toscana conta oltre 122 aziende che hanno stabilimenti nella regione, con una produzione di circa tre miliardi di euro e più di 14 mila occupati.

Le grandi imprese (con più di 250 addetti) sono otto ma impiegano il 63% degli occupati e del fatturato. “Dobbiamo favorire la conoscenza di un settore in grado di fornire un importante appoggio all'economia toscana” Ha dichiarato Giuseppe Pozzana, presidente di Movet. “I dati 2015 ci dicono che a livello nazionale tra le attività più dinamiche si registra la crescita delle industrie di fabbricazione di mezzi di trasporto: +16,8% in particolare cresce la produzione dell'industria automotive con un aumento tendenziale del 26,9% (dati ANFIA).

Questo significa che la Toscana ha davanti a sé la possibilità di aprirsi un nuovo mercato e questo solo se, grazie alla collaborazione del polo interuniversitario, sarà in grado di far nascere una filiera capace di coinvolgere tutti i soggetti presenti sul territorio. Le nuove tecnologie, applicate al settore, hanno infatti aperto una nuova epoca in cui la nostra regione può svolgere un ruolo di indiscusso protagonista.” “La prima auto con guida automatica in circolazione in Toscana? Nel 2023 - Prevede Sergio Rinaldi, KDM Group-Hong Kong – Ovviamente stiamo parlando di guida automatica di livello 3, per arrivare a livello 4, cioè senza il guidatore pronto a prendere in mano i controlli, dovremo aspettare ancora qualche anno.

In Toscana abbiamo un tessuto di piccole e medie imprese abbastanza avanzato quindi ci sono buone possibilità di creare, grazie a livello di eccellenza della ricerca, un polo dell'auto con una filiera tutta regionale. Ci deve essere la volontà da parte di tutti di fare sistema in modo da imporsi sul mercato globale.” “Il settore dell'auto, partendo dal 2014, ha lanciato dei forti segnali di ripresa – ha spiegato Andrea Debernardis, ANFIA – dal punto di vista della produzione siamo ancora lontani rispetto ai valori del 2007 ma complessivamente l'aumento della produzione di alcuni modelli ha portato linfa nuova alle aziende della componentistica che hanno retto in questi anni di crisi grazie alla forte capacità di fare esportazione su altri mercati.

Dobbiamo tenere presente infatti che il 70% delle aziende italiane della filiera esporta grazie alla capacità di innovare e di essere sempre pronte a recepire le richieste del cliente. Intensificare il rapporto fra mondo industriale e mondo universitario aiuterà senza dubbio la Toscana a scalare la classifica nazionale dei distretti più produttivi.” “Abbiamo notato – spiega Marco Pierini, docente dell'Università di Firenze e presidente del Comitato scientifico di Movet - come si sia registrato in passato uno scollamento fra il mondo della ricerca e il mondo della produzione.

Movet è nata proprio per superare questa distanza perché siamo convinti che ci siano grandi opportunità dal punto di vista economico e imprenditoriale grazie alla creazione di una filiera specifica. Intendiamo costituire un apposito distretto regionale e come Movet avanzeremo una proposta al settore produttivo e all'Università. Se questa proposta verrà accolta dalla Regione credo che questo ambito potrà fornire una grande opportunità che sarà poi estesa alle regioni confinanti.” “Oggi la nostra base di fornitura è praticamente al 99% al di fuori della Toscana.” spiega Enrico Rebaudo, di Continental “Abbiamo fatto una serie di iniziative con la Regione per cercare di localizzare e una filiera tutta toscana certamente aiuterebbe a fornire i requisiti necessari per lo sviluppo del settore nel nostro territorio.

A questo proposito essere all'avanguardia nelle nuove tecnologie nel settore ci permette di essere sempre sul mercato.” “Mettendo insieme la competenza dei soggetti coinvolti oggi – spiega Paolo Folgarait, di NUMANOVA – si registra una conoscenza importante del settore. Si parla di investimenti di rilievo che vanno spesso oltre le possibilità delle singole Pmi e per questo creare una rete sul territorio capace di recepire le richieste del mercato può fare la differenza per tutta l'economia toscana e creare qualcosa di estremamente fattivo.”

Nuovo incontro in Regione per le Officie Ristori. Il consigliere del presidente Rossi per il lavoro Gianfranco Simoncini, dopo gli incontri di questi giorni con organizzazioni sindacali e con l'azienda e di fronte al permanere di una situazione di forte tensione sociale, ha convocato i rappresentanti della società, il commissario giudiziale, i sindaci dei Comuni di Pontedera e Santa Maria a Monte, le segreterie provinciali di categoria Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil per lunedì 3 ottobre, alle 15.30. L'incontro si terrà a Palazzo Strozzi sacrati, piazza Duomo 10, a Firenze.

Incontro giovedì a Firenze sulla situazione della Bekaert (ex Pirelli) di Figline Valdarno a cui hanno preso parte Fim, Fiom e Uilm, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze e il sindaco di Figline-Incisa Valdarno.“Abbiamo espresso alla Regione e alle altre istituzione – ha detto al termine dell’incontro il segretario della Fim-Cisl toscana, Alessandro Beccastrini - la nostra preoccupazione per la mancanza di un piano industriale che tenga conto delle problematiche di mercato emerse per lo stabilimento di Figline Valdarno.

Le istituzioni hanno convenuto con noi che diventa importante ed urgente una convocazione che noi abbiamo già chiesto al ministero dello Sviluppo Economico per fare chiarezza sulle prospettive dello stabilimento di Figline.”“Ormai da diversi mesi – ha aggiunto Beccastrini - stiamo chiedendo un piano per capire di più sulle intenzioni di Bekaert per il prossimo anno. Finora non ci sono ancora stati dati numeri, né garanzie di alcun tipo, mentre dall’azienda ci vengono chiesti continui sacrifici in termini di orario e di organizzazione del lavoro.

Ma a questo punto non siamo più disponibili a far fare sacrifici alle persone senza avere una prospettiva per lo stabilimento di Figline.”

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