Spadolini: esce la biografia dello statista a vent’anni dalla morte

Giornalista, storico e uomo delle Istituzioni. Introduzione di Carlo Azeglio Ciampi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 agosto 2014 23:47
Spadolini: esce la biografia dello statista a vent’anni dalla morte

Nel ventesimo anniversario della morte di Giovanni Spadolini un libro ne ripercorre la vita e la carriera per testi e immagini. Giovanni Spadolini. Giornalista, storico e uomo delle istituzioni (pp. 72, euro 14), scritto da Cosimo Ceccuti con introduzione di Carlo Azeglio Ciampi, è allo stesso tempo la biografia di un grande statista e una finestra aperta sulla storia italiana del secondo Novecento. Il volume è edito da Mauro Pagliai, che dal 2004 pubblica con la sigla Polistampa gli oltre 4mila articoli scritti da Spadolini per i maggiori quotidiani.

Storico, giornalista e uomo politico, Giovanni Spadolini (Firenze 1925 - Roma 1994) divenne a soli venticinque anni docente di storia contemporanea all’Università di Firenze. Collaborò con vari quotidiani e fu direttore del «Resto del Carlino» (1955-1968) e del «Corriere della Sera» (1968-1972). Eletto senatore nelle fila del Partito Repubblicano Italiano nel 1972, è stato ministro fondatore del Ministero dei Beni culturali e ambientali (1974-1976) e della Pubblica istruzione (1979). Nel 1981 divenne il primo presidente del Consiglio laico nella storia repubblicana, e successivamente fu anche ministro della Difesa nel governo di Bettino Craxi (1983).

Nel luglio 1987 fu eletto presidente del Senato. Nominato senatore a vita nel 1991, ricoprì il ruolo di Presidente della Repubblica ad interim dopo le dimissioni di Francesco Cossiga.Lo storico Cosimo Ceccuti, presidente e segretario generale della Fondazione Spadolini - Nuova Antologia, è professore ordinario di Storia contemporanea all’Università di Firenze. Nel suo libro traccia il profilo di un autorevole protagonista dello scorso secolo mettendone in luce non soltanto le brillanti doti intellettuali, la modernità del pensiero e l’alto senso dello Stato, ma anche l’amore per Firenze, per l’Italia e per l’Europa, la vocazione al dialogo, la profonda fede nella libertà e nella democrazia.

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