RADICOFANI (VAL D’ORCIA, SIENA) - Sono partiti i lavori di restauro delle mura di Castel Morro, parti integranti del complesso sistema difensivo della fortezza di Radicofani. Allo stesso tempo, ci si occuperà dalla sistemazione del solaio della torre principale. «Si tratta di un primo intervento – osserva il sindaco Francesco Fabbrizzi – all’interno di un piano complessivo di recupero: tutte le mura che fanno parte della fortezza saranno oggetto un importante recupero». Intanto, si sta lavorando a uno stralcio che equivale a 125 mila euro di investimenti, 100 mila dei quali provenienti, come contributo, dalla Regione e 25 mila dal Comune.
Coinvolte sono le mura del 1500, che si incontrano salendo verso la rocca resa famosa da Radicofani. Facevano parte di un sistema difensivo impressionante, con ampi recinti poligonali, mura difensive a scarpa e vari livelli di cinta murarie. Anticamente Castel Morro era un fortilizio con una fonte, un piccolo borgo e una chiesa, ora scomparsi. Sopratutto, questo fu il luogo legato alle vicende di Ghino di Tacco, che lo hanno reso famoso. Al centro di battaglie, assedi, passaggi continui di pellegrini, la fortezza di Radicofani ebbe uno sfortunato epilogo nel 1735, quando subì una devastante esplosione, per di più dolosa.
Poi l’abbandono e il grande restauro, culminato nel 1999 con la riapertura al pubblico e le migliaia di visitatori attuali. Ora si completa un lavoro di valorizzazione e recupero di un immenso sistema difensivo, che si affaccia come un faro sull’Amiata, la Val d’Orcia, avendo come riferimenti persino visivi Siena a nord e, a sud, Roma.