Acn Siena le critiche servono le rivoluzioni meno

7 punti dalla vetta con margini di crescita. Mettere in discussione Gilardino ora non fa bene nessuno. Serve tempo

Giuseppe
Giuseppe Saponaro
10 ottobre 2021 09:51
Acn Siena le critiche servono le rivoluzioni meno

"La rivoluzione" è un film, datato 2019, del regista Joseph Troia. Dalla pellicola al calcio giocato il passo è breve con una parte del tifo bianconero che, soprattutto sui social, mastica amaro per gli ultimi risultati che non soddisfano.

La partenza era stata brillante: 7 punti in 3 partite con 6 reti all'attivo e Lanni imbattuto. Poi, il rallentamento: 6 punti in 5 giornate con gli ultimi 2 pareggi che pare abbiano lasciato in eredità più di un mugugno. 

I numeri parlano di una vetta che è lontana 7 lunghezze con il Siena che, nel momento in cui vi parliamo e in attesa dei match di oggi pomeriggio, è quarto in classifica a quota 13.

Si poteva fare di più? Sicuramente si.

Cosa non è andato per il verso giusto? Domanda a cui non è facile dare una risposta. Intanto, ci pare giusto evidenziare che la fortuna non è stata amica dei bianconeri: soprattutto negli ultimi 180 minuti. La traversa di Guberti contro la Pistoiese, il rigore presunto ieri su Paloschi (unito ai buoni interventi di Ginestra) ci fanno dire che se le due contese avessero fruttato il bottino pieno e non la divisione della posta, avremmo parlato di risultati corretti per quanto si era visto in campo. Peraltro, anche il comportamento del mister è stato diverso: nella prima occasione sostituito l'intero tridente titolare. Ieri scelta rivista con Guberti dentro, forse tardivamente, a fare da rifinitore.

Giudizio sulla qualità: non abbiamo assistito a match dal gioco spumeggiante. Il Siena di Gilardino è più da sciabola che da fioretto. Più concreto e meno esteta: pare questo il marchio di fabbrica (anche per quanto si è visto la scorsa stagione).

Se così è, bisogna avere pazienza. Il gruppo sta crescendo : la giocata di ieri sull'asse Disanto, Varela, Paloschi è da serie superiore. Non solo. Pare che Pezzella (piede raffinato il suo) sia sempre di più a suo agio come direttore d'orchestra. Ancora. Il rientro di Caccavallo potra' dare una freccia in più nell'arco dell'attacco. 

Cambiare il mister non è sempre sinonimo di migliorare. Il campionato è ancora lungo e può anche succedere che la "dea bendata " decida di essere benevola.

Il tempo: questa squadra ne ha bisogno. Serve come pane. Per mille ragioni note. Non concederlo sarebbe bocciare un progetto, anche tecnico, che merita, per ora, fiducia.

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